E’ stata annunciata come una fusione alla pari. Ma nella realtà sono i francesi a fare la parte del leone nelle nozze fra Fca e Psa. Sventato il tentato blitz del Lingotto su Renault, Parigi ha pensato bene di trasformarsi da preda in predatore con l’obiettivo di “mettere in sicurezza” il futuro di Peugeot di cui lo Stato è socio con quasi il 13 per cento. Non a caso, la struttura di comando della casa automobilistica che nascerà post-fusione pende a favore dei francesi: il consiglio di amministrazione di quello che diventerà il quarto produttore automobilistico al mondo sarà di undici componenti di cui cinque sono riservati agli azionisti del gruppo francesi e cinque ai soci Fca. Con un l’amministratore delegato “indipendente” che farà da ago della bilancia. Ma i francesi si sono sin da subito “riservati” l’incarico operativo per il numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, lasciando a John Elkann la presidenza della nuova azienda da 50 miliardi di dollari di fatturato.
Inoltre, secondo gli analisti, la volontà francese di restare alla guida del nuovo gruppo sarebbe anche evidente dai numeri dell’operazione. Secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux, Psa riconosce ai soci Fca un premio da 6,7 miliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l’inizio delle indiscrezioni sulle nozze. Senza contare che la cifra in questione sarebbe anche al netto del dividendo straordinario di Fca – 5,5 miliardi di cui di cui 1,6 miliardi destinati ad Exor, la cassaforte degli Agnelli – e delle quote di Faurecia e Comau che verranno distribuite ai soci. “Psa sta sostanzialmente comprando Fca”, ha spiegato senza mezzi termini la società di consulenza Equita in una nota ai suoi clienti in cui ha poi puntualizzato che i francesi hanno pagato “un buon premio” e si sono assicurati la “maggioranza” per il controllo del nuovo gruppo.
La questione non è del resto sfuggita al mercato che da un lato ha penalizzato Peugeot e dall’altro ha premiato Fca che, alla chiusura di martedì, valevano rispettivamente 18,5 e 22,6 miliardi. Considerate queste differenze in Borsa, un azionariato post-fusione che arriva ad un rapporto “50/50 suggerisce che Psa sta pagando un premio del 32% per assumere il controllo di Fca”, come ha spiegato l’analista di Jefferies, Philippe Houchois all’agenzia di stampa Bloomberg.
Ad analoga conclusione sono arrivanti anche gli esperti di Kepler. Sottraendo dal gruppo italo-americano i 5,5 miliardi del dividendo straordinario e il valore della quota di Comau (circa 250 milioni di euro), e da quello francese il valore della quota in Faurecia (2,7 miliardi), si arriva a una “capitalizzazione di mercato teorica” di “20 miliardi” per Peugeot e di “13,25 miliardi” per Fca. Sulla base di questi valori e “senza un premio”, agli azionisti di Peugeot sarebbe spettato il 60,15% del nuovo gruppo e a quelli di Fca il 39,85%, anziché il 50% a testa negoziato.
Insomma i conti della fusione alla pari non tornano. E del resto, a Torino, da tempo è noto che gli Elkann avessero intenzione di ridimensionare il peso dell’auto nel patrimonio di famiglia. Così come è noto che Fca fosse da tempo alla ricerca disperata di un partner come testimonia il tentato blitz su Renault. Un matrimonio contro cui si è schierato lo Stato francese che, socio di Renault, oltre che di Psa, evidentemente, in questo caso, ha fatto bene i suoi conti.
Lobby
Fca-Psa, nella “fusione alla pari” i francesi fanno la parte del leone. Per la Exor degli Agnelli in arrivo un dividendo da 1,6 miliardi
Secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux, Psa riconosce ai soci Fca un premio da 6,7 miliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l'inizio delle indiscrezioni sulle nozze. Senza premio agli azionisti francesi sarebbe spettato il 60% del nuovo gruppo e quelli di Fa il 39,85%, anziché il 50% a testa. Per questo il mercato ha penalizzato Peugeot e ha premiato i titoli di Fiat Chrysler
E’ stata annunciata come una fusione alla pari. Ma nella realtà sono i francesi a fare la parte del leone nelle nozze fra Fca e Psa. Sventato il tentato blitz del Lingotto su Renault, Parigi ha pensato bene di trasformarsi da preda in predatore con l’obiettivo di “mettere in sicurezza” il futuro di Peugeot di cui lo Stato è socio con quasi il 13 per cento. Non a caso, la struttura di comando della casa automobilistica che nascerà post-fusione pende a favore dei francesi: il consiglio di amministrazione di quello che diventerà il quarto produttore automobilistico al mondo sarà di undici componenti di cui cinque sono riservati agli azionisti del gruppo francesi e cinque ai soci Fca. Con un l’amministratore delegato “indipendente” che farà da ago della bilancia. Ma i francesi si sono sin da subito “riservati” l’incarico operativo per il numero uno di Peugeot, Carlos Tavares, lasciando a John Elkann la presidenza della nuova azienda da 50 miliardi di dollari di fatturato.
Inoltre, secondo gli analisti, la volontà francese di restare alla guida del nuovo gruppo sarebbe anche evidente dai numeri dell’operazione. Secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux, Psa riconosce ai soci Fca un premio da 6,7 miliardi rispetto alle quotazioni di Borsa antecedenti l’inizio delle indiscrezioni sulle nozze. Senza contare che la cifra in questione sarebbe anche al netto del dividendo straordinario di Fca – 5,5 miliardi di cui di cui 1,6 miliardi destinati ad Exor, la cassaforte degli Agnelli – e delle quote di Faurecia e Comau che verranno distribuite ai soci. “Psa sta sostanzialmente comprando Fca”, ha spiegato senza mezzi termini la società di consulenza Equita in una nota ai suoi clienti in cui ha poi puntualizzato che i francesi hanno pagato “un buon premio” e si sono assicurati la “maggioranza” per il controllo del nuovo gruppo.
La questione non è del resto sfuggita al mercato che da un lato ha penalizzato Peugeot e dall’altro ha premiato Fca che, alla chiusura di martedì, valevano rispettivamente 18,5 e 22,6 miliardi. Considerate queste differenze in Borsa, un azionariato post-fusione che arriva ad un rapporto “50/50 suggerisce che Psa sta pagando un premio del 32% per assumere il controllo di Fca”, come ha spiegato l’analista di Jefferies, Philippe Houchois all’agenzia di stampa Bloomberg.
Ad analoga conclusione sono arrivanti anche gli esperti di Kepler. Sottraendo dal gruppo italo-americano i 5,5 miliardi del dividendo straordinario e il valore della quota di Comau (circa 250 milioni di euro), e da quello francese il valore della quota in Faurecia (2,7 miliardi), si arriva a una “capitalizzazione di mercato teorica” di “20 miliardi” per Peugeot e di “13,25 miliardi” per Fca. Sulla base di questi valori e “senza un premio”, agli azionisti di Peugeot sarebbe spettato il 60,15% del nuovo gruppo e a quelli di Fca il 39,85%, anziché il 50% a testa negoziato.
Insomma i conti della fusione alla pari non tornano. E del resto, a Torino, da tempo è noto che gli Elkann avessero intenzione di ridimensionare il peso dell’auto nel patrimonio di famiglia. Così come è noto che Fca fosse da tempo alla ricerca disperata di un partner come testimonia il tentato blitz su Renault. Un matrimonio contro cui si è schierato lo Stato francese che, socio di Renault, oltre che di Psa, evidentemente, in questo caso, ha fatto bene i suoi conti.
Articolo Precedente
Astaldi, obbligazionisti contro la proposta di concordato: “Ci penalizza e le stime sono troppo ottimistiche”
Articolo Successivo
Auto aziendali, Italia tra i Paesi con le tasse più basse. L’esperto: “Favore fiscale che spesso non ha ragion d’essere. Ma serve gradualità”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Papa Francesco “ha una polmonite bilaterale, serve un trattamento complesso”. Santa Sede: “Di buon umore, chiede di pregare per lui”
Mondo
Trump: “I colloqui con Mosca? Sono andati molto bene. Deluso da proteste ucraine”. Lavrov: “Zelensky merita bacchettate sulle mani”. Rubio sente i leader Ue
Mondo
Il piano di Trump per l’Ucraina? Dal gas al petrolio: cosa dovrebbe cedere Kiev in cambio della pace
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 alle ore 15.30 si svolgeranno le commemorazioni dell'Ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci. Poi il primo punto all'ordine del giorno è la mozione di sfiducia a Daniela Santanchè.
(Adnkronos) - La sede opportuna, ha sottolineato Ciriani, "è il Copasir che è un organo del Parlamento e non del governo, ed è presieduto da un componente delle opposizioni. E' quella la sede in cui il governo fornisce tutte le informazioni del caso: oggi è stato audito Valensise, la settimana scorsa Caravelli e la prossima settimana sarà audito Frattasi. Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
E anche sulla richiesta delle opposizioni di sapere se Paragon sia stato utilizzato dalla polizia penitenziaria, Ciriani ribadisce che saranno date "riposte nelle sedi opportune. C'e' un luogo in cui dare risposte e un altro luogo in cui non si possono dare, ma questo è la legge a disporlo, non è il governo". Infine viste le proteste dei gruppi più piccoli che non sono rappresentati nel Copasir, Ciriani ha ricordato che "è la legge che lo prevede, non dipende dal governo".
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Martedì 25 al mattino si terrà discussione generale sulla mozione di sfiducia al ministro Carlo Nordio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo della Camera.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - La conferenza dei capigruppo ha stabilito che domani dalle 18 votazione si svolgerà la chiama per la fiducia sul dl Milleproroghe. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 16 e 20. Il voto finale sul provvedimento è previsto per giovedì.
Roma, 18 feb. (Adnkronos) - Le opposizioni protestano con il governo e con il presidente della Camera Lorenzo Fontana sulla mancata interrogazione al question time sul caso Paragon. "Il governo si sottrae al confronto con il Parlamento. Siamo totalmente insoddisfatti sulle motivazioni apportate dal ministro Ciriani" che ha ribadito come il governo ritenga "non divulgabili" le informazioni sul caso, ha detto la presidente dei deputati Pd, Chiara Braga, al termine della capigruppo a Montecitorio. "E abbiamo chiesto anche al presidente Fontana di rivalutare la sua scelta".
"Il governo ha avuto l'atteggiamento di chi è stato preso con le mani nella marmellata: tutti hanno parlato, ma ora che abbiamo chiesto se lo spyware fosse utilizzato dalla polizia penitenziaria scatta il segreto...", osserva il capogruppo di Iv, Davide Faraone. Per Riccardo Magi di Più Europa si tratta "di un altro colpo alle prerogative del Parlamento. Si toglie forza a uno dei pochissimi strumenti che si hanno per ottenere risposte dal governo".
Roma, 18 (Adnkronos) - "Si tratta di informazioni non divulgabili" e come tali "possono essere divulgate solo nelle sedi opportune" come il Copasir. Lo ha detto il ministro Luca Ciriani al termine della capigruppo alla Camera a proposito delle interrogazioni al governo da parte delle opposizioni sul caso Paragon. "Da parte del governo non c'è alcun volontà di non dare informazioni, ma di darle nelle sedi opportune".
Milano, 18 feb. (Adnkronos) - "Sono molto sollevato per la decisione del giudice Iannelli che ha escluso la richiesta di arresti domiciliari a mio carico. Ciò mi permette di proseguire il mio lavoro di architetto e anche di portare a termine l’incarico di presidente di Triennale e di docente del Politecnico di Milano". Lo afferma Stefano Boeri dopo la decisione del gip di Milano che ha disposto un'interdittiva che gli vieta per un anno di far parte di commissioni giudicatrici per procedure di affidamento di contratti pubblici.
L'archistar è indagato insieme a Cino Paolo Zucchi e Pier Paolo Tamburelli per turbativa d'asta nell'inchiesta per la realizzazione della Beic, la Biblioteca Europea di Informazione e Cultura. "Ribadisco la mia piena fiducia nel lavoro della magistratura e non vedo l’ora di poter chiarire ulteriormente la mia posizione. Non nascondo però la mia inquietudine per tutto quello che ho subito in queste settimane e per i danni irreversibili generati alla mia vita privata e professionale" conclude Boeri in una nota.