La pagina di quello che si definisce "l'unico quotidiano sovranista italiano indipendente" è stata sospesa dal social network per "violazione degli standard della community". Un'operazione, scrive Di Stefano, che "precede la disattivazione"
“La pagina principale del Primato Nazionale con oltre 80 mila mi piace è stata nascosta. Questa pagina è una pagina di “riserva” dove vengono pubblicati alcuni degli articoli del nostro sito”. Una “riserva” perché dalle 9 di questa mattina Facebook ha ‘nascosto’ la pagina di quello che si definisce “l’unico quotidiano sovranista italiano indipendente”. Primato nazionale, mensile che ha anche un’edizione online, è edito da Altaforte, la casa editrice fondata da Francesco Polacchi, coordinatore di Casapound in Lombardia. È indagato per apologia del fascismo e violazione delle legge Mancino per avere dichiarato di essere fascista (“Sono fascista e Mussolini è un grande statista italiano”, ha detto), e di considerare l’antifascismo “il male di questo Paese“. Il direttore della rivista è invece Adriano Scianca, responsabile nazionale della cultura per Casapound Italia.
La notizia della ‘scomparsa’ della pagina è stata data proprio dal leader del movimento di estrema destra Davide Di Stefano. “La censura di Facebook si abbatte sul Primato Nazionale. Stamattina intorno alle ore 9 il social di Mark Zuckerberg ci ha comunicato che la nostra pagina è stata ‘nascosta’. Dunque per quasi 90mila utenti che avevano cliccato ‘mi piace’ non sarà più possibile vedere aggiornamenti, notizie e semplici post. Una vera e propria censura, che si inserisce nel filone inaugurato il 9 settembre scorso, quando Facebook aveva deciso di censurare tutte le pagine di CasaPound, Forza Nuova e di alcuni esponenti di Lega e Fratelli d’Italia“.
Di Stefano precisa poi che “la pagina non è stata disattivata del tutto ma solo ‘nascosta’, prassi già utilizzata con diversi consiglieri di CasaPound” e che “l’oscuramento precede la disattivazione”. Secondo quanto denuncia il leader di Casapound, la motivazione ufficiale fornita da Facebook “è che il Primato Nazionale viola i nostri Standard della community in merito allo spam”. La stessa motivazione che il social network aveva utilizzato – senza fornire ulteriori dettagli – quando erano state oscurate 23 pagine segnalate dal sito di cittadinanza attiva Avaaz.