La polizia ha ipotizzato che ad ucciderlo possa essere stata una scossa elettrica legata ad un surriscaldamento dello smartphone ma sta comunque indagando. Anche perché ai piedi del letto, sono state ritrovate alcune lattine di birra e Coca Cola che potrebbero avere un ruolo nell’accaduto
Si è appisolato sul letto a guardare il calcio con lo smartphone collegato alla presa elettrica e gli auricolari nelle orecchie. E non si è più svegliato. Sembra sia rimasto fulminato visti i segni di bruciatura sul collo e sul braccio anche se l’autopsia e le indagini faranno chiarezza sull’esatta dinamica nei prossimi giorni. Somchai Singkhorn passava molte notti così: una partita in streaming sul telefono, qualche birra e qualche ora di sonno prima di riprendere, l’indomani, tra i fornelli di un ristorante a Samut Prakan, nell’est della Thailandia. Solo che lo scorso mercoledì 13 novembre Somchai Singkhorn non si è presentato al lavoro. Così il coinquilino e collega si è preoccupato: il primo luogo in cui ha provato a cercarlo è stato l’ultimo in cui l’aveva visto, la camera a Samut Prakan.
E lì l’ha ritrovato, inerme. Ha privato a scuoterlo, a svegliarlo, sembrava addormentato in un sonno profondo, forse troppo. Sempre più spaventato ha chiamato anche il capo del ristorante, un uomo di 51 anni: insieme avrebbero potuto provare a fare qualcosa di più. Ma Somchai era già morto. Le bruciature rinvenute sul suo corpo sono negli stessi punti in cui appoggiava il cavo mentre Somchai Singkhorn lo stava utilizzando. La polizia thailandese ha ipotizzato che ad ucciderlo possa essere stata una scossa elettrica legata ad un surriscaldamento dello smartphone ma sta comunque indagando. Anche perché ai piedi del letto, sono state ritrovate alcune lattine di birra e Coca Cola che potrebbero avere un ruolo nell’accaduto.
Non è la prima volta – Quello di Somchai Singkhorn non è un caso isolato. Lo scorso agosto, in Cina, un ragazzino di 13 anni è morto fulminato mentre giocava con il suo smartphone, attaccato alla presa elettrica del ristorante in cui si trovava. Nel 2013, sempre nella Repubblica cinese, una ragazza di 23 anni era rimasta folgorata per una scossa fatale del suo iPhone 5, anch’esso in carica: sull’accaduto la stessa Apple aveva iniziato un’indagine sulla sicurezza dei propri prodotti. Un dramma fortunatamente solo sfiorato a giugno: un bambino di 11 si trovava a letto quando il tablet accanto a lui, collegato alla presa di corrente, si è surriscaldato e ha preso fuoco creando un buco nelle lenzuola e nel materasso, lasciando in vista addirittura le molle metalliche.
La guida degli esperti – Dopo le prime vittime, molti esperti, personale delle indagini antincendio e costruttori di batterie per smartphone hanno avvertito la popolazione sui comportamenti corretti e più sicuri da seguire. È importante usare sempre caricatori originali o che siamo a norma e certificati, così come lasciare il dispositivo in carica su una superficie piana e fredda. Da evitare appunto i cuscini, sopra o sotto, poiché il tessuto potrebbe prendere fuoco o esplodere come capitato a una ragazzina di 14 anni in Kazakhistan. Ma lasciare il telefono attaccato alla corrente anche dopo il raggiungimento della piena carica è altrettanto pericoloso. Si potrebbero verificare delle “fughe termiche” nella batteria che la porterebbero a surriscaldarsi eccessivamente.