Il fenomeno della diffusione e dei prezzi dei biglietti sui siti di prevendita non ufficiali ha creato una situazione grave per i consumatori e anche per gli organizzatori, che si dividono tra chi è favorevole alle nuove norme in vigore e chi le ritiene inadeguate, anche sulla scia dei disagi all’ingresso del concerto di Sting lo scorso martedì a Milano. Come stanno le cose?
Lo scorso 1° luglio sono entrate in vigore le normative sui biglietti nominali per gli spettacoli dal vivo, dopo gli scandali sul secondary ticketing e le conseguenti discussioni su come regolamentare gli accessi. Live Nation Italia – la più grande organizzazione per quanto riguarda la musica dal vivo sul nostro territorio – era attesa al varco: il concerto di Sting al Forum di Assago di martedì 29 ottobre era infatti il primo evento organizzato da Live Nation nel nostro Paese dopo l’entrata in vigore della legge sul biglietto nominale. Le code e i tempi di attesa sono stati lunghissimi, sia ai cancelli d’ingresso sia agli info point. Il concerto è iniziato con un’ora di ritardo, e parecchie persone non hanno potuto accedere all’evento perché non in regola con le nuove norme.
Secondo l’organizzazione, il concerto di Sting era un importante test sull’applicabilità della Legge stessa, e l’esito è stato decisamente negativo, considerando la sollevazione popolare sui social da parte di chi era presente e anche la reazione della stessa Live Nation, nelle parole del presidente Roberto De Luca: “l’informazione sulle nuove norme è stata data attraverso i canali ufficiali di vendita ed è rimasta ben visibile su tutte le nostre piattaforme dal primo giorno di prevendita. Sono stati potenziati tutti i servizi; abbiamo anticipato l’apertura cancelli alle 17.30 anche se, come ovvio, l’arrivo della gente soprattutto in un giorno feriale, si è concentrato a partire dalle ore 19. Ci troviamo nel paradosso che applicando la legge in modo serio la conseguenza è quella di creare solo forti disservizi, mentre l’unica soluzione sarebbe quella di violarla – cosa che ovviamente non abbiamo fatto – pur mostrando la massima elasticità e dando tutta l’assistenza possibile al pubblico”. Della stessa idea Vincenzo Spera, presidente di Assomusica: “Una delle preoccupazioni principali legate all’introduzione delle nuove norme che abbiamo posto da sempre all’attenzione dell’opinione pubblica riguarda proprio i disagi per il pubblico provocati dalla nuova normativa. Si sono creati, com’era inevitabile, dei forti rallentamenti dovuti alla necessità di effettuare i controlli previsti per legge”.
Prosegue De Luca: “Questi disagi su un concerto da 10mila persone sono gravissimi, perché è un test per capire esattamente che cosa potrà succedere in mega raduni come per esempio i festival o nei lunghi tour che abitualmente noi organizziamo”. Live Nation ribadisce quindi una posizione di “massima contrarietà ad una legge che penalizza solo il pubblico e punisce gli organizzatori, rischiando di mettere in grave difficoltà un settore, quello del live entertainment, che è una grande risorsa culturale ed economica per il nostro Paese. Il biglietto nominale non serve assolutamente a combattere il fenomeno del bagarinaggio che prospera come sempre. Infatti anche per il concerto di ieri sera erano copiosi i biglietti presenti sulle piattaforme di secondary ticketing“.
Secondary ticketing che è di fatto la causa di tutta la valanga di normative e cambiamenti che hanno portato all’introduzione del biglietto nominale. Ma che cos’è il biglietto nominale? E come funziona la nuova regolamentazione? Dal 1° luglio tutti i biglietti per i concerti organizzati in strutture con capienza superiore a 5mila spettatori devono essere nominali: su ogni titolo deve essere indicato il nome e il cognome della persona che potrà accedere, previo accertamento dell’identità, come previsto dalla Legge di bilancio del 2017 e dal decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze. Ma di cosa parliamo quando nominiamo il famigerato “secondary ticketing”? Del caro vecchio bagarinaggio. Su larghissima scala e con prezzi gonfiati a cifre folli: i siti di secondary comprano sostanziosi pacchetti di biglietti, causando un esaurimento in tempi brevissimi sui siti di prevendita ufficiale; a questo punto scatta il gioco della domanda e dell’offerta: la richiesta è altissima, l’offerta è scarsa e il prezzo vola. Un malaffare così diffuso da destare sospetti, e infatti alcuni servizi d’inchiesta hanno messo nel mirino addirittura le organizzazioni stesse.
Proprio Live Nation era finita nella bufera, mentre dall’altro lato della barricata promoter come Claudio Trotta e la sua Barley Arts sostengono da sempre l’idea dei biglietti nominali per arginare i danni del secondary ticketing. Sul sito di Barley Arts si legge che i biglietti nominali sono previsti nei loro show fin dal 2017, nonostante siano obbligo di legge solo dal 2019. La battaglia al secondary ticketing è fonte di business anche per molte altre aziende che forniscono servizi e controlli legati proprio all’eliminazione del problema. In Italia sta arrivando DICE, società britannica che ha già sancito un contratto importante con RADAR Concerti, ad esempio, uno dei promoter più importanti nel circuito alternativo/indipendente.
Dal canto suo, Assomusica sembra più vicina alle posizioni di perplessità espresse da Live Nation. Spera conclude il suo comunicato affermando: “ci auguriamo che il Parlamento riveda la legge entro la fine dell’anno, come l’ex ministro Bonisoli si era impegnato a fare, e che, allo stesso tempo, tenga conto dei numerosi disagi e dei disservizi verificati in questa occasione. Il fenomeno del secondary ticketing, del resto, è ben lontano dall’essere risolto e le autorità deputate a sanzionare i siti responsabili del fenomeno del bagarinaggio online non hanno ancora preso provvedimenti adeguati”. Insomma, tanti bandoli di una matassa ancora tutta da dipanare. Perché se è vero che servono norme intransigenti contro il secondary ticketing, è impensabile che dall’altro lato si creino disagi che disincentivino il pubblico a comprare i biglietti.
Ma all’estero come funziona? Prendendo ad esempio un mercato importante come il Regno Unito, lì il biglietto è nominale anche in posti dalla capienza limitata, ma ci sono come sempre i trucchi: se compro due biglietti online, entrambi a mio nome, posso poi rivendere il secondo biglietto, con buona speranza di non essere controllato all’ingresso. E ancora, i controlli sono talvolta effettuati incrociando i dati della carta di credito di acquisto e non un documento di identità. E proprio in UK il fenomeno del bagarinaggio all’ingresso dei locali è tutt’altro che assente. Ovviamente, i bagarini “al dettaglio”, al concerto come allo stadio, sono un problema trascurabile rispetto alle cifre di siti come Viagogo. Ma è la prova provata del fatto che, bene o male, spesso tutto il mondo è paese. La tecnologia ha trasformato il mondo in tempi brevissimi, ovviamente non poteva non esserci una ricaduta sul business della musica. La questione dei biglietti, della sicurezza e della salvaguardia del pubblico (e del portafogli) è appena all’inizio. I fattori in campo sono tanti, le prospettive innumerevoli. Per dirla in modo elegante, è un bel casino.