In audizione alla commissione Lavoro della Camera il direttore generale Inail, Giuseppe Lucibello, ha sottolineato che dal 2010 i dipendenti sono calati del 20% e quelli dedicati alle attività ispettive sono passati da 367 a 279. E l’Ispettorato nazionale del lavoro, agenzia creata dal Jobs Act, secondo il suo numero uno Alestra è "un ibrido, che fatica a liberarsi da schemi e procedure ministeriali" e "non in condizione di esercitare appieno la sua governance"
Lo scorso anno i morti sul lavoro sono tornati ad aumentare. Ma gli enti a cui è affidata la vigilanza sono paralizzati dalla carenza di personale. A lanciare l’allarme, in audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera, sono stati i vertici dell’Inail e dell’Ispettorato nazionale del lavoro, l’agenzia creata dal Jobs Act per riunire le competenze in materia di tutela e sicurezza sui luoghi di lavoro. “Siamo in grande difficoltà, non solo per il calo del personale ispettivo ma per la perdita di 2mila unità operative dal 2010: un calo del 20%”, ha detto il direttore generale Inail, Giuseppe Lucibello. “A rischio c’è l’operatività”. E Leonardo Alestra, a capo dell’Inl, ha fatto un quadro ancora più preoccupante: “Oggi l’Ispettorato nazionale del lavoro è un’agenzia di nome ma non di fatto: non in condizione di esercitare appieno la sua governance. Neppure sono riuscito a capire se io sono un direttore generale o un amministratore delegato”.
“Il calo del personale, se non tempestivamente affrontato, mette in forse la mission dell’Istituto”, ha avvertito Lucibello. “E non si tratta solo delle funzioni di vigilanza ma anche di prevenzione degli infortuni, assistenza alle imprese e tutte le attività conseguenti a infortuni e malattie professionali”. Il 31 dicembre del 2010 il totale dei dipendenti Inail ammontava a 9.845 unità, il primo ottobre 2019 se ne contano 7.945, con una riduzione di 1.900 (-19,29%). Ancora più netta la diminuzione del personale dedicato alle attività ispettive: da 367 a 279 (-88, con una flessione del 23,97%). E già si profila un ulteriore calo che porterà le forze ispettive a ridursi a 237 unità tra il 2019 e il 2021 (-35,42%). Inoltre, a margine dell’audizione sulle attività di vigilanza, il dg ha fatto notare che “l’età media ormai è di 54 anni“. E che ad oggi “non ci sono stati segnali significativi di attenzione” per rimediare alla perdita di personale.
Per Alestra la riforma del 2015, parte del Jobs act, ha creato “un ibrido, che fatica a liberarsi da schemi e procedure ministeriali, stenta ad avere una propria identità”.
Inoltre l’Inl, prosegue Alestra, si ritrova con “ranghi impoveriti e invecchiati, che hanno subito un’erosione del 15%. Una condizione che permarrà anche l’anno prossimo, perché le nuove unità di personale previste nei diversi provvedimenti non entreranno prima del 2021“.