Trentasette fogli e dodici emendamenti. Su ogni foglio le firme del capogruppo Gerhard Lanz, e dei consiglieri Helmut Tauber e Josef Noggler, rappresentanti di Sudtiroler Volkspartei, il partito che da sempre governa la Provincia autonoma di Bolzano (anche se ora lo fa assieme alla Lega) e che ha un peso importante nel consiglio regionale del Trentino Alto Adige. Svp ha schierato tre dei suoi uomini più rappresentativi a difesa del vecchio sistema dei vitalizi. Perchè ognuno di quegli emendamenti è stato presentato all’ultimo momento per tagliare la strada in commissione al disegno di legge che deve equiparare la Regione, sul tema del trattamento economico, a tutte le altre regioni italiane. Così hanno deciso una legge dello Stato e la conferenza Stato-Regioni dello scorso aprile, intimando un adeguamento che in realtà dovrebbe già essere in atto.
La modifica legislativa è meno scontata di quanto si credesse nel momento in cui la giunta regionale, a luglio, illustrò il disegno di legge numero 11 che prevede “la rideterminazione degli assegni vitalizi e di reversibilità secondo il metodo di calcolo contributivo”. La novità è nel calcolo che tiene conto dei contributi versati (anche se in parte pagati dalla Regione), come avviene per tutti i lavoratori. Il 19 settembre la Commissione competente della Regione Trentino Alto Adige avrebbe dovuto esaminare la legge per poi portarla in aula. Sembrava una formalità. Invece fu deciso un rinvio e quelli dei Cinquestelle cominciarono a sentire puzza di bruciato. Ecco che alla vigilia della nuova riunione, Svp ha protocollato le 37 pagine e i 12 emendamenti.
Lo scopo? “Evitare problematiche interpretative e vuoti legislativi”. E ancora: “Creare equità all’interno della legge 2014… usare tavole di mortalità non obsolete…”. In realtà l’obiettivo sembra essere più concreto, anche se di difficile lettura finchè gli uffici tecnici non avranno fatto i calcoli. Di sicuro Svp si è applicata con impegno, vista la mole degli interventi. In pratica verrebbe tolto il contributo di solidarietà agli assegni vitalizi, non appena si passerà al sistema contributivo. L’indennità differita (una specie di pensione) è il nome nuovo dei vitalizi e sarà calcolata sulla base di quanto effettivamente versato, e su un’età di 67 anni, ma con la possibilità di anticipare il termine di 5 anni (seppure con riduzioni dell’assegno). Viene posto un limite di cumulo a 9.000 euro lordi al mese in caso di altri vitalizi europei o nazionali. Vengono ricalcolate le somme riguardanti attualizzazioni e anticipi sulla base di tabelle Istat con aspettative di vita superiori a quelle precedenti.
Il capogruppo Lanz ha dichiarato in Commissione: “Noi riteniamo che la riforma del 2014 abbia già dato una risposta alla questione dei vitalizi”. Detto così, è un tentativo di riportare l’orologio delle prebende politiche indietro di cinque anni. Filippo Degasperi, dei Cinquestelle, usa il sarcasmo: “Non solo Svp è pienamente legittimata a portare avanti l’iniziativa, ma visto il consenso raccolto dai partiti (tutti) che con i vitalizi hanno allegramente (e segretamente) banchettato, fa anche bene…”. Poi però ricorda: “Con una battaglia ormai di retroguardia, ho provato (talvolta riuscendoci) a far sapere quello che stava succedendo, ho spiegato che distribuire in segreto quasi 100 milioni di euro di anticipi sulle future pensioni rappresentava un privilegio, ho evidenziato che le restituzioni promesse si avvicinavano molto alla farsa e che nessuno si era attivato per avviare le procedure di riscossione coattiva nei confronti dei consiglieri renitenti”.
Tagliente Alex Marini, consigliere trentino M5S: “Gli esponenti Svp si sentono autorizzati a fare qualsiasi cosa, come fossero antichi signori feudali e il ceto politico non vede l’ora di restaurare i propri privilegi castali. Fino ad oggi la maggioranza regionale sui vitalizi ha fatto melina: evitano accuratamente di fornire le formule di calcolo e i dati richiesti su versamenti, anticipi e quant’altro, rendendo impossibile effettuare valutazioni oggettive sul tema”. Paolo Ghezzi del gruppo Futura: “La maggioranza regionale scricchiola sulla riforma dei vitalizi. Gli emendamenti riducono fortemente l’impatto, cercando di limitare i tagli previsti alle ‘pensioni’ dei consiglieri regionali (e dei loro familiari)”.
Forse la maggioranza non scricchiola, eppure una difformità sta emergendo. Il presidente del consiglio regionale, il leghista Roberto Paccher, è contrario alla proposta Svp: “Avanti con il disegno di legge che prevede un risparmio del 20 percentro per le casse regionali. Lo prevede la legge nazionale, ma soprattutto è un fatto morale, di equità verso gli altri cittadini”. Gli emendamenti? “Quasi tutti i partiti li giudicano inopportuni e inapplicabili”. Il 4 novembre, la prima resa dei conti in commissione.