Cultura

Teatro alla Scala, tra sacchi a pelo e liste autogestite, decine di giovani in coda tutta la notte per l’anteprima della Tosca dedicata agli under 30

di Martina Milone

Marco è il numero uno. “Quest’anno non volevo rischiare”, spiega. Viene da Viareggio ed è in fila dalle 10 della mattina di martedì, anche se sa bene che la biglietteria aprirà solo alle 9 di mercoledì. Obiettivo: un posto all’anteprima del 4 dicembre della Tosca al Teatro alla Scala, dedicata agli under 30. Alle 22,30 in coda ci sono già 63 persone. Sotto al loggiato di via Filodrammatici ci sono studenti, lavoratori, ma anche qualche genitore che, intrepido, si prepara ad affrontare la nottata insieme ai figli. Alcuni sono appassionati di opera e già scambiano con i compagni informazioni sulla rappresentazione che vedranno in scena, con la regia di Davide Livermore. Altri invece non hanno mai partecipato all’evento, ma sono curiosi.

L’organizzazione è autogestita. Marco, arrivato per primo, tiene una lista. Segna, a mano a mano, i nuovi arrivi e ogni ora fa l’appello: gli assenti vengono depennati. “Sono partito prestissimo perché volevo assicurarmi di essere il primo visto che quest’anno l’apertura della vendita online è alle 9, in contemporanea a qui, e non alle 12 come gli altri anni”, spiega il capofila a ilfattoquotidiano.it. Secondo Marco aprire così presto la vendita tramite piattaforme “è un regalo ai bagarini” ed è “ingiusto per chi sta facendo nottata”.

L’obiettivo è arrivare, senza saltare neanche una conta, alle 7 del mattino, quando i volontari dell’associazione L’Accordo, distribuiranno i numerini, come al supermercato, con l’ordine di arrivo segnato nel foglietto di Marco. “Questo per me è il primo anno – spiega Francesco, studente 18enne – I biglietti online? Credo che tutti si accalcheranno sperando di fare i più ‘furbi’, ma potrebbe intasarsi. Noi siamo più vecchio stampo”.

Il pavimento sotto al loggiato è gelido. Fuori ci sono 5 gradi, ma i più esperti si sono organizzati bene. Hanno sacchi a pelo, coperte e alcuni addirittura delle seggiole e un materassino gonfiabile: sanno che la notte sarà lunga. “Io vengo qui da tre anni. Inizialmente volevo prendere il biglietto online, poi mi hanno convinto a tornare – racconta Vito studente al quinto anno di giurisprudenza – Non sono molto d’accordo con questa scelta perché punisce noi (che abbiamo fatto la fila ndr)”. “Credo sia giusto che la Scala o gli organizzatori diano un minimo di diritto di prelazione per noi che facciamo un sacrificio qui tutta la notte”, continua ricordando le tempistiche dello scorso anno.

Dormire non è facile. C’è chi ci riesce e chi invece preferisce giocare. Seduti in cerchio, ma senza nessun fuoco al centro, organizzano sessioni di briscola e giochi di ruolo come “Lupus in fabula”. Anche le chiacchiere non mancano. “Io ho preso un giorno a lavoro – spiega una ragazza – Mi mancano ancora tre anni e poi non potrò più venire. Non potevo perdermelo”. Ha trascinato con sé anche la sua amica, 30enne: è l’ultimo anno che potrà partecipare.

Puntuale, Lorenzo, aiutato dalla seconda e dal terzo della fila, fa l’appello. Alle due di notte, in cinque hanno abbandonato la coda, che nel frattempo ha raggiunto le 90 persone. “Nel momento in cui le metro chiudono l’affluenza è minore”, spiegano i veterani, quelli che da anni, imperterriti, si accampano fuori dal teatro. Il flusso, in effetti, ricomincia attorno alle cinque del mattino. Arrivano alla spicciolata, ma i numeri della fila crescono rapidamente. I genitori, ora, si presentano anche da soli. “Sono qui per prendere i biglietti per le mie due figlie – spiega una mamma al Fatto.it – La maggiore vive fuori per studio, mi ha chiamato alle 5 per ricordarmi di venire qua per il biglietto, ma io le avevo già promesso che sarei venuta”.

I ritardatari si ritrovano alla fine della fila. Fino allo scorso anno sarebbero riusciti, quasi certamente, a prendere un biglietto. Ora, però, c’è l’incognita della vendita online. Alcune voci sostengono che i biglietti saranno divisi: un numero per chi ha stoicamente retto la fila, un altro, minore, per chi ha cercato la fortuna dei rivenditori online. La certezza è solo una: alle 9 anche Ticketone e il sito ufficiale del teatro apriranno la vendita dei biglietti. “Ci hanno lasciato nell’incertezza – si lamenta Marco – Hanno distrutto quella che era la nottata. Lo spirito del fare nuove conoscenze e amicizie che caratterizzava le altre notti”.

A rassicurare, almeno in parte, è l’arrivo delle volontarie dell’associazione L’Accordo. Dopo un piccolo malinteso con i ragazzi gestori della coda, la fila si riforma. Nel frattempo è diventata lunghissima e dall’inizio del loggiato si snoda fino ad arrivare di fronte alla biglietteria del teatro. Con i ticket ufficiali l’ordine sembra ristabilito e intanto i volontari assicurano che i biglietti online saranno separati da quelli presi alla biglietteria.

L’attesa però non è ancora finita. Sono appena le 7 e la biglietteria aprirà solamente alle 9. “Queste sono le ore più difficili”, spiega Francesco, appassionato di opera, al suo terzo anno di “code” per riuscire a prendere i biglietti. “L’anno scorso sono arrivato alle 3 ed ero novantesimo. Quest’anno prima, ma ero comunque sessantesimo”, racconta, anche lui dubbioso sulla scelta di aprire la vendita online nello stesso momento di quella in biglietteria.

L’incontro è nuovamente fissato per le 8,45. Circa un’ora e mezza per sgranchirsi le gambe e fare colazione. Al ritorno, sotto il loggiato, i ritardatari dell’ultimo minuto cercano ancora un ticket, mentre altri, all’ultimo, si registrano online sul sito del Teatro alla Scala, un passaggio obbligatorio se si vuole acquistare un biglietto per l’anteprima.

All’ora X sotto il loggiato è il panico. Chi è più indietro nella fila aggiorna Ticketone in maniera compulsiva. “Ce l’ho fatta”, grida una ragazza, che è riuscita ad accaparrarsi dei biglietti online. Altri, delusi, dopo appena 10 minuti, constatano che “i ticket online risultano esauriti”. Intanto la fila scorre. Alessandro e Martina sono fratello e sorella e sono venuti da Vigevano martedì. Per un soffio, con i numeri 60 e 61 sono riusciti a prendere quattro posti in platea. “Ci siamo organizzati con sacchi a pelo, tappetini e la cerata per proteggersi dal freddo. Ma ce l’abbiamo fatta, siamo troppo contenti – dicono al Fatto.it – Abbiamo provato anche a connetterci online 20 minuti prima dell’apertura della biglietteria, ma dopo 10 minuti era già tutto esaurito. Quindi è meglio essere qui, accampati. È anche una bella esperienza”.

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