Dalla prossima stagione invernale proibite stoviglie, bicchieri, cannucce monouso e bottiglie di plastica nei rifugi. A sollevare l'allarme uno studio dell'università Statale di Milano e di Milano, che nel ghiacciaio dei Forni hanno calcolato tra i 131 e i 162 milioni di particelle di componenti plastici
La prima area sci al mondo plastic free sarà all’interno nel Parco Nazionale dello Stelvio, in Val di Pejo, che si sviluppa fra i 1400 e i 3000 metri di altitudine in Trentino Alto Adige. Stoviglie, bicchieri, cannucce monouso e bottiglie di plastica saranno proibite, a partire dalla prossima stagione invernale, nei rifugi della ski area Pejo 3000. Stessa sorte per bustine di ketchup e maionese, che spesso vengono consumate in grandi quantità e disperse poi nell’ambiente. Allo stesso tempo, nelle prossime settimane, saranno introdotti dei pannelli informativi che descriveranno il progetto Pejo Plastic Free e sensibilizzeranno gli sciatori per limitare l’uso di plastica a partire dai packaging e bottiglie e per invitarli a riportare a valle i rifiuti. Più in là è in programma la sostituzione dei ‘gatti delle nevi’ a gasolio (veicoli a motori cingolati capaci di spostarsi sulla neve, appunto) con nuovi mezzi ibridi, con un sicuro impatto positivo nell’emissioni.
Tutto è cominciato con uno studio allarmante dell’università Statale di Milano e di Milano Bicocca, che ha scoperto nel ghiacciaio dei Forni tra i 131 e i 162 milioni di particelle di componenti plastici: un tasso equiparabile a quello dei mari europei. Poliestere, poliammide, polietilene. “Se le plastiche raggiungono le alte quote, vi rimangono inalterate per molto tempo, anche decenni, e poi vengono restituite all’uomo sotto forma di danni ambientali e sanitari, entrando nella nostra catena alimentare”, spiega Christian Casarotto, glaciologo del Museo delle Scienze MUSE di Trento, “le iniziative per contenere la diffusione delle plastiche sono quanto mai urgenti. Tutto l’arco alpino dovrebbe adottarle”.
I vertici dell’Azienda per il Turismo della Val di Sole sono passati all’azione, coinvolgendo da subito gli operatori. “Ci siamo subito resi conto che il lavoro da fare era imponente”, rivela Luciano Rizzi, presidente dell’Azienda promozione turistica Val di Sole, Pejo e Rabbi “ma d’altro canto non volevamo più aspettare. L’economia locale si fonda sul turismo ma questo impone un’attenzione in più affinché le nostre risorse naturali non vengano depauperate. Sono loro il nostro tesoro e lo dobbiamo preservare per i nostri figli e nipoti. Siamo quindi orgogliosi di essere i primi al mondo a fare questo passo, sicuri che ben presto altri seguiranno”.
La Val di Pejo è già molto attiva in tema di sostenibilità ambientale: da tempo viene utilizzata solo energia rinnovabile grazie a tre piccoli impianti idroelettrici che garantiscono una produzione superiore alle necessità locali. Per riscaldare abitazioni, alberghi, edifici pubblici e le Terme di Pejo si utilizza poi un moderno impianto di teleriscaldamento a cippato, cioè alimentato con gli scarti delle lavorazioni boschive. E per innevare artificialmente le piste sfrutta solo acqua di recupero. Il Parco Nazionale dello Stelvio, infine, ha recentemente ottenuto la certificazione della Carta europea del turismo sostenibile mentre i tre rifugi dell’area sciistica hanno invece avviato l’iter per ottenere la certificazione di Ecoristorazione Trentina, un marchio assegnato ai ristoranti che dimostrano di attuare azioni per la riduzione del proprio impatto sull’ambiente.