Dire che sono di cattivo gusto, è poco. I manifesti apparsi a Bolzano per iniziativa del movimento di estrema destra Sudtiroler Freiheit sono una vera provocazione in una realtà dove i rapporti tra italiani e austriaci sono ancora conflittuali. Perché alle fermate degli autobus e di fronte all’ospedale sono stati affissi manifesti in lingua tedesca con la foto dei piedi di un cadavere steso sul tavolo di un obitorio. All’alluce sinistro è appeso un cartellino con la scritta: “Il medico non sapeva il tedesco”.
Alcune settimane fa c’era stata l’approvazione in consiglio regionale di una legge in cui la denominazione Alto Adige era stata sostituita da Sudtirol, a significare che la provincia autonoma è una appendice del Tirolo e non l’estrema terra a nord dell’Italia, ovvero la parte alta della vallata dell’Adige. Adesso Sudtiroler Freiheit ha messo a segno un’altra iniziativa che sta scatenando indignazione perché taccia di incompetenza un’intera categoria professionale, i medici italiani, e allo stesso tempo insinua che la mancata conoscenza del tedesco sia un handicap nella cura dei pazienti.
Contro la campagna pubblicitaria è insorta la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) che ha inviato una segnalazione alla Procura della Repubblica. Il presidente nazionale Filippo Anelli ha dichiarato: “Quel manifesto fa passare un messaggio pessimo: allarmistico per i cittadini, offensivo per i medici e, soprattutto, lesivo per il rapporto di fiducia che è alla base della relazione di cura: va ritirato, e subito”. E ha aggiunto: “Chiediamo che la magistratura valuti se siano stati violati articoli del codice penale. Il manifesto ha infatti un contenuto fortemente disinformativo e crea un rilevante e ingiustificato allarme sociale, nonché lede gravemente l’immagine dei medici in generale e, in particolare, di quelli che operano all’interno del Servizio Sanitario Nazionale”. La federazione dei medici censura un certo modo di fare politica: “Dovrebbero imparare, su questo come su altri versanti, a lasciar fuori la salute dalle strumentalizzazioni. Speriamo che le autorità intervengano, perché vanno tutelati il rispetto e la dignità delle persone e delle professioni”.
Contenuti e forma del manifesto sono stati difesi da Eva Klotz, la “pasionaria” dei separatisti, in passato condannata per vilipendio della bandiera italiana. “Ben venga l’esposto dell’ordine dei medici contro il nostro manifesto, non aspettavamo altro. Da decenni ogni giorno viene calpestato il diritto dei sudtirolesi di usare la propria madrelingua e ora finalmente se ne parla. Andremo fino a Bruxelles e Strasburgo“. E ha aggiunto: “Si lamentano del manifesto, ma nessuno grida allo scandalo quando si creano situazioni pericolose per il fatto che il medico non comprende il paziente perché non parla la sua madrelingua. Molti sudtirolesi si sono ormai rassegnati e parlano in italiano con i medici, rinunciando così a un loro diritto”.
Il problema della lingua tedesca parlata dai medici che operano in Provincia di Bolzano era stato affrontato proprio dalla legge che ha poi suscitato clamore per aver tagliato la dizione Alto Adige. Sudtiroler Volkspartei vi ha inserito un articolo considerato cruciale per la parificazione del tedesco all’italiano nell’iscrizione agli albi professionali. In base a quella legge, basta conoscere il tedesco per esercitare come medico in provincia di Bolzano. Si tratta di una norma voluta per favorire il trasferimento in Italia di giovani specializzandi austriaci.
(foto: pagina Facebook OMCeO Vicenza – Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri)