Per vent’anni è stato l’angelo custode di tre papi: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e, fino a un mese fa, Francesco. Ma da maggio prossimo potrebbe diventare il sindaco della sua città, Arezzo. Domenico Giani, ex capo della Gendarmeria Vaticana, è il nome forte su cui punta il centrosinistra aretino per provare a riconquistare la città dopo cinque anni di governo di centrodestra del sindaco Alessandro Ghinelli. Giani si è dimesso un mese fa dopo la fuga di notizie con tanto di volantino dei cinque dipendenti della Santa Sede sospesi perché coinvolti in un’inchiesta sugli investimenti immobiliari del Vaticano. Il Pd avrebbe scelto lui proprio perché conosciuto al grande pubblico, lontano dalla vita politica ma vicino ai valori della solidarietà e dell’attenzione verso gli ultimi. Al fattoquotidiano.it risulta che ormai i dem si siano convinti di Giani e resta soltanto che sia lui a sciogliere le riserve per scendere definitivamente in campo.

Una vita per difendere i papi – Classe 1962 e aretino di nascita, prima di arrivare in Vaticano Giani è stato un uomo dello Stato: dopo la “gavetta” nella Guardia di Finanza e nella Polizia Giudiziaria ad Arezzo, ha lavorato nel Sisde, l’apparato militare dei servizi segreti italiani, dal 1995 al 1998. Poi vince il concorso per diventare ufficiale ma solo un anno dopo, nel 1999, per lui si aprono le porte della Gendarmeria Vaticana come vice di Camillo Cibin: fondamentale sarà il suo rapporto personale con l’allora vescovo di Arezzo, monsignor Roberto Carraro, che in quegli anni può contare su una fitta rete di relazioni in Vaticano, su su fino a Papa Wojtyla. Da quel momento in avanti, Giani assume sempre più potere: ha compiti di polizia ma anche di protezione dei tre papi nelle missioni internazionali (più di 70 in vent’anni), inglobando sotto di sé la protezione civile e la trasparenza finanziaria vaticane. Da ultimo fa allestire una sala intercettazioni e per il monitoraggio dei siti vaticani. Ma sarà proprio una fuga di notizie – che lui in privato chiama “gogna mediatica” – a farlo cadere.

Il 2 ottobre diventa pubblica una disposizione di servizio inviata proprio dal Corpo della gendarmeria guidata da Giani al personale interno e alle Guardie svizzere che li informa loro che il giorno prima cinque dipendenti del Vaticano sono stati perquisiti e indagati per operazioni finanziarie milionarie apparentemente irregolari. Nel documento vengono pubblicate anche le facce dei cinque sospesi. Quando il documento esce su tutti i giornali, Papa Francesco va su tutte le furie e dieci giorni dopo, tramite il direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni, fa sapere che “l’illecita diffusione di un documento ad uso interno” è paragonabile a un “peccato mortale”. Il giorno dopo Domenico Giani è costretto alle dimissioni, accettate prontamente dal Santo Padre. Al suo posto viene subito nominato il suo vice, l’ingegnere Gianluca Gauzzi Broccoletti.

Il tentativo di riconquistare Arezzo – Nel Pd aretino sono convinti che un moderato di formazione profondamente cattolica come Giani possa riuscire a recuperare quell’elettorato perso nel 2015, con la vittoria di Alessandro Ghinelli. Arezzo infatti non è mai stato uno storico bastione rosso in Toscana (negli ultimi 25 anni il centrodestra ha governato per 12) e l’elettorato è meno a sinistra di altre città. Non solo: Ghinelli ha la strada in discesa verso il secondo mandato, a meno che il centrodestra salviniano non decida di candidarlo a Presidente della Regione. In questo caso tutto cambierebbe, tranne il nome di Giani che convince sempre di più il centrosinistra.

Twitter: @salvini_giacomo

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