"Tutti sanno che quell'incidente è stato causato da un problema elettronico ma nessuno parla del perché c'era un software a bordo dell’aeroplano che i piloti non sapevano usare", hanno spiegato i legali della famiglia Manfredi che hanno intentato l’unica causa di questo disastro negli Usa contro il colosso americano
Andrea Manfredi, 26enne di Massa, fu l’unico italiano a morire nel disastro aereo avvenuto in Indonesia il 29 ottobre del 2018, quando un Boeing 737 Max della compagnia Lion Air precipitò in mare con 189 passeggeri a bordo pochi minuti dopo il decollo da Giacarta. Nessuno si salvò dallo schianto e ora la famiglia Mandredi ha fatto causa al tribunale di Chicago contro la Boeing avviando l’unica causa di questo disastro negli Usa contro il colosso americano.
Ad annunciarlo sono gli avvocati Filippo Marchino e Margherita Giubilei che hanno incontrato il sindaco di Massa Francesco Persiani per illustrare l’iniziativa. “La famiglia ha presentato denuncia contro la società – spiega l’avvocato Marchino -, un esposto al tribunale di Chicago, chiedendo giustizia per tutti i 189 passeggeri del Boeing precipitato in Indonesia. La denuncia – prosegue il legale – si incentra sulle vere cause dell’incidente: tutti sanno che è stato causato da un problema elettronico ma nessuno parla del perché c’era un software a bordo dell’aeroplano che i piloti non sapevano usare“.
“La realtà – aggiungono i legali della famiglia di Andrea Manfredi – è che il sistema di controllo dell’aeroplano era stato inserito per motivazioni commerciali, che hanno portato la Boeing a fare un giro di affari sui 500 miliardi di dollari, con guadagni previsti tra i 50 e i 100 miliardi di dollari. Ma i piloti non erano stati formati” all’utilizzo del nuovo sistema. “I piloti del volo Boeing 737, quello su cui viaggiava Andrea Manfredi fecero l’impossibile nei 13 minuti per cercare di salvare le 189 persone che erano a bordo. Ma lottavano contro un sistema che non sapevano esistesse e che non sapevano disabilitare“, anticipano altri contenuti della causa contro la Boeing gli avvocati italo-americani Filippo Marchino e Margherita Giubilei. “Sarebbe bastato premere due bottoni, due pulsanti, per evitare che l’aereo precipitasse – continuano – A dieci giorni dall’incidente la Boeing rilasciò un manuale spiegando che anche nel 737 c’era questo sistema, come disattivarlo e come comportarsi nel caso si verificasse una evenienza simile a quella dell’Indonesia. Troppo tardi però per evitare l’incidente che ha causato la morte di 189 persone”.
Sarà l’unica causa contro la Boeing per il principio ‘forum non conveniens’, “concetto di diritto anglosassone – spiega l’avvocato – sviluppato per far sì che i tribunali americani, generalmente generosi nelle cause civili, non vengano inondati da cause esterne che non hanno niente a che fare con gli Stati Uniti. Quindi quando c’è un foro più conveniente, il giudice americano può rispedire lì le cause”. Per la giurisdizione americana, poiché l’incidente è successo in Indonesia, e 188 passeggeri erano indonesiani, verranno reindirizzate in Indonesia le cause inoltrate dalle famiglie indonesiane lasciando ‘attiva’ negli Usa solo la causa di Andrea Manfredi. “Andrea diventa il paladino di questo incidente – dice l’avvocato Marchino – con la famiglia che cercherà giustizia anche per tutti gli altri morti. Sarà un percorso che durerà anni, ci aspettiamo una battaglia ferrea dalla Boeing, è una multinazionale da miliardi di dollari che non ammetterà la colpa in tempi brevi o in maniera semplice”.