Jennifer Lopez: gioco, partita, incontro. The Hustlers – Le ragazze di Wall Street è roba sua. Le primavere sono 50 e J.Lo che ti combina? Si spoglia. Avida, lussuriosa, prepotente. Ecco, il full frontal non c’è, ma i filini interdentali al posto dei costumi di scena, sui tavolacci luccicanti e zeppi di dollari volanti della lap dance, rendono ampiamente l’idea. Questo il dettaglio per attirare gli allupati curiosi. La sua Ramona, sorta di maitresse dei locali a luci rosse di Manhattan che decide di attuare la cosiddetta “stangata” sui più indegni broker di borsa, trascinandosi dietro uno stuolo di assatanate discepole, è un personaggio cesellato a tutto tondo. Madre sbaciucchiosa e premurosa, figura carismatica e matronale, sventola da paura con look alla Kardashian (tranquilli, una scenetta con Kim in tv non vi viene risparmiata), genio del crimine da emancipazione femminile. Poi c’è ovviamente tutto il resto del film diretto da Lorene Scafaria, regista/sceneggiatrice solitamente legata a tramette da commedia che qui si addentra, con fare comunque remissivo, nel cuore del sogno americano, anzi del sogno neoliberista tout-court: vivere sopra le righe truffando e fottendo il prossimo.
La tag-line hobbesiana “business is business” sta a confermare l’ovvio e piuttosto involontario cenno a quel nocciolo duro di cultura statunitense post anni settanta che non sa più uscire dal loop dell’eterno capitalismo. Capiamoci. Siamo all’incirca nel 2007. Destiny (una Constance Wu generosissima in pedana) sbarca il lunario a fatica dentro ai locali notturni. L’incontro con la travolgente Ramona, imperatrice del palo della lap dance, le cambia la vita. L’esperta chioccia le insegna metodi e trucchi per attirare sguardi e libido sul proprio corpo in movimento (“glielo devi massaggiare non scartavetrare”, riferito agli sfregamenti a tempo di musica sulla patta del cliente), e quando la crisi economica del 2008 azzera clienti e crea nuova concorrenza (“le russe per 300 euro ti fanno un pompino”), Ramona, Destiny e un altro gruppetto di colleghe attuano la truffa personalizzata ai danni dei veri abbienti della finanza sopravvissuti alla crisi. Una ragazza ne aggancia uno al bancone del bar, le altre li raggiungono e mentre tutti eccitati si toccano, accarezzano e sorridono, una delle ragazze mette potenti droghe nel drink della vittima. A quel punto non ci vuole nulla a trascinare l’ometto mezzo rincoglionito nel retrobottega dei vecchi locali a luci rosse dove, mentre lui dorme sonni profondi, Ramona&Co gli svuotano le carte di credito gold. Storia vera.
E se ci pensate anche il Joker di Todd Phillips inizia dalla ribellione agli sbruffoni della finanza, per poi finire in ben altra direzione. The Hustlers invece è un mirabile ritratto dell’ostentazione del gesto criminale tutto al femminile. Un profluvio pop di pellicciotti, gioielli, gingilli, regaloni e regalini di Natale che si mescola ad un’autonoma sessualità (elogio del vibratore, per dire) e perfino ad un rapporto di amicizia tra le due protagoniste chiaramente lesbico. Scarafia cuce trama e ordito su una narrazione a flashback dove una giornalista (Julia Stiles) diversi anni dopo i fatti intervista Destiny e ricostruisce vicende umane e giudiziarie del gruppetto di ladre, ma soprattutto su una regia che offre inattesi movimenti di macchina spettacolari in interni notte (non facilissimo), ritmo elevato con l’accumularsi dei minuti (la prima ora vola come una scheggia) e sensualità che trasuda da ogni poro perfino nei primi più inclementi piani delle ragazze un po’ più in età. Poi, appunto, c’è J.Lo. Una bomba sexy che oscura le colleghe anche quando non ha la ribalta per prima. Highlights: su un tetto, pelliccia mignon e sotto costumino con sigaretta in bocca; i movimenti al palo (scissor sit, peter pan, stag, ecc..) insegnati a Destiny con energia e grazia sulle note di un pianoforte classico; la camminata finale, ripresa di spalle, con cappuccio della felpa tirato su modello Liberato, è un sublime mini video gangsta rap che vivrebbe da solo. Soundtrack da urlo con Chopin e 50 Cent, Janet Jackson e Usher, Ben E. King e Fat Joe/Lil Wayne.