Dopo qualche anno torna su ilfattoquotidiano.it la rubrica con il bestiario di ciò che accade nelle serie minori del pallone italiano. Le perle nei comunicati della giustizia sportiva regionale, quelle dei calciatori in campo e dei giornalisti in tribuna stampa
“Si è perso il senso della misura”. Eh sì, tante volte osservando ciò che accade nel calcio in generale e ovviamente anche in quello dilettantistico questa frase viene tirata in ballo: in alcuni casi però con un significato tutt’altro che figurato, come si vedrà più avanti. E dalle misure si passa a nuove e originali forme di protesta nei confronti dei direttori di gara puntando sull’immagine. E poi le interviste impossibili, quelle belle, quelle del tutto che diventa niente e viceversa.
ARBITRI MALE? TI SGUALCISCO I VESTITI – Singolare protesta di un tifoso, o forse dirigente, sicuramente energumeno, dell’Intercampania, società di Prima Categoria, nei confronti dell’arbitro: dopo aver più volte tentato di aggredire il direttore di gara si è introdotto nel suo spogliatoio prendendosela coi suoi vestiti, sgualcendoli, come racconta l’arbitro che ha multato la società: “Soggetto non presente in distinta, riconducibile alla società Intercampania, che assisteva alla gara nei pressi della panchina della Società ospitante Intercampania, entrava sul tdg sbraitando ed urlando verso il Ddg, afferrandogli il volto con le mani e stringendolo in modo tale da provocare dolore, accompagnando tale gesto con espressioni gravemente ingiuriose e minacciose dell’incolumità del Ddg; il soggetto in questione veniva allontanato dai dirigenti e dai giocatori dell’Intercampania, i quali dimostravano di conoscerlo, avendolo chiamato per nome più volte e, a fine gara, gli stessi giocatori si rifiutavano di rilasciare le generalità del soggetto al Ddg. Il soggetto in parola sostava nel campo per destinazione, senza allontanarsi. Allorquando il Ddg rientrava negli spogliatoi, che erano aperti in quanto sprovvisti di chiave (la sanzione viene irrogata tenendo conto anche di tale violazione) trovava i propri abiti sgualciti e sparsi nel vano doccia”.
LE PORTE VENETE – Oltre alla blasfemia, classico delle gare dilettantistiche in Veneto, pare che da quelle parti abbiano problemi anche con le dimensioni delle porte. Qualche settimana fa, durante una gara di seconda categoria, i portieri erano finiti a scavare una sorta di trincea per via di una porta più bassa dell’altra di 14 centimetri. Domenica scorsa, invece, la gara tra Abano Calcio e Team Santa Lucia non si è proprio giocata per lo stesso motivo: “L’Arbitro nel controllo del campo constatava che le porte erano di misura inferiore a quella regolamentare e che, attesi i tempi regolamentari, seppure attivatasi, la società Ospitante Abano Calcio non è riuscita ad adeguare la misura a quella prevista; il Giudice Sportivo delibera di sanzionare la società ABANO CALCIO ASD con la punizione sportiva della perdita della gara per 0-3”.
UN ABBONATO HA SEMPRE UN POSTO SUL TRATTORE – Un capitolo a parte meriterebbero le postazioni di fortuna che i tifosi trovano accanto ai campi per vedere le partite: dai balconi alle collinette, dalle impalcature ai muretti, fino ai ragazzini che in Abruzzo, come documenta la pagina Facebook Abruzzo Calcio Ignorante hanno deciso di guardare Tornimparte-Amiternina di Promozione a bordo di uno spazzaneve-spargisale, accomodandosi sulla cisterna del sale.
SEMPRE, MA NON COSÌ SPESSO – I racconti e le interviste del calcio di provincia sono un vero e proprio genere letterario: ragazzini che sognano di fare i giornalisti o persone che nella vita fanno tutt’altro mestiere che si prestano per hobby a raccontare partite e personaggi. Spesso ne escono pagine molto divertenti: è il caso dell’intervista a un allenatore momentaneamente senza squadra comparsa sul sito Settimanasport. Il mister si chiama Mutolo e pare proprio che l’intervistatore abbia pubblicato direttamente gli appunti presi al telefono, senza lavorarli. Già l’attacco è un programma: “Buongiorno mister Mutolo, mi dicono che la si rivede sui campi dilettantistici, qualcosa bolle in pentola?”. “Buongiorno a voi, niente di che”, dove il “niente di che” è parte integrante del racconto.
Si va avanti a dettagliare l’indettagliabile: “Una serenità che dopo 19 anni continui a fare e disfare, direi che quasi quasi ci voleva, poi seguo sempre, e più spesso, il mio Toro“. Sempre… e in generale più spesso, o forse mai, in pratica qualche volta. Ancora dettagli : “Alcuni anni fa, circa 5/6, dissi che il calcio dilettantistico avrebbe, man mano, patito un certo declino per mille motivi”. Potrebbero essere stati 5 anni e mezzo però, forse 6 e due mesi e i motivi 987. E poi i consigli a Mazzarri: “Il calcio di Mazzarri è rétro, lento e poco passionale per una realtà come la nostra. Per lui è finito un ciclo, bisogna che faccia come il sottoscritto, che si ritiri e fa più bella figura”. Mazzarri ci pensi, la prospettiva è allettante: niente più stress e magari un’intervista come questa.