“Emilia-Romagna Coraggiosa”. È questo il nome della lista a sinistra del Partito Democratico che sosterrà Stefano Bonaccini alle prossime elezioni regionali del 26 gennaio. Un progetto presentato sabato pomeriggio a Bologna, davanti a quasi mille persone.
Ad animare il progetto sono l’ex europarlamentare Elly Schlein, l’ex presidente della Regione e oggi senatore di Liberi e Uguali Vasco Errani, il capogruppo di Sinistra italiana in Regione Igor Taruffi e la consigliera regionale di È viva Silvia Prodi. I temi principali la transizione ecologica, l’antifascismo, il lavoro, la cultura, l’accoglienza e l’innovazione: “Vogliamo rendere le politiche regionali e locali coerenti con gli obiettivo dello sviluppo sostenibile al 2030. Dobbiamo ripensare il futuro senza rifugiarci nella confortevole narrazione del ‘modello Emilia-Romagna’ ma tracciando una strada di vera svolta, che possa essere seguita e condivisa anche da altri”, ha dichiarato Elly Schlein sul palco di DumBo, l’ex capannone industriale bolognese dove si è svolta l’iniziativa “Regione futura. Ecologista progressista innovativa”.
Un evento che arriva pochi giorni prima dell’iniziativa che la Lega ha organizzato al PalaDozza, il palazzetto dello sport bolognese, dove il 14 novembre si riuniranno i militanti leghisti per sostenere la candidatura di Lucia Borgonzoni, fedelissima di Matteo Salvini, che sfiderà Stefano Bonaccini, attuale presidente della regione Emilia-Romagna, alle elezioni del 26 gennaio 2020.
Quella del 26 gennaio sarà una data importante non solo per l’Emilia-Romagna, ma anche per gli equilibri nazionali, ancora di più dopo le ultime elezioni regionali in Umbria dove ha trionfato la destra: “Ci sono tante questioni da affrontare – ha affermato Vasco Errani – ma prima di tutto dobbiamo dimostrare che l’Emilia-Romagna ha un nuovo ruolo a livello nazionale. Dobbiamo dimostrare che c’è un’altra strada rispetto al sovranismo di questa destra pericolosa che sempre più si sta diffondendo e che c’è un’altra strada per un nuovo centrosinistra”.
La chiave è quella del cambiamento, prima di tutto interno: non sono pochi coloro che, negli interventi, lanciano frecciate a Stefano Bonaccini, più o meno esplicite: “Lo dico a Bonaccini – continua sempre Vasco Errani – non è convincente una narrazione secondo cui noi siamo i migliori in italia e nel mondo: il problema è come noi costruiamo il nuovo futuro della regione. La politica è in crisi, ma dobbiamo essere netti su chi vogliamo rappresentare: dobbiamo portare esigenze, necessità e bisogni che oggi ancora non trovano una risposta”. La strada, secondo gli organizzatori, è quella di “un progetto civico e politico insieme, da costruire a più mani, mettendo insieme competenze e sensibilità diverse per costruire una visione comune di futuro per i prossimi cinque, dieci, vent’anni”. Un progetto condiviso e collettivo: “Contiamo sul contributo di tutte e tutti coloro che sentono la stessa urgenza – spiegano i promotori – e vogliono mettere al centro di questa visione le due grandi sfide su cui ci giochiamo la responsabilità che abbiamo verso le prossime generazioni: la questione ambientale e quella sociale”.
Una sfida che sembra essere stata accolta da diverse associazioni, movimenti, singoli: la platea che riempie il capannone è composta da diverse realtà. Dall’Anpi, l’associazione nazionale dei partigiani, all’Arci. Dalla Cgil ad attivisti per i diritti civili e Lgbtqi. Dalle ragazze e i ragazzi di Fridays for future alle operaie della storica azienda bolognese La Perla, che hanno lottato per mesi contro i licenziamenti. Sono queste le realtà che sono intervenute per portare il loro contributo a un progetto che nasce con l’ambizione di mettere insieme le diversità. È su questo che punta nelle sue conclusioni Vasco Errani, alla guida della Regione Emilia-Romagna per 15 anni, dal 1999 al 2014: “Dobbiamo essere in grado di costruire un progetto in cui differenze sono una ricchezza. Altrimenti rischiamo che le nostre diversità diventino una strada per la vittoria delle destre”. E aggiunge: “La destra ha un’idea chiara a come rispondere ai cambiamenti che producono incertezza e paura: risponde con la chiusura, ma l’Emilia-Romagna è relazione. Risponde con la paura, ma l’Emilia-Romagna è saper fare. La destra è egoismo: ‘io vado avanti comunque’. L’Emilia Romagna è: ‘io vado avanti solo se ci sei anche te’”.