Sabato 16 novembre alle ore 17.30 nel foyer dell’Auditorium del Parco a L’Aquila, l’elegante struttura nata da un’idea di Claudio Abbado e progettata da Renzo Piano, ci sarà un incontro storico, oserei dire epocale: per la prima volta nella sua storia quasi cinquantennale, il Club Tenco incontrerà Mogol.
Si terrà infatti una conferenza, moderata dal sottoscritto, a cui parteciperanno il direttore artistico del Club, Sergio Secondiano Sacchi, Mogol appunto e Angelo Valori, insegnante, compositore e direttore d’orchestra, titolare della prima cattedra di Composizione Pop Rock in Italia riconosciuta dal Ministero. La sera poi, stavolta nella sala principale dell’Auditorium, Mogol racconterà aneddoti relativi alle sue più belle canzoni, che saranno eseguite da un ensemble di sedici elementi. L’evento si svolgerà nell’ambito del festival di musica d’autore Gongh oh!, che avrà luogo dal 15 al 18 novembre nel centro storico del capoluogo abruzzese, con un cast importante con nomi come Roberto Vecchioni, Francesco Baccini con il Club Tenco, Mogol, Andrea Scanzi con uno spettacolo su Gaber e molto altro ancora. Qui www.gongoh.it il programma completo.
Perché parlo di incontro epocale? Vediamo.
Il Club Tenco è la massima istituzione in Italia che si occupi di canzone d’autore. Quando parlo di “canzone d’autore” mi riferisco a un genere, non do un giudizio di valore, come purtroppo oggi molti intendono fare per il solo fatto di chiamarla così. Oggi “canzone d’autore” è quel particolare modo di scrivere canzoni che presenta un filo rosso di canzone in canzone, di album in album, di stagione creativa in stagione creativa di un solo autore, di un gruppo o di un sodalizio stabile, cosicché si possa rintracciare uno stile, una poetica valida: letteraria o – nei casi più felici – musical-letteraria. La necessità creativa deve concentrarsi sull’urgenza di comunicare a proprio modo, più che sulle scadenze discografiche. Detto in parole povere non esaustive, questo è il succo.
Con queste prerogative, la bella canzone d’autore è quella che meglio di altre entra nella società, nella contemporaneità, tramite quel “poetico realismo” (come recita lo statuto dello stesso Club Tenco) che non solo descrive, ma addirittura riesce a cambiare la realtà, a inventare modalità espressive in cui riconoscersi, a creare appartenenza.
Bene: le canzoni di Mogol, principalmente nel sodalizio Mogol-Battisti ma certo non solo, rispondono perfettamente a questa descrizione. Al pari di quelle dei migliori cantautori come De André o Guccini, si caratterizzano per una poetica poderosa e una cifra musical-letteraria di altissima qualità. Parlano al cuore dell’uomo contemporaneo e ne descrivono i vizi e le virtù. Le musiche di Battisti (che precedevano i testi di Mogol) sono diventate nel tempo veri e propri modelli di creatività per la forma-canzone e degli esempi di come si possa spingere in avanti la sperimentazione; i testi di Mogol presentano una poetica ben riconoscibile, che spesso parte da un nucleo valoriale scaturito da un ricordo minimo infantile, descrivendo molto bene il rapporto uomo-donna per esempio o il passaggio dalla società preindustriale – del tempo dei cicli dell’uomo che si accordano con le stagioni – a quello dell’eterno presente metropolitano.
Insomma: conosciamo tutti il valore di questi brani e cosa rappresenti Mogol per la canzone italiana. E allora perché le strade del Club Tenco e di Mogol non si sono mai incontrate? È un mistero. Negli ultimi anni il Club si sta dimostrando incline alle aperture formali per ciò che riguarda gli inviti ad artisti e generi fino a oggi non proprio di casa al Premio Tenco. I premi a Zucchero o a Pino Donaggio e le ospitate di Giuliano Sangiorgi o Achille Lauro sembrano andare verso questa direzione. Quest’incontro aquilano, con quello che si può ben definire l’autore di canzoni più importante d’Italia, si prospetta dunque liberatorio e risolutivo come l’uovo di Colombo.

Paolo Talanca
Critico musicale
Musica - 13 Novembre 2019
A L’Aquila il Club Tenco incontra Mogol. E vi spiego perché sarà un evento storico
Sabato 16 novembre alle ore 17.30 nel foyer dell’Auditorium del Parco a L’Aquila, l’elegante struttura nata da un’idea di Claudio Abbado e progettata da Renzo Piano, ci sarà un incontro storico, oserei dire epocale: per la prima volta nella sua storia quasi cinquantennale, il Club Tenco incontrerà Mogol.
Si terrà infatti una conferenza, moderata dal sottoscritto, a cui parteciperanno il direttore artistico del Club, Sergio Secondiano Sacchi, Mogol appunto e Angelo Valori, insegnante, compositore e direttore d’orchestra, titolare della prima cattedra di Composizione Pop Rock in Italia riconosciuta dal Ministero. La sera poi, stavolta nella sala principale dell’Auditorium, Mogol racconterà aneddoti relativi alle sue più belle canzoni, che saranno eseguite da un ensemble di sedici elementi. L’evento si svolgerà nell’ambito del festival di musica d’autore Gongh oh!, che avrà luogo dal 15 al 18 novembre nel centro storico del capoluogo abruzzese, con un cast importante con nomi come Roberto Vecchioni, Francesco Baccini con il Club Tenco, Mogol, Andrea Scanzi con uno spettacolo su Gaber e molto altro ancora. Qui www.gongoh.it il programma completo.
Perché parlo di incontro epocale? Vediamo.
Il Club Tenco è la massima istituzione in Italia che si occupi di canzone d’autore. Quando parlo di “canzone d’autore” mi riferisco a un genere, non do un giudizio di valore, come purtroppo oggi molti intendono fare per il solo fatto di chiamarla così. Oggi “canzone d’autore” è quel particolare modo di scrivere canzoni che presenta un filo rosso di canzone in canzone, di album in album, di stagione creativa in stagione creativa di un solo autore, di un gruppo o di un sodalizio stabile, cosicché si possa rintracciare uno stile, una poetica valida: letteraria o – nei casi più felici – musical-letteraria. La necessità creativa deve concentrarsi sull’urgenza di comunicare a proprio modo, più che sulle scadenze discografiche. Detto in parole povere non esaustive, questo è il succo.
Con queste prerogative, la bella canzone d’autore è quella che meglio di altre entra nella società, nella contemporaneità, tramite quel “poetico realismo” (come recita lo statuto dello stesso Club Tenco) che non solo descrive, ma addirittura riesce a cambiare la realtà, a inventare modalità espressive in cui riconoscersi, a creare appartenenza.
Bene: le canzoni di Mogol, principalmente nel sodalizio Mogol-Battisti ma certo non solo, rispondono perfettamente a questa descrizione. Al pari di quelle dei migliori cantautori come De André o Guccini, si caratterizzano per una poetica poderosa e una cifra musical-letteraria di altissima qualità. Parlano al cuore dell’uomo contemporaneo e ne descrivono i vizi e le virtù. Le musiche di Battisti (che precedevano i testi di Mogol) sono diventate nel tempo veri e propri modelli di creatività per la forma-canzone e degli esempi di come si possa spingere in avanti la sperimentazione; i testi di Mogol presentano una poetica ben riconoscibile, che spesso parte da un nucleo valoriale scaturito da un ricordo minimo infantile, descrivendo molto bene il rapporto uomo-donna per esempio o il passaggio dalla società preindustriale – del tempo dei cicli dell’uomo che si accordano con le stagioni – a quello dell’eterno presente metropolitano.
Insomma: conosciamo tutti il valore di questi brani e cosa rappresenti Mogol per la canzone italiana. E allora perché le strade del Club Tenco e di Mogol non si sono mai incontrate? È un mistero. Negli ultimi anni il Club si sta dimostrando incline alle aperture formali per ciò che riguarda gli inviti ad artisti e generi fino a oggi non proprio di casa al Premio Tenco. I premi a Zucchero o a Pino Donaggio e le ospitate di Giuliano Sangiorgi o Achille Lauro sembrano andare verso questa direzione. Quest’incontro aquilano, con quello che si può ben definire l’autore di canzoni più importante d’Italia, si prospetta dunque liberatorio e risolutivo come l’uovo di Colombo.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.