La Germania schiva il pericolo recessione tecnica: nonostante le aspettative negative, il Pil tedesco nel terzo trimestre è cresciuto dello 0,1%, dopo una contrazione dell’economia dello 0,2% nel periodo precedente (aprile-giugno) dovuta principalmente alla debolezza dell’industria. L’Ufficio federale di statistica di Wiesbaden (Destatis) spiega che tra luglio e settembre un impulso importante è arrivato dal consumo privato e dal rialzo dell’export, mentre l’import è rimasto ai livelli dei mesi precedenti. Gli investimenti in immobili sono stati superiori a quelli del periodo aprile-giugno, mentre quelli in attrezzature sono diminuiti. Il Pil è cresciuto inoltre dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2018: anche in questo caso, un dato superiore rispetto alle attese.
La congiuntura economica si è stabilizzata, rileva l’istituto per la ricerca economica Ifo, e Berlino può tirare un sospiro di sollievo. Due trimestri consecutivi di flessione avrebbero significato recessione tecnica. “Non possiamo parlare di un cambiamento fondamentale nell’economia, ma questi indicatori portano un leggero barlume di speranza“, ha dichiarato con cautela il ministro dell’Economia, Peter Altmaier, in una nota. “Recessione o no, l’economia tedesca è caduta di fatto in una stagnazione, con una crescita media trimestrale dello 0,1% dal terzo trimestre del 2018″, ha aggiunto Carsten Brzeski, economista di Ing Bank.
Per Tim Wollmerhayser, dell’istituto economico Ifo, una “non bisogna temere una recessione profonda nei prossimi mesi”, perché i “rischi di una ‘hard Brexit‘ o di una nuova escalation della guerra commerciale voluta dagli Stati Uniti sono diminuiti“. La maggior parte degli istituti di ricerca tedeschi sta scommettendo su una riaccelerazione dell’economia il prossimo anno, mentre il governo prevede solo uno 0,5% di crescita quest’anno e si aspetta un 1% di espansione del Pil per l’anno prossimo.
La stagnazione attuale riguarda non solo la Germania, ma tutta l’Eurozona. Le stime flash di Eurostat parlando di una crescita dello 0,2% nel terzo trimestre 2019, identica a quella del periodo precedente. Allargando lo sguardo all’intera Unione europea, la stima di espansione del Pil è dello 0,3%. Il dato per l’Italia, così come per la Germania, conferma le stime degli istituti di stastica nazionali: è dello 0,1%, il più basso dell’Unione. A crescere più degli altri sono la Polonia (1,3%) e l’Ungheria (1,1%).