Sono 19, tra cui 3 minori, i pusher destinatari di altrettante misure di custodia cautelare, emesse dal gip di Lamezia Terme, eseguite mercoledì mattina dai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Catanzaro. Gli indagati dell’operazione, denominata “Scacco alla regina”, provengono tutti da famiglie rom trasferite, nel tempo, dal campo di Scordovillo, il più grande del mezzogiorno e le cui condizioni di degrado erano state oggetto anche di un Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nel quartiere “Ciampa di cavallo” a Lamezia Terme. Proprio qui i 19 indagati, secondo gli inquirenti, gestivano la piazza di spaccio.

A dirigere il gruppo criminale, stando alle indagini, era una donna di 50 anni: nonostante fosse già in carcere riusciva a sovrintendere a una ramificata catena di spaccio nel quartiere. Un vero “fortino” ritenuto fino a oggi inespugnabile. Suo braccio destro era un minorenne, che trasmetteva gli ordini impartiti dal carcere dalla “Regina” ad interi nuclei familiari. Coinvolti nello spaccio minorenni, due di età inferiori ai 14 anni e pertanto non imputabili: la Procura per i minorenni di Catanzaro ha avviato le procedure per la richiesta di decadenza della potestà genitoriale al competente tribunale per i minori. Protagonisti delle indagini anche 8 pusher che percepivano il reddito di cittadinanza.

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