Marco Mengoni una ne fa e cento ne pensa. Lo scorso 6 novembre è partito “Atlantico Tour”, il ritorno nei palazzetti d’Italia ed Europa. In primavera ha messo a segno 4 sold out al MediolanumForum di Assago (Milano) e lo stesso è accaduto per le date di venerdì 8 novembre, sabato 9 e domenica 10 sempre ad Assago con altri tre sold out. Nel frattempo per il mercato natalizio è uscito l’album Live “Atlantico On Tour” con tre brani inediti, trainati dal singolo. Già testimonial per l’Italia della campagna Planet or Plastic? di National Geographic, Mengoni rinnova ancora una volta il suo impegno per l’ambiente. Per il nuovo album ha scelto infatti un particolare packaging sostenibile, in cartone naturale che si biodegrada in soli due mesi. Dopo aver prestato la voce prima per il doppiaggio di “Lorax – Il guardiano della foresta”, poi è stato Simba nel remake de “Il Re Leone”, Mengoni ha dato la voce a Jasper in “Klaus”, primo film di animazione di Netflix, in arrivo sulla piattaforma dal 15 novembre. Infine è il primo artista italiano ad aver realizzato un podcast. “Il riff di Marco Mengoni” è il titolo della serie che ha debuttato il 28 ottobre su tutte le piattaforme di streaming e podcast. Per la prima puntata della serie ospite d’eccezione è stato il Sindaco di Milano Beppe Sala.
Nonostante i mille impegni e le esibizioni live in pubblico, Mengoni conduce una vita piuttosto ritirata e ben poco si sa di lui. Uno stile di vita discreto e lontano dal clamore mediatico. Il cantante ha solo concesso per questo ulteriore giro promozionale solo una intervista al settimanale “7” de Il Corriere della sera, dove ha svelato anche aspetti inediti della sua vita privata, senza filtro tra la voglia di emancipazione a 16 anni, i chili di troppo (“ne pesavo 105”), fino alla consapevolezza di non lasciar correre il tempo che passa e il concetto dell’amore fluido, tema comune a molti suoi coetanei trentenni.
A soli 16 anni Marco Mengoni è andato via dal nido familiare. “Un giorno ho detto a mio padre e mia madre: voglio andare via. – ha raccontato – Mamma, mamma italica doc, si è messa a piangere, papà ha detto: ‘Se passi da quella porta devi mantenerti, io non ti darò niente’. Adesso lo ringrazio. Vivevo in una casa umile, al Tuscolano, pagavo mi pare 250 euro. Facevo il fonico in uno studio registrando pubblicità, e facevo il barista in un pub a Frascati. Già al paese lavoravo, a 14 anni facevo il cameriere, i turni d’estate; ero un solitario, lo facevo per combattere la timidezza. Mio padre mi ha insegnato a faticare e poi io sono de coccio, Capricorno ascendente Vergine: ho vissuto la prima parte della vita più testardo, come il Capricorno, ora sono più preciso, Vergine. Sono stati anni di fatica, ma ho imparato come fare la spesa, come arrivare a fine mese. Ancora oggi faccio quasi tutto io, in casa, e metto a posto prima che arrivi la signora che viene per le pulizie”.
Una adolescenza tutt’altro che spensierata, difficile con qualche chilo di troppo e pensiero in più: “Sono arrivato a pesare 105 chili, forse mangiavo per combattere l’insicurezza, sì anche la Nutella… poi quasi naturalmente, forse per un cambiamento ormonale, sono arrivato a 62, ho perso quasi 40 chili. Ora sono 83”. Nonostante questo, il passato per Mengoni rappresenta un punto di forza: “Mi vedo come con i chili in più, mi è di aiuto, mi porta a fare sempre di più, sempre meglio, a non mollare la guardia mai, a non tornare là. È una fase della mia vita che mi porto dietro e con la quale combatto meglio il mostro che non c’è più. Se voglio una cosa la raggiungo con tutti i mezzi possibili”. Una piena consapevolezza di sé che il cantante ha raccontato così: “Il bullismo me lo facevo da solo, io con me stesso. Mi privavo di tutto, di uscire, di mettere gli occhiali da sole; sempre stato un lupo solitario, poco sociale: molto forte la parte animale ma quella sociale meno, mi vergognavo a fare tutto, anche a mettere una maglietta”.
Infine c’è anche spazio per parlare di sentimenti e amore. “Noi qui siamo messi meglio di chi ci ha preceduto, la mia generazione è più aperta in tutti i sensi e mi dispiace per le persone che ci governano non si aprano alla natura. – ha spiegato – Io sono un 30enne antico, ma anche oltre, avanti anni luce. Sono aperto a tutto, sarò l’ultimo naif ma non vedo barriere, confini, per me la Terra non è di nessuno. Non contemplo paletti e muri, non mi accorgo della tonalità della carnagione o della scelta di amare un uomo o una donna. Ma la mia vita privata è mia, se ti va di sentire la mia gioia, il mio dolore, ti senti i miei dischi. Io voglio vivere questa vita il meglio possibile, purtroppo noi trentenni, anch’io, abbiamo difficoltà a viverla, con questo tempo che corre troppo veloce. L’unico consiglio che do ai ragazzi come me è: vivete. Domani può succedere tutto”.