La manovra arriva oggi in Parlamento, con due settimane di ritardo rispetto alla data prefissata, il 21 ottobre. Dopo l’ok della Ragioneria dello Stato e la firma del capo dello Stato, Sergio Mattarella, lunedì la presidenza di Palazzo Madama riceve sulla sua scrivania il testo della prima legge di bilancio del governo giallorosso, aprendo ufficialmente la sessione dedicata martedì pomeriggio con le consuete comunicazioni del presidente che assegnerà alla commissione Bilancio la legge. Per l’esame della manovra le due Camere hanno a disposizione un mese ciascuna (per l’esattezza 40 giorni in prima lettura e 35 in seconda): una consueta corsa contro il tempo verso l’approvazione entro il 31 dicembre. Quest’anno, con un’incognita in più: la manovra alla prova di Montecitorio troverà Claudio Borghi, esponente della Lega, alla presidenza della commissione Bilancio. Sarà il Carroccio a decidere l’ammissibilità degli emendamenti e l’ordine dei lavori.

Durante la sessione di bilancio tutti gli organismi parlamentari saranno impegnati ad esaminare il documento praticamente in sede esclusiva, con il diktat di non affrontare provvedimenti che potrebbero modificare i ‘conti’ dello Stato messi già nero su bianco. Il primo passaggio è l’assegnazione alla commissione Bilancio del testo da parte del presidente del Senato, che fa un esame preliminare per verificare che non vi siano norme estranee (che non incidono sulla contabilità pubblica, o microsettoriali o di interesse solo locale), che eventualmente vengono stralciate ed inserite in autonomi disegni di legge. A Palazzo Madama la prima fase – che impegna circa una settimana – è quella delle audizioni dei principali attori di questo tema (Bankitalia, Corte dei Conti, Upb e soprattutto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri). Parallelamente la commissione Finanze della Camera ha già iniziato l’esame del decreto fiscale che viaggerà parallelamente alla manovra.

Al termine della discussione generale (che dura un’altra settimana), si entra nel vivo dell’esame solo quando vengono presentati gli emendamenti e vengono votati nei successivi dieci giorni. Sarà quello il momento che le annunciate richieste di modifica si verificheranno con la realtà dei numeri. Terminato il passaggio in commissione, il provvedimento viene esaminato dall’Aula. Calendario alla mano, quest’anno la legge di bilancio dovrebbe incassare il primo via libera a Palazzo Madama tra fine novembre e la prima settimana di dicembre per poi passare a Montecitorio.

Alla Camera si ripete l’iter. Se i deputati decidessero di modificare ulteriormente il testo, servirebbe una terza lettura per l’approvazione finale, in tempi strettissimi. Per evitare l’esercizio provvisorio, infatti l’esame della manovra si deve chiudere entro il 31 dicembre. Il percorso si incrocia anche con il vaglio del progetto di bilancio da parte della Commissione europea. Ad una lettera con richiesta di chiarimenti da parte della Commissione Ue il 22 ottobre, il governo ha risposto il giorno dopo, ricevendo un primo nulla osta da parte di Bruxelles che il 20 novembre renderà pubblici i giudizi sulle leggi di Bilancio di tutti i Paesi dell’Eurozona.

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