La senatrice a vita: "Profondo senso di stupefazione. Come difficilmente ci si può stupire alla mia veneranda età". E sulla decisione di Fi, Fdi e Lega di non votare favorevolmente: "Io credo che sia stata una specie di parola d’ordine alla quale tutto il gruppo di destra ha deciso di adeguarsi, astenendosi. Personalmente tanti di loro magari non si sarebbero astenuti e sono venuti a manifestarmelo"
“Il mio sentimento di fronte alle astensioni? Stupore, un profondo senso di stupefazione. Come difficilmente ci si può stupire alla mia veneranda età“. Così la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz, racconta a Repubblica la propria reazione davanti alla scelta di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia di astenersi sull’istituzione della commissione contro l’odio e la discriminazione razziale che porta il suo nome. “Io credo che sia stata una specie di parola d’ordine alla quale tutto il gruppo di destra ha deciso di adeguarsi, astenendosi. Personalmente tanti di loro magari non si sarebbero astenuti e sono venuti a manifestarmelo. Incredibile“, dice alla Stampa la testimone della Shoah, oggetto fin dalla nomina di attacchi e insulti online su cui indaga la procura di Milano. “È stato un po’ un controsenso e si è dimostrato che non c’è stata una libera scelta“, è convinta la senatrice.
“Forza Italia ormai è un piccolo partito ma io lo vedevo diverso dai suoi alleati e in questo senso la Carfagna ha ragione. Infatti, tra loro, quando poi la mozione è passata, molti, ma davvero tanti, si sono alzati ad applaudire“. Ma “io non li capisco neanche certi distinguo“, commenta Segre. “Cosa c’è da distinguere sull’odio? È stata una giornata strana, tutti questi dettagli, questo cavillare, questi capigruppo che venivano a spiegare perché non la votavano e che però mi erano solidali, io non li capivo”. “Si parla di una commissione contro l’odio – prosegue – Per me è sufficiente, cosa bisogna dire di più? Non vi basta quello che sta succedendo? È l’idea che parte da una che l’odio non solo l’ha visto nei fatti tragici da ragazzina, ma ancora adesso è bersagliata dall’odio. Non è che un’anziana come me deve dover star lì a sottilizzare“. Poi, interpellata sul ritorno dei fascismi, la senatrice a vita conclude: “Credo che l’unico modo per combattere questo ritorno di fascismo sia curare la democrazia, farne un bene personale. E non avere paura”.
Intanto il partito di Berlusconi continua a giustificare la scelta adducendo il presunto rischio di limitazioni della libertà di espressione. “Noi eravamo e siamo favorevoli alla creazione della Commissione straordinaria”, sostiene Silvio Berlusconi in una lettera invita al Giornale. “Il voto al Senato – dove la sinistra aveva appena bocciato una nostra mozione contro l’antisemitismo e il razzismo – verteva su un altro tema: la mozione della maggioranza conteneva errori tecnico giuridici dalle conseguenze preoccupanti, prefigurando l’introduzione di nuovi reati d’opinione e quindi sovrapponendosi in modo generico e confuso a norme già esistenti. Questo per noi da liberali è inaccettabile”.
“È stata una strumentalizzazione basata su un problema giuridico”, aggiunge il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani intervistato dal Corriere della Sera. “Nessuno ci può accusare di nulla visto che anche la nostra mozione istituiva una Commissione per i casi come quello della signora Segre. Mi pare che sia veramente un grande equivoco, nessuno può pensare a Forza Italia che non si schiera contro l’antisemitismo. Siamo la forza politica che più si è schierata a favore di Israele, ho accompagnato io più volte Berlusconi a Gerusalemme, e Berlusconi da presidente del Consiglio ha ribaltato la nostra politica estera a favore di Israele”. È diventata una polemica politica e non sui valori: noi non siamo secondi a nessuno sulla difesa di Israele, il clima politico ha sicuramente influito ma non ha nulla a vedere con la nostra posizione contro il razzismo e contro l’antisemitismo”.
“Liliana Segre è una persona rispettabile e per lei serve una particolare considerazione. Però come tutte le persone ha idee che possono essere condivise e altre no”, ha detto a Radio Capital Gaetano Quagliariello spiegando l’astensione. “Noi siamo contro l’antisemitismo di estrema destra ma avevamo proposto la nostra mozione che puntava alla condanna, con molta più forza, dell’antisemitismo di chi brucia le bandiere di Israele durante i cortei dell’estrema sinistra. La Commissione – aggiunge – poteva quindi essere istituita anche con documenti presentati da altri partiti. Invece quella Commissione sulla tolleranza era intollerante con chi la voleva ma per motivi diversi. Una grande contraddizione”.