“Angels in America” è uno dei testi più importanti del teatro contemporaneo, tanto che ha avuto una vasta eco anche in televisione. La missione, riuscita, era quella di raccontare e spiegare l’Aids sullo sfondo dell’America, governata dal presidente Usa Reagan per lanciare un messaggio di solidarietà verso chi è malato, ma anche per invitare a combattere affinché non si spengano i riflettori su una delle malattie più pericolose e insidiose. “Angels in America” è il testo teatrale che nella storia di Broadway ha ottenuto il maggior numero di nomination ai Tony Award, vincendo, tra l’altro, il riconoscimento come Best Play per entrambe le parti “Si avvicina il millennio” e “Perestroika”. Poi è arrivato anche il Pulitzer, i cinque Golden Globe e gli undici Emmy Awards per la versione televisiva del 2003 con Al Pacino, Meryl Streep ed Emma Thompson. Venticinque anni dopo, la nuova produzione del National Theatre (andata in scena a Londra e New York) è stata nominata in ben 11 categorie ai Tony Awards, vincendone tre: Miglior Revival, Miglior Attore Non Protagonista (Nathan Lane nella parte di Roy Cohn) e al Miglior Attore Protagonista (Andrew Garfield).
La trama ruota attorno ai conflitti di due coppie: quella omosessuale del protestante Prior Walter, il protagonista prescelto dagli angeli come il Profeta, con Louis Ironson e quella dei coniugi Pitt, un avvocato mormone e la giovane moglie depressa. Alle loro storie si intreccia quella di Roy Cohn e di Belize, infermiere ed ex travestito. Dopo il debutto al Napoli Teatro Festival 2019, la nuova edizione di “Angels in America” arriva sulle scene milanesi, nella sala Shakespeare del Teatro Elfo Puccini di Milano, in scena fino al 24 novembre.
“Le problematiche legate all’Aids sono le stesse da anni, – spiega l’attore Angelo Di Genio che interpreta Prior Walter – qualcuno può pensare che possano essere datate, ma se parliamo di malattie in generale, che sia Cancro o Aids, la solitudine che portano è la medesima. L’idea di qualcuno che stia assieme all’altro possa non accettare la malattia è un caso lampante del fatto che viviamo in un mondo che punta all’individualità e che deroga il successo della propria vita al fatto che sia tutto perfetto. Nessuno si sente in grado si sovraccaricarsi del dolore degli altri”. L’approccio a teatro sarà diverso rispetto ad “Angels in America”, pensato per la tv nel 2003. “Quella trasposizione aveva un linguaggio meraviglioso, – spiega ancora Di Genio – gli attori hanno dei ruoli fenomenali. La differenza è che noi teatro dobbiamo creare l’empatia in sala e utilizzare la nostra carica emotiva anche per sensibilizzare i tanti giovani sul tema”.
Non è un caso che in questo momento storico si sia deciso di riprendere questo testo. “Il teatro, come la televisione, hanno un ruolo fondamentale nella lotta contro l’Aids. – racconta l’attore – Una cosa che emerge lampante negli incontri che facciamo anche con il pubblico è che i ragazzi di oggi sono disinformati. Nell’immaginario collettivo si è ancora legati agli spot degli Anni 80. Il nostro obbiettivo è quello di di spingere l’acceleratore per saldare i rapporti con gli altri, creare empatia per l’accettazione dolore e interessandosi piano piano, aumenta la conoscenza sulla questione Aids. Il teatro mettendo davanti agli occhi qualcosa che la persona non conosce, aiuta a sensibilizzare tutti. Ci sono tra l’altro anche i banchetti della Lila – Lega Italiana per la Lotta Contro L’Aids all’ingresso della platea, diciamo che prendiamo molto a cuore questa battaglia”.
Mai mollare la presa. E’ il motto non solo dello spettacolo ma di tutti quelli che ci lavorano. Tony Kushner diceva: “Niente è perduto per sempre. In questo mondo c’è una specie di doloroso progresso. Nostalgia per quello che abbiamo lasciato dietro di noi e sogno del futuro. Il mondo che avanza”. E Angelo Di Genio si allinea: “C’è la Profezia degli Angeli che vuole dire all’umanità smetterla di mescolarsi, di pensare a un movimento eterno di sviluppo perché è più facile pensare di togliersi la vita o all’atto coraggioso di morire. In realtà l’atto più coraggioso è quello di vivere e rifiutare una profezia che non vuole che la razza umana progredisca e accettare che il mondo avanzi, l’uomo può vivere avanzando e andando avanti credendo nel nostro futuro”.