Il ritorno di Fiorello viene accolto dal pubblico di Rai1 con un boom di ascolti, Viva RaiPlay ha ottenuto al debutto ben 6.532.000 telespettatori con il 25,08% di share. Numeri significativi anche in virtù della durata di appena venti minuti, per essere precisi dalle 20.38 alle 20.58. “Avevo detto che mi sarei ritirato dalla tv e, invece, eccomi qua. Sono il Matteo Renzi della Rai“, scherza in apertura lo showman siciliano. Fiorello è ancora qui, mattatore e fuoriclasse. Più giovane dei giovani il “Sergio Mattarella dell’intrattenimento”. Viva RaiPlay è una botta di leggerezza, il defibrillatore per una tv che arranca. E così in bilico tra il troppo poco per il pubblico tradizionale di Rai1 e il troppo poco per i millenials e per la generazione Z che abita sui social. Forse il miglior compromesso per parlare a tutti. “Una intramuscolo televisiva”, un fulmine in un palinsesto dove regnano programmi lenti dalla durata monstre. E’ un lancio, un assaggio appunto, che ha come obiettivo il travaso di una parte di pubblico su RaiPlay. Se ci sarà o meno lo scopriremo, l’ondata mediatica servirà comunque a rendere più visibile l’offerta.
A Viale Mazzini per andare avanti guardano indietro con un mini varietà: corpo di ballo, pubblico in studio, orchestra, idee, scrittura, ospiti e lo showman al centro della scena. E’ già finito, pensi sul finale, con la sensazione di aver visto Maradona giocare a calcetto, ma se hai il tocco del campione bastano anche venti minuti. Un mix esplosivo con Raffaella Carrà e Achille Lauro che accompagno in macchina il padrone di casa e poi sgommano via, Pippo Baudo seduto su un trono lo benedice: “Io monarca della Rai do a te il lasciapassare“. Biagio Antonacci fermato all’ingresso, Giorgia che conduce, Calcutta che cerca la sala concerti e poi canta con Mengoni e Fiorello “Anna e Marco” per omaggiare Lucio Dalla.
Mollica in versione Muppet Show con un linguaggio teen, un bambino alla direzione di RaiPlay che gli concede “Rose Rosse” con l’autotune, Amadeus e lo showman che lasciano gli studi di via Asiago saltellando direzione i Soliti Ignoti. Si chiamano idee, favorite di certo da una carrellata di personaggi amici, che rappresentano una vera boccata d’ossigeno in una tv sempre più piatta. Idee scritte bene, perché, ricordiamolo, la forza di un programma è nella scrittura. Così gli haters e i wanna be analisti vengono derisi con la finta recensione in diretta: “Fiorello tutto qua?”. Il titolo giusto sarebbe più semplice ma necessario: “Fiorello, ancora”. Perché i tempi di Viva RaiPlay sono da web, in teoria dieci minuti ogni sera fino a venerdì ma diventano quasi venti, e sulla piattaforma online da venerdì 13 saranno quasi più televisivi con cinqunta minuti.
Il materiale per un grande show era già a disposizione ma Fiorello è stato chiaro, vuole guardare avanti. Un po’ per non rifare sempre le stesse cose e un po’ perché, come canta Renato Zero, “essere il primo a tutti costi davvero stanca”. E lui si protegge in spazi più piccoli e meno rischiosi (o forse lo sono di più?) ma in fondo per citare il titolo della canzone è “Ancora qui“. Con la bocca secca, con l’emozione del debutto, con 59 anni sulla carta d’identità e un patto d’acciaio con il pubblico che si rinnova ogni volta. Fiorello, ancora qui.