Le società petrolifere non solo pagheranno una nuova imposta sulle piattaforme offshore, ma dovranno anche versare le royalties su tutti gli idrocarburi estratti. La legge di Bilancio elimina infatti le esenzioni dal pagamento di cui finora avevano goduto grazie a un decreto legislativo del 1996. Franchigie che consentivano di non riconoscere nulla allo Stato per le prime 20mila tonnellate di petrolio o i primi 20 milioni di metri cubi di gas estratti sulla terraferma e le prime 50mila tonnellate di petrolio o 50 milioni di metri cubi di gas ottenuti dai fondali marini. A disporre la fine del regime agevolato è l’ultima bozza della manovra, risultato dei vertici di maggioranza che si sono tenuti martedì e mercoledì a Palazzo Chigi e ormai pronta per essere inviata al Parlamento. Nel testo è confermata anche una stangata sulle banche – che vedono slittare la deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti – e sui concessionari autostradali, che potranno dedurre solo l’1% degli ammortamenti delle somme investite. plastic

Tra le altre misure c’è il ritorno della piena rivalutazione per le pensioni tra i 1.500 e i 2mila euro, quelle cioè tra tre e quattro volte il minimo. La Spi Cgil lamenta che “è un’elemosina” perché si tratterà di pochi euro all’anno. Sul fronte dei nuovi balzelli, nel testo c’è una stretta sulle auto aziendali concesse al dipendente “in uso promiscuo”, cioè sia per lavoro sia per utilizzo personale. Ecco tutte le novità, dalla nascita di un’Agenzia nazionale per la ricerca all’aumento dei diritti consolari.

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