La giovane si era recata al pronto soccorso il 26 ottobre scorso, dove era stata visitata da due medici e poi dal medico infettivologo. Aveva passato una notte in osservazione per precauzione e poi dimessa con la prescrizione di una terapia. Il 30 ottobre la situazione è precipitata
È stata disposta l’autopsia e sono in corso gli accertamenti da parte dei medici dell’Ospedale civile di Venezia, in accordo con i familiari, per capire cosa sia successo a Miriam De Giovanni, 25enne morta il 30 ottobre scorsa, tre giorni dopo essere stata dimessa dallo stesso ospedale. La giovane si era recata al pronto soccorso il 26 ottobre scorso, dove era stata visitata da due medici e poi dal medico infettivologo: aveva febbre alta e difficoltà respiratorie. Era stata una notte in ospedale per precauzione e poi dimessa dopo accertamenti “ampi, prolungatisi per un periodo di Osservazione Breve Intensiva”, spiega una nota dell’Ulss 3. Alla giovane era stata prescritta una terapia a domicilio, assieme a “un coerente programma di esami e visite di rivalutazione”. Il 30 ottobre però la situazione è precipitata: i medici sono intervenuti a casa della giovane che è stata subito portata in ospedale. Lì le è stata constatata un’embolia polmonare. Sono intervenute le équipe della cardiologia e della rianimazione dell’ospedale, ma senza poter fare più nulla.
Nessuna denuncia è stata finora presentata e i sanitari dell’Ulss 3, si legge nella nota, “confermano anche in questa fase la piena disponibilità e la piena vicinanza ai familiari”. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera citando fonti dell’ospedale, il sospetto è che avesse contratto un virus tropicale. La Direzione dell’Ospedale sottolinea che “con lo stesso atteggiamento di accorata attenzione i medici si sono prodigati ieri, di fronte al gravissimo quadro presentatosi ai sanitari, nel tentativo di salvare la vita alla giovane paziente” e “con la medesima attenzione si erano svolti gli accertamenti sullo stato di salute della paziente durante l’accesso al Pronto Soccorso nella giornata di sabato 26 ottobre”. La nota evidenzia anche che era stato concordato “un coerente programma di esami e visite di rivalutazione, che non è stato possibile attuare per il precipitare del quadro clinico”.