Durante il processo è emerso che gli aggressori erano a conoscenza della minore età della ragazza, e nella sentenza si sottolinea che la donna minorenne era in stato di incoscienza e che per questo non fu in grado di opporsi alla violenza, definita "estremamente intensa e denigrante". La sindaca di Barcellona Ada Colau: "Sentenza indecente della giustizia patriarcale"
A Barcellona cinque uomini, accusati di aver violentato a turno una 14enne, sono stati condannati a una pena minore perché la ragazza era “incosciente”. Il giudice ha infatti assolto il branco dal reato di stupro e l’ha condannato solo per “abuso sessuale”, nonostante la Corte suprema avesse recentemente ribaltato una simile decisione a seguito di proteste in tutto il Paese. La decisione ha scatenato le proteste dei movimenti femministi e delle associazioni in difesa delle donne. La sindaca di Barcellona Ada Colau su Twitter ha attaccato: “Altra indecente sentenza della giustizia patriarcale che non vuole capire che solo Sì è Sì. Non è abuso, è stupro”.
Per la legge spagnola infatti, il reato di stupro sussiste solo in presenza di uso della forza o minaccia, mentre, in questo caso, la giovane si trovava in “stato di incoscienza” indotto da alcol e droghe, e non ha dunque opposto resistenza ai suoi aguzzini. Tenuto conto anche delle proteste suscitate da una simile sentenza del 2016, è in corso una revisione della norma ma, nonostante questo, il tribunale catalano ha condannato cinque dei sei imputati iniziali al processo a condanne tra i 10 e 12 anni di prigione, contro i 15-20 previsti per la violenza sessuale. Il sesto è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Otra indignante sentencia de la #JusticiaPatriarcal que no quiere entender que solo SÍ es SÍ.
Una niña de 14 años inconsciente fue violada en grupo.
No soy juez y no sé cuantos años de prisión merecen, lo que sí sé es que ¡No es abuso, es violación!https://t.co/ojteXw36J9
— Ada Colau (@AdaColau) October 31, 2019
La giovane, ha ricostruito il giornale spagnolo La Vanguardia, stava partecipando nel 2016 a una festa in una fabbrica abbandonata a Manresa, cittadina al centro della Catalogna, quando, stordita da alcol e droghe, ha seguito un giovane in un edificio appartato dove l’attendevano altri uomini. Dopo averla violentata, il giovane invitò gli amici a fare lo stesso, dicendo loro: “Ora tocca a te, ma 15 minuti, non di più”. La minore, nel processo, disse di essere stata drogata a proposito e di ricordare poco dell’accaduto, ma in un messaggio telefonico alla sua migliore amica si diceva certa di avere subito le violenze.
Al processo è emerso che gli aggressori erano a conoscenza della minore età della ragazza, e nella sentenza si sottolinea che la ragazza era in stato di incoscienza e che per questo non fu in grado di opporsi alla violenza, definita “estremamente intensa e denigrante”. Tuttavia il giudice ha deciso una condanna minore, assolvendo tra l’altro gli imputati dall’accusa di ostruzione alla giustizia dopo che diversi testimoni avevano riferito di essere stati minacciati per costringerli al silenzio.