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La7, Ilaria Cucchi: “Salvini? Dopo un anno non mi ha ancora chiesto scusa. Ma viene nel mio quartiere per la sua campagna elettorale”

Salvini? Dopo un anno non mi ha ancora chiesto scusa“. Così Ilaria Cucchi risponde a Diego Bianchi, in una intervista trasmessa a “Propaganda Live” (La7), a proposito dell’invito rivolto lo scorso anno dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini alla famiglia Cucchi per un incontro pacificatore dopo le dichiarazioni offensive del leader della Lega a “La Zanzara” il 5 gennaio 2016.

“E’ passato un anno – continua la sorella di Stefano Cucchi – e Salvini non è più ministro. Però oggi è venuto a casa mia, nel mio quartiere Tor Pignattara. Certamente non è venuto qui per me e per chiedere scusa, ma per raccogliere le firme degli abitanti contro la sindaca Virginia Raggi e per fare campagna elettorale. Sicuramente è venuto qui a raccontare che, se buttiamo tutti gli extracomunitari di cui Tor Pignattara è stracolma, risolviamo i problemi del quartiere. E la cosa grave è che la gente gli crederà“.

Ilaria Cucchi commenta anche le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dal palco di piazza San Giovanni a Roma, nel corso del suo intervento dal palco della manifestazione della destra “Orgoglio Italiano” (“Bisogna togliere il galateo alle forze dell’ordine e riconsegnare loro il manganello”): “Il problema è l’ovazione del pubblico. Chi rappresenta e si vanta di rappresentare le istituzioni parla alla pancia di quelle persone che vogliono sentirsi dire esattamente quello. Qui sembra che dobbiamo sacrificare le vite e i diritti degli altri, così viviamo tutti meglio. La gente invece deve pensare alla possibilità che un giorno possa capitarle quello che è successo alla mia famiglia e a mio fratello. Non ci pensa – continua – perché i diritti degli altri non le interessano. La gente è estremamente ignorante su questo. E invece i diritti riguardano tutti. Sui diritti non si scende a compromessi. Non possiamo far passare il concetto secondo cui i diritti degli altri sono sacrificabili. Queste persone che continuano a fomentare l’odio devono riflettere sul fatto che, se passa questo concetto, magari domani i diritti violati saranno i loro“.