Siamo lontani dall’asilo nido gratis per tutti. Ma la legge di Bilancio per il 2020 contiene una serie di misure di sostegno soprattutto per le famiglie con redditi molto bassi. Alcune sono conferme, altre novità. E segnano un nuovo percorso che porterà all’Assegno unico per figli a carico, la misura di cui si è discusso fino all’ultimo: inizialmente prevista dal prossimo anno, poi slittata al 2021, salvo modifiche sarà la colonna portante del pacchetto famiglia. Si tratta di un contributo che viene versato per ogni figlio, dalla nascita fino al compimento del diciottesimo anno di età, che però prevede una revisione di tutti gli altri strumenti a favore delle famiglie. Dovrebbe, infatti, sostituire bonus bebè, bonus mamma domani, bonus asilo nido, bonus baby sitter e detrazioni per figli a carico. Nel frattempo, il testo della manovra prevede il potenziamento o una diversa rimodulazione di alcuni di questi strumenti, dal bonus bebè al voucher nido che salirà per le famiglie con i redditi più bassi. Meno benefici per i genitori di figli nati prima del 2020. Mentre qualche novità positiva arriva per i neo-papà.

BONUS BEBÈ – Il comma 2 dell’articolo 41 (Disposizioni a favore della famiglia) della manovra rinnova il bonus bebè, in 12 mensilità, per ogni figlio nato o adottato dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, con una dotazione di 1.044 milioni per il 2021 e di 1.244 milioni all’anno dal 2022. Ma se finora il bonus era riservato alle famiglie con Isee fino a 25mila euro, ora diventa universale: l’importo del bonus è incrementato e rimodulato su tre fasce di reddito, sempre in base all’Isee. Decresce, in pratica, per i redditi più alti. Per Isee fino a 7mila euro, parliamo di 1.920 euro all’anno, cioè 160 euro al mese, esattamente come prima. Mentre viene ridotto a 1.440 euro l’anno – 120 al mese – per Isee da 7mila a 40mila euro e ancora di più per quelli sopra i 40mila euro per i quali si scende a 960 euro, pari a 80 euro al mese. Il bonus aumenta del 20% se nel 2020 nasce o viene adottato un secondo figlio, arrivando così (per i redditi più bassi) a più di 2mila euro l’anno. Secondo i calcoli riportati nella relazione tecnica alla legge di Bilancio, circa un terzo dei beneficiari del bonus bebè riceverà il massimo dell’assegno, ossia 160 euro al mese, perché il nuovo nato arriverà in famiglie con Isee sotto i 7mila euro. I neonati del 2020 dovrebbero essere 440mila, di cui 140mila in famiglie con i redditi più bassi.

CONGEDO DI PATERNITÀ A 7 GIORNI E BONUS ASILI NIDO – Il comma 4 dello stesso articolo proroga (ma solo per il 2020) le disposizioni in materia di congedo di paternità, incrementando il numero dei giorni da fruire che passano da cinque a sette. Per i prossimi anni, l’obiettivo è quello di portarlo a dieci giorni. Il comma 5 rende invece strutturale il “bonus asili nido”, il contributo che va utilizzato per pagare la retta dell’asilo nido o la baby sitter. Oggi il bonus è di 1.500 euro all’anno, ma la manovra lo rimodula, incrementando il sostegno a partire da gennaio 2020 sulla base di due fasce di reddito Isee. Il contributo resta invariato per le famiglie con Isee superiore a 40mila euro, sale a 2.500 per quelle con Isee tra i 25mila e i 40mila euro e arriva a 3mila euro per Isee sotto i 25mila euro.

DAL BONUS MAMMA DOMANI ALLA CARTA BIMBI – Confermato anche per il 2020 il Bonus Mamma domani di 800 euro, somma che viene corrisposta per ogni nuovi figlio. La domanda si presenta a partire dal settimo mese di gravidanza, a prescindere dal reddito Isee. Dal 2021 il bonus confluirà nel nuovo Assegno Unico figli a carico. Confermati per il 2020 anche il Bonus cultura per i neo maggiorenni, la Carta sconti per la famiglia e le detrazioni per i figli disabili (fino a 800 euro per i figli con disabilità), che verranno mantenute anche con l’entrata in vigore dell’Assegno Unico. Rinviata la Carta bimbi da 400 euro al mese (a figlio), che servirà a pagare i servizi per l’infanzia, tra cui la retta dell’asilo nido o la baby sitter.

IL CANONE RAI – Dal 2020 potranno non pagare il canone Rai gli anziani a basso reddito, ossia “i soggetti di età pari o superiore a 75 anni e con un reddito proprio e del coniuge non superiore complessivamente a 8mila euro, non conviventi con altri soggetti titolari di un reddito proprio, fatta eccezione per collaboratori domestici, colf e badanti”. Viene prevista una sanzione amministrativa, in aggiunta al canone dovuto e agli interessi di mora, d’importo compreso tra in 500 e i 2mila euro per ciascuna annualità evasa.

NUOVO FONDO PER DISABILITÀ – Con l’obiettivo di dare attuazione a interventi finalizzati al riordino e alla sistematizzazione delle politiche di sostegno alla disabilità, poi, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, è istituito il ‘Fondo per la disabilità e la non autosufficienza’, con una dotazione pari a 50 milioni di euro per il 2020, 200 milioni di euro per il 2021 e 300 milioni all’anno a decorrere dal 2022.

COSA CAMBIA PER LE DETRAZIONI DI SPESE SANITARIE – Altro capitolo importante è quello delle spese sanitarie. La detrazione dall’imposta del 19% degli oneri indicati dal testo unico delle imposte sui redditi vale oltre 18 miliardi di euro, che rappresentano la quota maggiore di sconti fiscali utilizzati dalle famiglie italiane. A riguardo, il testo della manovra prevede che possano essere pagate in contanti, senza il rischio di perdere la detrazione, non solo spese sostenute per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici, ma anche per prestazioni sanitarie in strutture pubbliche o in strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Per avere la detrazione dovranno essere invece pagate con sistemi tracciabili (bonifico o bancomat) tutte le altre spese, come quelle per visite da specialisti che operano in regime privato o centri analisi privati. Sulle detrazioni c’è un’altra novità: diminuiranno gradualmente per i redditi più alti, sopra i 120mila euro all’anno, fino ad azzerarsi per le famiglie che possono contare su un reddito di almeno 240mila euro. La detrazione, però, continuerà a spettare nell’intero importo, a prescindere dall’ammontare del reddito complessivo, per tutte quelle spese sanitarie sostenute per patologie che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria. In pratica potrà ancora beneficiare della detrazione, a prescindere dal reddito, chi ha una malattia cronica per la quale sostiene spese esenti da ticket.

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