Cominciamo a ragionare. Piano piano, ma qualcosa succede. E qualcos’altro succederà. Perché ormai è certo, anche in Italia esistono ed esisteranno sempre due destre tra loro tendenzialmente incompatibili. Lo ha spiegato bene sul Foglio Luigi Di Gregorio, autore di un libro, Demopatia, che descrive alla perfezione una democrazia mediatizzata e psicologica diventata una sondocrazia permanente, i cui leader assumono le caratteristiche dei follower, inseguitori dell’opinione pubblica.
Ecco, la differenza tra le due destre in fondo a proprio questa: da una parte una destra estrema che rincorre la pancia del paese, gode dell’odio verso il diverso, assorbe il peggio della società; dall’altra una destra civile, una buona destra, capace di ragionare senza istinti, capace di prendere decisioni con la forza della conoscenza. Ecco: questa destra esiste, eccome se esiste. Esiste nella società, nel dibattito pubblico. Ed esiste sopratutto nella distanza psicologica che molti italiani sentono nei confronti della destra cattiva, becera, stupida – oggi dominante. Questa destra non esiste ancora come offerta politica, come movimento capace di intercettare consensi da destra per trasformarli in fattiva azione di governo.
La sfida che lancia Di Gregorio con il suo libro è proprio questa: servono uomini coraggiosi e di buona volontà capaci di aggregare una forza politica che riparta da un’idea avanguardistica della politica, capace di farsi seguire e non tristemente inseguitrice. Capace, anche, di essere davvero élite, di essere migliore del popolo e non peggiore. Una politica in qualche modo aristocratica che abbia la forza di prendere decisioni impopolari per il bene del popolo. Da qui bisogna cominciare, goccia dopo goccia, uomo dopo uomo, per costruire una nuova storia a destra. Perché è quello che serve all’Italia, a tutta l’Italia.