L’annuncio di ArcelorMittal di voler riconsegnare allo Stato le chiavi degli stabilimenti dell’Ilva scatena il tutti contro tutti nel mondo politico. In attesa del faccia a faccia tra il premier Giuseppe Conte e l’amministratore delegato Lucia Morselli, in programma mercoledì alle 11, crescono i distinguo della maggioranza mentre l’opposizione chiede a gran voce che il presidente del Consiglio vada in Aula a riferire con urgenza sulla crisi dell’ex Ilva di Taranto che ha riportato in bilico oltre 10mila operai e fa tremare l’indotto. “È stato stipulato un contratto e domani saremo inflessibili sul rispetto degli impegni“, è stato il messaggio di Conte alla vigilia dell’incontro con l’azienda. Quindi ha aggiunto: “Hanno partecipato a una gara con evidenza pubblica e in Italia si rispettano le regole. Difenderemo le 9mila famiglie e l’indotto”.

Intanto il colosso della siderurgia ha informato i sindacati che mercoledì partirà l’iter per restituire gli impianti e ha già consegnato al Tribunale di Milano la richiesta di accertamento delle ragioni del recesso. “Una citazione lunga 37 pagine, con 37 allegati e firmata da 7 avvocati. Dimostra che preparavano l’addio da settimane, forse da mesi”, ha commentato il ministro M5s Stefano Patunaelli che accusa ArcelorMittal di aver “sbagliato piano industriale” con “errori macroscopici dei vertici”. Dietro la mossa strutturata del colosso franco-indiano dell’acciaio, insomma, il titolare dello Sviluppo Economico intravede una strategia pensata prima dell’avvicendamento tra Mathieu Jehl e Morselli, entrata in sala di comando lo scorso 15 ottobre.

Aspettando il redde rationem con l’azienda, è la polemica politica a tenere banco mentre i sindacati vanno verso una “mobilitazione” a Taranto, dove in mattinata si è riunito il consiglio di fabbrica e nel pomeriggio Morselli ha incontrato i delegati che, stando a fonti sindacali, sono stati informati della volontà dell’azienda di avviare già mercoledì la procedura con cui restituisce gli impianti all’amministrazione straordinaria che comporterà, a valle, la cessazione dei contratti a tempo determinato dei lavoratori con ArcelorMittal. “Ci hanno detto che – ha sottolineato il segretario territoriale della Uilm Antonio Talò – che domani daranno seguito alla procedura annunciata per la restituzione dello stabilimento ai commissari straordinari e che fino all’ultimo minuto in cui saranno qui non solo pagheranno i lavoratori ma continueranno a fare le operazioni propedeutiche al mantenimento dell’impianto. Noi ci crediamo poco”. Per Talò l’avvio della restituzione è un “segnale che la loro decisione è già presa”.

Il Partito Democratico e Italia Viva intanto hanno annunciato di essere pronti a presentare emendamenti per la reintroduzione dello scudo penale, trovando una sponda nel segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, chiede di tornare alla norma prevista e poi abolita nel decreto Salva-Imprese. Ma alle spalle delle ragioni più argomentate dalla multinazionale, resta la crisi del mercato dell’acciaio che provoca 2 milioni di euro di perdite al giorno nello stabilimento di Taranto. Tra impianti vecchi, prescrizioni e calo della domanda, ArcelorMittal è in rosso e l’annuncio del disimpegno viene letto da molti come una mossa violenta per cercare di costringere il governo a contrattare un nuovo accordo che preveda meno occupati (attualmente sono 10.700, 1.260 dei quali in cassa integrazione ordinaria) e un canone di affitto più leggero.

Sullo sfondo, l’idea di Matteo Renzi – rilanciata da alcuni quotidiani – di riportare in campo la cordata perdente nella gara del 2017, quella composta da Jindal, Arvedi, Cassa Depositi e Prestiti e la finanziaria Delfin di Leonardo Del Vecchio. Per l’ex premier, “nessuno di noi fa nascere cordate ma qualora si arrivasse per le norme italiane a ottenere il recesso, essendo Mittal il primo della gara, si va a chiedere al secondo che è già lì, non è una cordata inventata da noi”. In realtà, l’offerta presentata all’epoca non è più valida e il consorzio Acciaitalia che raggruppava i partecipanti alla cordata si è sciolto.

Tanto che Alessia Morani, ex pasdaran renziana e ora sottosegretaria allo Sviluppo economico, ha twittato: “Giusto per notizia: a chi parla di Acciaitalia (formata dalla cordata CDP, Jindal, Arvedi e Del Vecchio) vorrei ricordare che, a suo tempo, è stata cancellata dal registro delle imprese”. Per di più, stando alle norme europee, la riassegnazione del gruppo Ilva dovrebbe passare attraverso una gara europea. Salvo provvedimenti ad hoc. “Il mio interlocutore è ArcelorMittal, non Jindal”, ha tagliato corto Conte a chi gli chiedeva del ‘piano B’.

Gli indiani che guidavano la cordata, tra l’altro, hanno nel frattempo acquisito le ex Lucchini di Piombino, subentrando agli algerini di Cevital. Anche lì, nel 2014, erano stati sconfitti ma sono poi stati richiamati dopo il nulla prodotto da Issad Rebrab. Jw Steel è entrato nelle acciaierie toscane da oltre un anno, ma i sindacati avevano recentemente fatto notare a Ilfattoquotidiano.it come al momento continui a mancare un piano industriale. E nel frattempo restano in cassa integrazione (appena rinnovata per 24 mesi) circa 1.600 operai.

CRONACA ORA PER ORA

19.50 – Morani: “La vecchia cordata? Non esiste più”
“Giusto per notizia: a chi parla di Acciaitalia (formata dalla cordata CDP, Jindal, Arvedi e Del Vecchio) vorrei ricordare che, a suo tempo, è stata cancellata dal registro delle imprese”, ha twittato la sottosegretaria allo Sviluppo Economico, Alessia Morani, in quella che sembra una risposta a Matteo Renzi, di cui è stata fedelissima.

19 – I sindacati: “Decisione già presa”
L’Ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli ha confermato ai segretari generali di Fim, Fiom, Uilm e Usb, nel corso di un incontro che si è svolto oggi pomeriggio nello stabilimento tarantino, la volontà di recedere dal contratto per l’acquisizione della fabbrica già espressa ieri. Lo hanno reso noto gli stessi sindacati al termine della riunione: “Ci hanno detto che – ha sottolineato il segretario territoriale della Uilm Antonio Talò – che domani daranno seguito alla procedura annunciata per la restituzione dello stabilimento ai commissari straordinari e che fino all’ultimo minuto in cui saranno qui non solo pagheranno i lavoratori ma continueranno a fare le operazioni propedeutiche al mantenimento dell’impianto. Noi ci crediamo poco”. Il fatto che partano domani con “la procedura dell’art. 47 annunciata – afferma il sindacalista – è come un segnale che la loro decisione sia stata già presa. Abbiamo chiesto alla dottoressa Morselli se il dado è tratto e diplomaticamente ci ha detto che non sta a lei rispondere. Allo stato attuale ancora no”.

18.45 – Azienda tira dritto: avanti iter per restituire l’impianto
Arcelor Mittal avrebbe ribadito di voler lasciare lo stabilimento e avviare già domani la procedura con cui restituisce gli impianti Ilva all’amministrazione controllata. E’ quanto spiegano fonti sindacali dopo l’incontro a Taranto tra l’ad Lucia Morselli e i sindacati territoriali di Fim Cisl, Fiom Cigl e Uilm. Durante l’incontro con Morselli “ci è stato detto che al momento, per quanto attiene le questioni del piano ambientale e delle manutenzioni di cui necessita lo stabilimento, continueranno a mantenere gli impegni fino a quando rimarranno”, ha detto Biagio Prisciano della Fim Cisl, sottolineando che la procedura per la restituzione dello stabilimento ai commissari “poteva essere fatta successivamente, ma Morselli ha dichiarato che domani sarà anche importante l’incontro con il premier Conte”.

18 – Lezzi: “Ringrazio la Lega, scudo abolito grazie a loro”
“So che possono essere intraprese diverse strade, ma senza tornare indietro su quello che il Parlamento ha deciso due volte, una volta con la Lega e una con il Pd”. Lo ha detto in Aula al Senato l’ex ministro per il Sud Barbara Lezzi a proposito dell’immunità penale per la bonifica penale ad Arcelor Mittal. “Io sono sempre stata contraria all’ immunità e ringrazio la Lega perché grazie a loro che abbiamo abolito lo scudo. La mia posizione non è mai cambiata”, ha aggiunto Lezzi.

17.10 – Renzi: “Noi col premier ma togliamo alibi dello scudo”
“#Ilva. Togliamo alibi a Mittal e noi siamo pronti su scudo penale (eliminato da Governo precedente). Ma quando Conte dice che Mittal DEVE onorare il contratto, noi stiamo con il premier. Se recede paga Mittal, non lo Stato. Stiamo con chi cerca lavoro non con chi cerca visibilità”. Così su Twitter Matteo Renzi.

17 – Giovedì informativa di Patuanelli in Senato
Giovedì il ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, sarà nell’aula del Senato alle 16.30 per “l’informativa sulla situazione dell’Ilva”. Lo annuncia il presidente di turno di palazzo Madama, Roberto Calderoli.

16.15 – Messina (Banca Intesa): “Importante trovare accordo”
Sul caso di ArcelorMittal che intende abbandonare l’ex Ilva di Taranto perché è venuto meno lo scudo fiscale “è molto meglio aspettare qualche giorno per capite che cosa sta accedendo”. Lo afferma il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, rispondendo a una domanda sugli asset finanziari del gruppo dell’acciaio. “E’ molto importante che in questa fase si possa trovare una qualche forma di accordo tra ArcelorMittal e il governo, si sono impegnati a negoziare per un accordo”, aggiunge Messina. Intesa era nella cordata di ArcelorMittal in fase di gara.

15.40 – Bonelli: “In 7 anni non è stato fatto nulla”
“Dopo 7 anni dalla data del sequestro dell’impianto, avvenuto il 26 luglio del 2012, non si è risolto nulla: le bonifiche non sono state fatte e gli impianti non sono stati messi in sicurezza. Sono stati però approvati 12 decreti salva Ilva che hanno sospeso i diritti costituzionali della popolazione tarantina: è stato fatto un pasticcio che ha responsabilità politiche in quei leader politici, ieri ministri e capi di governo, che oggi a vario titolo si accusano a vicenda”, così è il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli. “E’ una bugia enorme quella di chi dice che Mittal rischia di rispondere di responsabilità di altri, perché non c’è bisogno dell’immunità per tutelare Mittal da reati che sono stati commessi nel passato e quindi non da lei: il nostro ordinamento su questo è chiaro”, sottolinea.

15.20 – L’ex ministro Ronchi: “Togliere scudo è dare alibi”
“Io non se Arcelor Mittal cercasse o no un pretesto per ritirarsi dall’ex Ilva. Però aver tolto lo scudo legale, le ha offerto un alibi che poi ha subito usato. Probabilmente ha anche altri disegni, questo si capisce, sulla richiesta di 5.000 esuberi. Io quel favore lì non glielo avrei fatto”. Lo ha detto Edo Ronchi, ex ministro dell’Ambiente ed ex subcommissario all’Ilva di Taranto, a margine degli Stati Generali della Green Economy, alla fiera Ecomondo a Rimini.

14.51 – Tutti i gruppi parlamentari chiedono a Conte di riferire
Tutti i gruppi parlamentari hanno chiesto nell’Aula della Camera che il governo riferisca sulla situazione dell’ex Ilva. La vicepresidente Maria Edera Spadoni ha comunicato che la presidenza della Camera ha già avanzato la richiesta in tal senso presentata ieri da Iv al governo, che non ha ancora comunicato quando riferirà.

14.37 – Patuanelli: “Preparavano addio da tempo”
“Questa notte è stato depositato da Arcelor Mittal, presso il Tribunale di Milano, un atto di citazione nei confronti dei Commissari straordinari, sottoscritto da sette legali e composto da 37 pagine e 37 allegati. Questo a dimostrazione che da settimane, forse da mesi, l’azienda preparava l’abbandono dell’area”. Lo sottolinea il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in un post su Facebook. “Arcelor Mittal ha deciso di andarsene da Taranto, come dimostra la lettera di ieri, ancora prima della ristrutturazione della governance dell’azienda. Il compito del nuovo Ad e dei nuovi dirigenti è di traghettare la proprietà indiana fuori dallo stabilimento”, aggiunge. “Il piano industriale dell’azienda è stato disatteso nei numeri, disatteso nella prospettiva di rilancio e – spiega il ministro – non ha proiezione futura. Questo per via di errori macroscopici delle figure apicali e di contingenze macroeconomiche legate al mercato dell’acciaio: dazi, calo produttivo della Germania, rallentamento dell’automotive a livello internazionale”.

14.20 – Gualtieri: “Fare di tutto per salvarla”
“Penso che un paese serio debba fare tutto il possibile e il necessario per evitare quello che sarebbe un esito negativo drammatico”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nel corso dell’audizione sul dl fisco, rispondendo a domande dei deputati sulla situazione dell’ex Ilva. “Mi è piaciuto il titolo di un quotidiano che ha citato le parole dell’ormai ex presidente della Bce, Mario Draghi: whatever it takes…”.

14.15 – Il vescovo di Taranto: “Disastro viene da lontano”
“Questo disastro viene da lontano. Trenta anni fa, Giovanni Paolo II venne a Taranto e disse: ‘E’ suonato il campanello di allarmè. Il Papa indicava una produzione non a danno dell’uomo, piani di sviluppo alternativi, lo aveva detto 30 anni fa. Il fatto è che siamo alla non-curanza da tanto tempo. C’è stata una lungimiranza mancata da parte della politica, dell’azienda perché a quell’epoca già cominciava Riva che ha pensato solo a fare l’acciaio e non ad avere un rapporto positivo con l’ambiente e la città”, lo ha detto il vescovo di Taranto Filippo Santoro.

14.05 – Conte: “Difenderemo 9mila famiglie e indotto”
All’ex Ilva “non sono solo in gioco 9 mila famiglie ma c’è tutto un indotto molto più cospicuo. Faremo di tutto per difendere gli investimenti produttivi e questa comunità di persone che lavorano anche nell’indotto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano.

14 – Marcucci: “Conte venga in Parlamento”
“Il Pd depositerà nelle prossime ore una richiesta di informativa urgente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sulla questione ex Ilva. Crediamo che il presidente debba venire a riferire in Parlamento la prossima seduta o comunque in tempi brevi”. Lo annuncia il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci. “Ricordiamo al Premier – sottolinea Marcucci – che il Senato ha approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a garantire, in tempi rapidi e mediante ogni azione opportuna a tali fini, la permanenza dell’attività produttiva del complesso siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, garantendo altresì, per questa via, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e di quelli legati all’indotto”.

13.55 – Zingaretti: “Non scaricare sui lavoratori”
“Il costo dell’incertezza sulle politiche industriali non si può scaricare, ancora una volta, sui lavoratori e non può pregiudicare la riconversione industriale e la tutela sanitaria e ambientale di una comunità”. Lo sottolinea Nicola Zingaretti in una nota. “Allo stesso tempo Arcelor Mittal non trovi alibi a proposito di un piano industriale e di un piano ambientale che deve rispettare, rilanciando il sito e realizzando gli interventi di bonifica promessi. Chi inquina paga ma chi deve attuare un piano ambientale non può rispondere penalmente su responsabilità pregresse e non sue. Proporremo iniziative parlamentari in questo senso”.

13.40 – Palombella (Uilm): “Capolavoro della politica”
“Siamo di fronte ad una situazione drammatica, ad un grande capolavoro della politica. Ed è stato fatto scientificamente; si è voluto mettere lo stabilimento in condizione di fermarsi dando ad ArcelorMittal l’albi per riprendere a dettare lei le condizioni”. Così il leader Uilm, Rocco Palombella, a margine del riavvio della trattativa sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici, commenta la situazione dopo la decisione di ArcelorMittal di lasciare la proprietà degli stabilimenti dell’ex gruppo Ilva seguita al voto Parlamentare che ha soppresso, con il Dl salva imprese, l’immunità penale per i vertici della multinazionale.

13.26 – Re David (Fiom): “Togliere alibi gigantesco”
“Io trovo che il governo abbia fornito all’Ex Ilva un alibi gigantesco sul rispetto dell’accordo. Un alibi gigantesco. E il non offrire un quadro certo sia un elemento che sta all’opposto di fare politica industriale. Un quadro legislativo certo è una necessità: varare una immunità che non era permanente perchè avrebbe seguito il cronoprogramma ambientale e toglierlo appena 2 mesi dopo e pretendere che questo non abbia nessun significato, trovo sia stato davvero un grossissimo autogol da parte del governo”, così il leader Fiom, Francesca Re David.

13.16 – Conte: “Jindal? Nostro interlocutore è Arcelor”
“Io domani incontro i vertici dell’azienda, non incontro Jindal. Il nostro interlocutore è chi c’è adesso e che deve rispettare gli impegni contrattuali”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a chi gli chiedeva delle indiscrezioni secondo cui Matteo Renzi sarebbe in contatto con il gruppo Jindal per un nuova cordata per l’ex Ilva.

13.15 – Domani presidio degli operai a Taranto
È appena terminata la riunione del Consiglio di Fabbrica convocato ieri d’urgenza da Fim Cisl- Fiom Cgil e Uilm Uil di Taranto per decidere le possibili mobilitazioni a seguito dell’annuncio di Arcelor Mittal di recedere dal contratto di affitto dello stabilimento siderurgico ex Ilva del capoluogo jonico. Considerato che ci sono appuntamenti importanti convocati nelle prossime ore e questioni aperte (nel pomeriggio previsto un incontro azienda-sindacati e domani l’incontro a Roma con il presidente del consiglio Giuseppe Conte), i sindacati hanno deciso che il consiglio di fabbrica rimane riunito in modo permanente mentre domattina ci sarà un presidio dei lavoratori vicino alla direzione aziendale. “Ovviamente se dovessero arrivare aggiornamenti nella giornata di oggi o di domani non si escludono ulteriori iniziative”, spiega all’Adnkronos Biagio Prisciano, segretario aggiunto della Fim Cisl di Taranto-Brindisi.

13.03 – Delrio: “Pronto emendamento Pd per ritorno a scudo”
“Prima vengono i lavoratori. Abbiamo già preparato un emendamento per ritornare alla situazione precedente in ex-Ilva e togliere ogni pretesto a chiunque”. Lo ha detto all’ANSA il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, commentando l’annuncio della Arcelor Mittal di voler abbandonare lo stabilimento ex Ilva di Taranto.

12.57 – Patuanelli: “Non ci sono clausole sullo scudo penale”
“Non esiste alcuna clausola di recesso legata al cosiddetto scudo penale. Esiste una clausola di recesso in caso cambi il piano ambientale (DPCM 29 settembre 2017, che ha integrato e modificato altro DPCM del 2014), cosa mai avvenuta. Nessun c’è alcun riferimento implicito o esplicito all’immunità penale negli elementi dell’accordo e del contratto”. Lo afferma Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico.

12.55 – Commissione Ue: “Decisione privata, no comment”
La scelta di ritirarsi dalla gestione dell’ex Ilva di Taranto annunciata dal gruppo siderurgico Arcelor Mittal “è la decisione di una società privata”, pertanto la Commissione Europea “non ha alcun commento da fare”. Lo dice la portavoce capo della Commissione Mina Andreeva, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

12.51 – Conte: “Saremo inflessibili”
“È stato stipulato un contratto e domani saremo inflessibili sul rispetto degli impegni incontrando Arcelor Mittal”. Lo ha detto il presidente del consiglio Giuseppe Conte aggiungendo che “hanno partecipato a una gara con evidenza pubblica e in Italia si rispettano le regole”.

12.46 – Salvini: “Pronto a votare emendamento che salva posti”
“Se il governo porta un provvedimento utile per salvare i posti di lavoro avrà il sostegno della Lega. Questo è il nostro impegno”.Così il leader della Lega Matteo Salvini, alla manifestazione di Napoli. “Ma se il Governo va avanti aggrappandosi ai codicilli faremo barricate in Parlamento – ha aggiunto Salvini – non scherziamo proprio con il lavoro di 10 mila persone”.

12.40 – Nel pomeriggio incontro operai di Taranto con l’ad
Oggi alle 17 i sindacati metalmeccanici incontreranno nello stabilimento siderurgico di Taranto l’amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli. Lo si apprende da fonti sindacali a margine del consiglio di fabbrica unitario che si sta svolgendo alla presenza dei delegati di Fim, Fiom e Uilm. Il confronto era stato chiesto dalle stesse organizzazioni sindacali dopo la comunicazione dell’azienda che ha chiesto la rescissione del contratto di affitto finalizzato all’acquisto.

12.25 – ArcelorMittal si rivolge al Tribunale
E’ stata depositata questa notte, dai vertici di ArcelorMittal, la richiesta al Tribunale di Milano di accertamento delle ragioni che hanno condotto la multinazionale dell’acciaio a recedere dal contratto di affitto e acquisizione degli impianti dell’ex gruppo Ilva. È quanto apprende l’Adnkronos il giorno dopo l’annuncio da parte di ArcelorMittal del recesso dal contratto o risoluzione dello stesso seguito all’accordo firmato nel 2018.

12 – Fraccaro: “Recesso ingiustificato”
“Il governo non accetta ultimatum. Riteniamo che il recesso non sia giustificato, come ha affermato invece l’azienda. Il governo ha immediatamente convocato le parti sociali e l’azienda stessa, le incontrerà e poi prenderà le sue decisioni”. Così Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, a margine del taglio del nastro di Ecomondo, oggi a Rimini.

11.54 – Costa: “L’ambiente non c’entra con l’addio”
Per quanto riguarda il mondo dell’ambiente, spiega il ministro Costa, “se ArcelorMittal poco più di un anno fa ha firmato liberamente e convitamente un addendum ambientale al piano ambientale e lo stanno realizzando, anche con un minimo di anticipo, non posso credere che un’azienda di dimensione planetarie come ArcelorMittal fra un anno e l’altro poi cambia idea. Mi sembra originale. Quindi qual è la vera motivazione?” “Finché tu rispetti il piano ambientale non ti devi preoccupare di aver o non avere l’immunità penale. Lo stanno rispettando, lo stanno anticipando di poco quindi l’immunità penale per aspetto ambientale non ha ragione di essere” conclude Costa.

11.39 – Fonti finanziarie: “Impegno Cdp è boutade”
È una ‘boutade’ l’ipotesi di una cordata che vede l’ingresso di Cassa e Depositi e Prestiti. A escludere questa eventualità sono fonti finanziarie interpellate dall’Adnkronos, in riferimento a notizie secondo le quali l’ex Premier Matteo Renzi, starebbe al lavoro per un’alternativa che replicherebbe la cordata, scesa in campo contro ArcelorMittal, con gli indiani di Jindal, Arvedi e Cdp. “Non c’è assolutamente nulla”, riferiscono le stesse fonti evidenziando che Cassa Depositi e Prestiti, che non è un fondo salva imprese, da statuto non può intervenire in operazioni di salvataggio di aziende in crisi.

11.35 – Renzi: “Emendamento per nuovo scudo”
“Il problema è che io ritengo che Mittal se ne voglia andare e stia cercando pretesti”. Lo afferma Matteo Renzi sull’e-news. “Qui il problema è capire se qualcuno vuole chiudere Taranto per togliersi dai piedi un potenziale concorrente. È un rischio che molti hanno evocato fin dai tempi della gara, nel 2017. Ma proprio per questo credo che si possa agevolmente recuperare la questione dello scudo penale anche con un emendamento al Dl fiscale che sta per arrivare in Parlamento (lo ha già preparato la collega Lella Paita e lo firmeranno molti di noi)”.

11.33 – Operai di Taranto verso la mobilitazione
E’ in corso nello stabilimento siderurgico di Taranto il Consiglio di fabbrica convocato d’urgenza da Fim, Fiom e Uilm ieri sera, in seguito alla comunicazione da parte di ArcelorMittal di rescindere l’accordo per l’affitto con acquisizione delle attività di Ilva Spa e di alcune controllate. C’è tensione tra i lavoratori che temono immediate ripercussioni dopo l’annuncio dell’ad Lucia Morselli della progressiva sospensione della produzione, a cominciare dall’area a caldo. In attesa del confronto tra governo ed azienda si stanno valutando forme di mobilitazione.
“Siamo di fronte – dicono i segretari dei sindacati – ad un vero e proprio ricatto della multinazionale e ad una mancata programmazione di politiche industriali da parte del governo che continua a non affrontare un tema scottante come il futuro ambientale, occupazionale e industriale di Taranto e di tutto il mezzogiorno”.

11.32 – Landini: “Torni l’immunità”
“Il governo deve togliere ogni alibi ad Arcelor Mittal, facendo applicare l’accordo che a suo tempo fu firmato. E’ necessario che il governo ritorni a quanto convenuto ai primi di settembre, cioè alla logica che non si può imputare ad Arcelor Mittal cose che possono riguardare chi ha gestito l’azienda prima di lei”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, parlando a Radio Anch’io del caso Ilva, rispondendo chiaramente “sì” alla domanda secca se l’immunità debba essere ripristinata.

11.31 – Buffagni: “Lo scudo è una scusa”
“Il problema Ilva era nell’aria, noi ora siamo al lavoro per tutelare l’occupazione e l’ambiente”. Lo ha detto il viceministro per lo sviluppo economico Stefano Buffagni, arrivando alla fiera di Milano per l’inaugurazione della 77/a edizione di Eicma, il salone mondiale delle moto. “Lo scudo giudiziario – ha aggiunto – è stato tolto perchè in questo paese il parlamento è sovrano, non sono sono sovrane le multinazionali e quindi è stata fatta una scelta che però oggi viene utilizzata come scusa perchè l’azienda perde più di un milione e mezzo al giorno durante la produzione per il cale della domanda e quindi stanno cercando un capro espiatorio. Noi dobbiamo affrontare il tema perché crediamo che la dignità del lavoro, la tutela dell’ambiente e anche il rispetto dei contratti siano fondamentali”. “Domani il presidente Conte ha convocato Arcelor Mittal a palazzo Chigi – ha concluso Buffagni – affronteremo il tema seriamente perché qui si parla di un settore fondamentale per i Paese”.

11.03 – Calenda: “Branco di dilettanti, cialtroni”
“Questi sono un branco di dilettanti allo sbaraglio che non ha mai lavorato un giorno fuori dalla politica, non sa cos’è una fabbrica, non sa cosa costa farla, cosa costa mantenerla. La parola giusta è cialtroni” . Così Carlo Calenda, eurodeputato di Siamo Europei ed ex ministro dello sviluppo economico, a 24 Mattino su Radio 24 intervistato da Simone Spetia e Maria Latella Calenda, ha commentato le mosse della maggioranza che hanno portato alla decisione di ArcelorMittal di disimpegnarsi dall’ex Ilva. “Lo scudo penale è stato rimosso perché a un certo punto il PD, dopo aver messo lo scudo penale, ha deciso di compiacere Barbara Lezzi e 15 senatori del Movimento 5 Stelle, quindi noi rischiamo di perdere la più grande acciaieria Europea, il più grande impianto del mezzogiorno, il più grande investitore da 4,2 miliardi da 40 anni a questa parte. Non so se questa vi sembra una cosa da fare, ho lavorato 3 anni per far arrivare questo investitore a Taranto”.

9.57 – Slitta incontro Conte-ArcelorMittal
Si terrà domani alle 11 a Palazzo Chigi , a quanto si apprende, l’incontro tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i vertici di ArcelorMittal. Al centro la decisione della multinazionale di lasciare gli stabilimenti dell’ex gruppo Ilva acquisiti nel 2018, a seguito della decisione del Parlamento di sopprimere l’immunità penale a carico degli amministratori della società.

9.28 – Confindustria: “Instabilità fa scappare investitori”
“I continui cambiamenti di norme, gli interventi a gamba tesa sulle norme penali, l’instabilità del quadro non solo non attraggono investimenti ma fanno scappare quelli che ci sono”. Così il dg di Confindustria, Marcella Panucci, a margine dell’audizione sul dl fisco. “La vicenda di Ilva è emblematica e consegue a una scelta fatta in Parlamento nelle scorse settimane di revocare uno dei punti qualificanti del contratto che l’investitore aveva firmato con lo stato italiano. Mi auguro che chi deve capisca quali sono le conseguenze di scelte irragionevoli e non meditate”.

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