Con le sue teorie sessiste – in cui affermava che la “fisica è fatta dagli uomini e non dalle donne” – si era guadagnato la sospensione dall’Istituto di fisica nucleare e lo stop all’affiliazione al Cern di Ginevra. Ma ora Alessandro Strumia, fisico all’università di Pisa, ha trovato una rivista disposta a valutare per la pubblicazione la sua ricerca, secondo cui uomini e donne hanno le stesse opportunità nel campo della fisica e le donne non hanno necessariamente a che fare con un ambiente di lavoro più ostile. Lo studio in questione, corredato di grafici ed equazioni “sul numero delle donne ricercatrici e su quanta carriera hanno fatto”, scrive Repubblica, è stato intitolato “Questione di genere in fisica fondamentale” e la rivista che si è detta disposta a pubblicarlo è Quantitative Science Studies. Nel board editoriale, però, c’è già chi ritiene lo studio abbia molti punti deboli e sostenga “tesi infondate”.

Nata pochi mesi fa, scrive ancora il quotidiano, è “comunque affiliata alla casa editrice del Mit di Boston“. Il testo, al momento approvato ma non pubblicato, è sottoposto alla revisione di altri scienziati – procedura ordinaria per la pubblicazione su riviste scientifiche – e “ha promesso diritto di replica ai detrattori”. Tante le critiche della comunità scientifica, anche sui social. E su Repubblica interviene Speranza Falciano, membro della giunta dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, sconcertata dallo studio e dalle sue conclusioni. “Le donne hanno risultati migliori all’università e al dottorato. Poi spesso rinunciano. Sanno che dovranno farsi strada in un mondo quasi tutto maschile e che la scelta della carriera potrebbe pesare sulla vita privata”. Quindi, conclude, “la questione della disparità delle donne nella scienza esiste. Ed è ora di risolverla, non di fare polemiche inutili e dannose“. Oltre a negare la discriminazione delle donne nel settore, in passato Strumia aveva dichiarato che “gli uomini preferiscono lavorare con le cose, le donne con le persone”, che nel mondo della scienza “non si entra con un invito” e che “ci sono differenze nei sessi già nei bambini, prima che l’influenza sociale intervenga”.

La sintesi dello studio su Sciencemag – Allo studio di Strumia – che lui stesso ha già postato sul suo sito – Sciencemag, sito legato alla rivista Science, ha dedicato un articolo, spiegando le conclusioni del fisico che ha esaminato 1,3 milioni di paper pubblicati dal 1970 al 2019. Dopo avere diviso gli autori in uomini e donne, lo studio “conferma quello che lui chiama una ‘nota distorsione di genere’ della fisica fondamentale. A ogni quattro nuovi dottorandi, corrisponde solo una dottoranda. Per Strumia inoltre uomini e donne hanno opinioni simili su quali paper meritino di essere citati e gli autori di entrambi i generi citano i loro studi con le stesse percentuali. Un risultato diverso rispetto a un’analisi del 2016, che Strumia cita, secondo cui i ricercatori maschi citavano il loro lavoro in media del 56% in più rispetto alle autrici femminili. Secondo lo scienziato italiano, inoltre, non c’è differenza né rispetto ai tempi di assunzione di fisici uomini e donne dopo il conseguimento del dottorato, né rispetto al momento in cui decidono di lasciare la ricerca. Strumia nota che i suoi risultati contraddicono altri studi precedenti che hanno riscontrato una percentuale maggiore di donne che lasciano la carriera accademica rispetto agli uomini.

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