Televisione

VivaRaiPlay, venti minuti di Fiorello sono pochi? Riguardatelo

Fiorello ha sbancato. All'auditel, con un 25% di share che sa di "oltre le aspettative" e nel mettere a segno un colpo importante nel linguaggio televisivo. Un programma a metà tra RaiUno e il web. Difficile, quasi impossibile. Una cosa così trasversale che a pensarci si percepisce un senso di vertigine, tanto vasto è il pubblico di riferimento. Eppure ha funzionato

Una volta qualcuno disse a Paul McCartney che le prime canzoni dei Beatles erano troppo brevi. “Basta premere di nuovo play”, rispose il Macca. È una delle regole auree del pop, la brevità. E il varietà concentrato in una pillola che abbiamo visto ieri sera su RaiUno è stato bello come quelle canzoni che ti lasciano l’acquolina in bocca, quelle che vuoi risentire subito. Un altro ritornello sarebbe di troppo, storpierebbe la dinamica del pezzo. Meglio goderselo tutto, rimettendolo dall’inizio. Un mix tra jukebox e Spotify, con Pippo Baudo a fare da Re della tv e un bambino fissato con la trap a decidere i contenuti di RaiPlay, Fiorello con il suo VivaRaiPlay ha sbancato. All’auditel, con un 25% di share che sa di “oltre le aspettative” e nel mettere a segno un colpo importante nel linguaggio televisivo. Un programma a metà tra RaiUno e il web. Difficile, quasi impossibile. Una cosa così trasversale che a pensarci si percepisce un senso di vertigine, tanto vasto è il pubblico di riferimento. Eppure ha funzionato. Qualcuno ha detto “eh ma con tutti quegli ospiti ero capace anche io”. Intanto, oggi gli artisti si muovono solo quando sono in promozione, perfino per le cover dei settimanali che una volta erano blasonati. Ieri sera di artisti in promozione non c’era quasi traccia. E ogni ospite ha fatto quello che solito non fa (per esempio, divertirsi): Biagio Antonacci ha guadagnato 100 punti simpatia facendosi ‘rimbalzare’ all’ingresso senza più tornare in scena. Ritmo forsennato, scenografia colorata, musica e parole sapientemente dosate, gag (come quella delle recensione letta al momento, per non prendersi troppo sul serio e smorzare l’ansia) riuscitissime. Aria fresca, in una tv in cui perfino l’intervento ‘dell’opinionista per un giorno’ sembra durare un’eternità. Venti minuti. Troppo pochi? Riguardatelo. A questo serve il web. E solo uno con lo smisurato talento di Fiorello poteva riuscire a tirare fuori uno show che uno ha voglia di rivedere. Come una canzone dei Beatles. Sfida vinta? Per ora sì. He’s got a ticket to ride.

Ps. È una recensione breve. Volutamente breve. Troppo? Rileggetela.

Con affetto