La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine e si appresta chiedere il rinvio a giudizio di nove persone che, nel 2018, sui social, insultarono e minacciarono il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Gli “haters”, accusati di attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e istigazione a delinquere rischiano fino a 15 anni di carcere. Gli scritti minacciosi e offensivi riempirono i social dopo la decisione del Quirinale di affidare l’incarico per la formazione del Governo a Carlo Cottarelli.
Erano stati 39 i profili Facebook finiti sotto inchiesta. I titolari di alcuni account erano stati già identificati. Gli uomini della Digos si erano mossi per identificare gli autori dei post su Facebook e Twitter incriminati corrispondessero a persone reali o fossero dei fake. Nel registro degli indagati finirono subito un palermitano, che aveva postato “hanno ucciso il fratello sbagliato”, riferendosi all’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, assassinato dalla mafia nel 1980; e altri due che scrissero “ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?”.