Il dito puntato contro “l’indifferenza” verso gli ultimi durante l’Angelus, poi 1.500 poveri invitati a pranzo. Con monsignor Rino Fisichella che annuncia tra le portate la lasagna senza carne di maiale così “anche gli altri ospiti possono mangiare tranquillamente tutto”. Nella Giornata Mondiale dei Poveri, da lui istituita tre anni fa, papa Francesco punta il dito contro “l’indifferenza” verso gli ultimi della società, verso il continuo aumento delle disparità sociali. “Ho visto recentemente, alcuni minuti fa, alcune statistiche di povertà. Fanno soffrire. L’indifferenza della società verso i poveri… Preghiamo”, dice all’Angelus.
E nella messa in una San Pietro affollata di persone bisognose e indigenti, accompagnate da volontari e associazioni, sottolinea che oggi, “si va di fretta, senza preoccuparsi che le distanze aumentano, che la bramosia di pochi accresce la povertà di molti”, denuncia il Pontefice. Il ‘clou’ della Giornata è anche il pranzo del Papa con 1.500 poveri in Vaticano – una “riunione di amici”, la definisce Bergoglio – nell’Aula Paolo VI allestita per l’occasione a grande sala da pranzo con 150 tavoli e 50 volontari a servire gli ospiti.
Con un riguardo particolare, quello di togliere dal menù la carne di maiale, per permettere a tutti, compresi i musulmani, di partecipare al convivio: “Qui non c’è carne di maiale, anche gli altri ospiti possono mangiare tranquillamente tutto”, avverte all’inizio del pranzo monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio della Nuova Evangelizzazione, il dicastero che ha curato l’organizzazione della Giornata Mondiale. Un gesto di rispetto che sfida anche le polemiche, come quelle che a Bologna hanno preso di mira la Curia per i “tortellini al pollo”.
I poveri “sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io: non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano”, dice Bergoglio. Secondo il Papa, proprio gli ultimi “ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio. La presenza dei poveri ci riporta al clima del Vangelo, dove sono beati i poveri in spirito”. Allora, prosegue, “anziché provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro”.