Si è costituito nella notte Rodolfo Fiesoli, il “profeta” della comunità del Forteto di Vicchio del Mugello (Firenze), dopo che la Cassazione ha confermato la sua condanna a 14 anni e 10 mesi di carcere per maltrattamenti e violenza sessuale anche su minori. Fiesoli si è presentato presso la caserma del comando provinciale dei carabinieri di Padova. L’uomo, al centro di una vicenda di maltrattamenti e abusi su minori disagiati, fino a mercoledì si trovava nella residenza sanitaria per anziani Sanatrix di Aulla (Massa Carrara), poi è stato irreperibile per tutto il giorno e infine si è costituito a Padova, città nella quale si è recato accompagnato dalla moglie perché è nel carcere della città veneta che vorrebbe scontare la pena.
In un primo momento Fiesoli si era diretto nel carcere di Padova ma il personale non ha ammesso la sua richiesta di costituirsi perché ancora non era disponibile l’ordine di esecuzione della Procura generale. Quindi il carcere di Padova lo ha indirizzato verso il comando generale di carabinieri. Per molti anni “Il Forteto” è stata considerata una delle principali comunità di recupero per minori provenienti da famiglie disagiate, che vi venivano inviati dal tribunale dei Minori di Firenze in progetti di assistenza. Ma diverse volte, nel corso del tempo, il Forteto è finito al centro di vicende giudiziarie, anche con condanne: nonostante tutto ha sempre proseguito la sua attività. Dopo la sentenza di mercoledì è definitiva anche la condanna a 6 anni e quattro mesi per Daniela Tardani, una delle madri affidatarie che in queste ore sta aspettando l’ordine di esecuzione del suo arresto in carcere dentro la caserma dei carabinieri di Borgo San Lorenzo (Firenze).
Il caso del “Forteto” era approdato in Cassazione il 22 dicembre 2017, in quella occasione la Suprema Corte aveva confermato la responsabilità penale di Fiesoli, rinviando ad un appello bis per la rivalutazione di un singolo capo di imputazione. Dopo quella sentenza, il ‘gurù venne arrestato, ma poi rilasciato perché la condanna non era ancora definitiva. Immediate le reazioni del mondo politico: “Sono stata la promotrice della commissione d’inchiesta sui fatti del Forteto, affinché le responsabilità di ciò che è accaduto nella comunità toscana possano essere accertate anche da una indagine parlamentare – ha commentato la senatrice M5s Laura Bottici – Continueremo il nostro lavoro alla ricerca della verità e della giustizia: lo dobbiamo a tutte le giovani vittime e alle loro famiglie”. Sulla stessa scia la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria: “La giustizia ha fatto il suo corso, ora spetta alla politica fare altrettanto. Va insediata quanto prima la Commissione parlamentare di inchiesta che ha il dovere di fare luce su tutti i responsabili che hanno permesso per così tanti anni ignobili violenze ai danni dei più deboli”.