Ore 15 di domenica 10 novembre 2019, O2 Arena di Londra. Sarà questo il momento dell’esordio alle ATP Finals di Matteo Berrettini. Per il romano l’avversario non poteva essere dei più difficili: il cinque volte campione del torneo Novak Djokovic. Quello contro il serbo rappresenta l’ennesimo passaggio obbligato di un anno memorabile, composto da “prime volte” per il 23enne azzurro: la prima semifinale Slam a New York, la prima semifinale 1000 a Shanghai, la prima volta in top 10, il primo titolo su erba a Stoccarda. Oltre a Djokovic, di fronte a Berrettini (primo italiano alle Finals 41 anni dopo Barazzutti) nel gruppo Borg ci saranno anche Dominic Thiem e Roger Federer. Non il miglior sorteggio possibile quindi, considerando sopratutto che nell’altro gruppo, denominato Agassi, saranno protagonisti un Nadal con i soliti fastidi fisici, Zverev, Tsitsipas e Medvedev. Avversari certo difficili ma contro cui Berrettini avrebbe potuto, forse, avere qualche chance in più per approdare in semifinale.

Alla luce del sorteggio e degli avversari la domanda sorge spontanea: dove può arrivare Berrettini? Difficile ipotizzare una semifinale. Contro Dominic Thiem può esserci battaglia – come ha dimostrato il successo dell’azzurro a Shanghai e la combattuta semifinale di Vienna dove a prevalere è stato l’austriaco – ma contro il serbo e Federer le possibilità sono davvero minime. Tra Berrettini e Djokovic non ci sono precedenti mentre contro lo svizzero (recordman della manifestazione con sei trionfi) l’unica sfida si è conclusa in 74 minuti e con 6-1 6-2 6-2 a favore di Federer. Al di là delle speranze di passaggio del turno sarà importante per Berrettini ottenere almeno una vittoria, prendendo confidenza con una rassegna che potrebbe vedere l’azzurro protagonista negli anni a venire. Magari insieme a quello Jannik Sinner vittorioso alle Next Generation Finals di Milano.

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Matteo Berrettini, esordio negativo per l’azzurro con Novak Djokovic

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