Il ministro ha tagliato il nastro della più importante fiera europea dedicata alla circular economy, in programma al quartiere fieristico di Rimini dal 5 all’8 novembre. “Tutto quello che è biocompostabile, recuperabile e rigenerabile non va tassato"
Con il taglio del nastro affidato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, Ecomondo 2019, la più importante fiera europea dedicata alla circular economy, in programma al quartiere fieristico di Rimini dal 5 all’8 novembre, non poteva che accendere i riflettori sull’argomento più discusso del momento, quello della plastic tax. “Chiedo al Parlamento – ha detto il ministro Costa – di dare un aiuto in più alle aziende a modificare il sistema, dalle plastiche che non sono riciclabili a quelle che sono riciclabili e compostabili, con un credito d’imposta supplementare”. Chiara la posizione del ministro: “Se si tassa e basta, e non si aiutano le aziende a cambiare sistema produttivo, rischiamo di perdere quote di mercato e posti di lavoro”. Da qui la soluzione del credito di imposta. “Questo è già bozza. In tre settimane, cambiamenti sulla tassa sulla plastica ci sono già stati – ha aggiunto – Il 10%? Lo vogliamo aumentare a un 20-25%? Vogliamo immaginare che la tassa non sia da gettito, ma da scopo? Che serva per modificare il sistema, per andare verso la tutela ambientale? Questo credo che il Parlamento voglia e possa farlo”. A margine dell’inaugurazione, Costa ha anche sottolineato: “Tutto quello che è biocompostabile, recuperabile e rigenerabile non va tassato. Non solo è una tecnologia italiana esportata in tutto il mondo, ma è anche qualcosa che va in economia circolare”.
IL SOTTOSEGRETARIO FRACCARO: “DOBBIAMO FARE DELLE SCELTE” – Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. “C’è stata un’apertura. Noi riteniamo che questo orientamento del governo sia da mantenere, anche durante la conversioni in aula”, ha detto, annunciando che l’intenzione è quella di dialogare con le imprese “per trovare la possibilità di facilitare ulteriormente la riconversione verso la sostenibilità, ma dobbiamo fare delle scelte, è il momento di farlo. Riteniamo che ormai debba essere abbandonata il più possibile la plastica, per un’economia più circolare e sostenibile”.
IN ITALIA LA GREEN ECONOMY ARRANCA – Anche perché i dati sull’ambiente non sono incoraggianti. Le emissioni di gas serra non calano da 5 anni, i consumi di energia sono tornati a crescere, l’aumento delle rinnovabili si è quasi fermato negli ultimi 5 anni, l’ecoinnovazione non decolla, il parco auto italiano resta il più ‘denso’ d’Europa (644 auto ogni mille abitanti), le emissioni delle nuove auto aumentano dal 2018 e peggiora il tasso di circolarità. È questa la fotografia dell’economia per l’ambiente in Italia scattata dal rapporto annuale degli Stati Generali della Green Economy. Le emissioni di gas serra dal 2014 sono tornate a crescere. Nel 2017 le emissioni si sono attestate a 428 MtCO2eq (milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica), un valore di poco superiore a quello registrato nel 2014. Nel 2018 le emissioni non accennano a diminuire, attestandosi intorno alle 426 MtCO2eq, e anche i dati del primo semestre del 2019 indicano un aumento. Responsabile è il settore dei trasporti.
ECOMONDO – La 23a edizione della manifestazione organizzata da Italian Exhibition Group, si svolgerà in contemporanea con Key Energy, il salone delle energie rinnovabili e il biennale Sal.Ve, salone del veicolo per l’ecologia. Quest’anno si aggiunge la prima edizione di DPE – Distributed Power Europe, l’evento dedicato alla power generation. Sono attesi mille e trecento espositori da 30 Paesi e visitatori da 150 Paesi. In programma 150 seminari con mille relatori, tra rappresentanti delle istituzioni, esperti del settore, associazioni e anche aziende, che diranno la loro e illustreranno esperienze e progetti. Dalle imprese ai consorzi che si occupano dei riciclo nel nostro Paese, per tutti gli operatori Ecomondo sarà un’importante vetrina ed è proprio in questo contesto che diventa fondamentale fare chiarezza ed essere trasparenti su quali siano gli obiettivi da perseguire e lo stato dei fatti nel nostro Paese: dalla plastica prodotta (soprattutto quella inutile) a quella effettivamente riciclata.
I RIFIUTI – Saranno gli eventi faro, focalizzati sui temi più attuali (dalla gestione dell’acqua alla frontiera del biogas), a tracciare il solco principale dei contenuti scientifici della fiera. Oggi si è parlato dell’aumento dei costi di smaltimento dei rifiuti per l’industria manifatturiera del Paese, che è incrementato di oltre il 40% negli ultimi due anni. Questa la stima che emerge dallo studio ‘I rifiuti speciali e la competitività del sistema delle imprese’, realizzato da Ref ricerche in collaborazione con la Fondazione Utilitatis, e presentato da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche). “Alla base di questi aumenti – avverte Utilitalia – che hanno pesato sull’equilibrio domanda-offerta nel mercato dei rifiuti speciali, le difficoltà nello smaltimento dei rifiuti e l’ampiamento dei tempi di ritiro da parte degli smaltitori, dovuto alla carenza impiantistica”. A livello nazionale il bilancio nel 2017 chiude in passivo per circa 2,1 milioni di tonnellate, dato coerente con la somma delle quantità di rifiuti esportate (circa 1,3 milioni di tonnellate, al netto dell’import) e di quelle stoccate e destinate a smaltimento (circa 700mila tonnellate). Tra le cause della fragilità del sistema di gestione, lo studio ne mette in evidenza alcune in particolare: il forte aumento della produzione di rifiuti speciali nel triennio 2016-2018, la chiusura del mercato cinese alle importazioni di rifiuti (plastica riciclabile, residui tessili e carta di qualità inferiore) nel gennaio del 2018, la sentenza del Consiglio di Stato del febbraio del 2018 che ha bloccato l’End of Waste, fermando l’intera filiera dell’economia circolare, lo stop ai fanghi di depurazione in agricoltura e anche l’incremento della raccolta differenziata, in particolare nel Mezzogiorno, che ha aumentato notevolmente la necessità di smaltimento degli scarti provenienti dal riciclo.
DALLA STRATEGIA PER LA PLASTICA ALL’ECONOMIA CIRCOLARE – Il tema della plastica sarà al centro di un ampio programma di incontri a Ecomondo, come il convegno previsto per il 6 novembre (alle 10) dal titolo ‘La Strategia italiana per la plastica’, a cura del ministero dell’Ambiente. Nella prima parte, il convegno vuole affrontare le modalità normative con le quali l’Italia si sta preparando a recepire la direttiva europea sulla plastica. Parteciperà anche Stefano Vignaroli, presidente della Commissione Ecomafie, che già nella giornata di apertura ha previsto una visita presso la cooperativa Casa del pescatore e il porto di Cattolica, con l’obiettivo di approfondire il tema dei rifiuti plastici in mare e dell’utilizzo delle retine in plastica per la mitilicoltura, che secondo i dati raccolti da Ispra sono rifiuti particolarmente abbondanti lungo le coste italiane. Il pomeriggio un altro evento sarà invece dedicato all’economia circolare, allo scenario dei prossimi vent’anni e ai nuovi trend. Il 7 novembre si parlerà, invece, del futuro della progettazione di imballaggi sostenibili. Nella stessa giornata, una serie di eventi organizzati dall’Agenzia Esecutiva della Commissione Europea, faranno da faro sui progetti e le azioni supportate e finanziate a livello europeo nei settori della Mobilità Sostenibile (sono circa 180 i progetti finanziati attraverso il progetto LIFE per il trasporto sostenibile, per circa 350 milioni di euro), dello Spreco alimentare, dell’Edilizia sostenibile (gli edifici assorbono il 40% dell’utilizzo energetico europeo) e sulla tematica della gestione della Plastica (in Europa ammontano a 25,8 milioni le tonnellate di rifiuti in plastica prodotti annualmente, di cui solo il 30% viene raccolto e avviato al riciclo).