Sembra incredibile ma funziona così: dal 2011 lo Stato paga milioni di euro a Kpmg, colosso globale della revisione e consulenza, per risanare i conti delle Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario. La multinazionale si è aggiudicata tre gare di seguito indette da Consip, la centrale di acquisto della pubblica amministrazione, su richiesta del ministero dell’Economia. La prima otto anni fa, da nove milioni di euro. La seconda nel 2013, da 18,2 milioni. L’ultima nel 2018, da 13 milioni di euro da spartire questa volta con l’università Bocconi. Per capire i poteri che lo Stato le affida basta leggere il capitolato tecnico del bando. Oltre a doversi occupare del miglioramento della contabilità di Abruzzo, Calabria, Campania, Molise, Lazio e Sicilia, la multinazionale ha il compito di verificare la gestione del Piano di rientro dal debito. Eppure da cinque anni lo Stato ha a disposizione uno strumento per rilevare in via preventiva, attraverso un apposito meccanismo di allerta, eventuali e importanti scostamenti delle performance delle aziende sanitarie, in termini sia di qualità che di quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità. Si chiama Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, istituita nel ’93 e sottoposta alla vigilanza del ministero della Salute. Questa attività di monitoraggio viene stabilita all’articolo 12, comma 7, del Patto della salute 2014-2016 tra Governo e Regioni. Ed è stata inserita poi nell’articolo 513 della legge di Bilancio dello scorso anno.
C’è di più. In Abruzzo, Campania e Sicilia, il controllore coincide con il controllato. Cioè Kpmg controlla Kpmg. Poiché chi fa i conti corrisponde a chi li gestisce. Un paradosso alla luce del sole. L’art. 79 (comma 1 sexies, lett. c) del decreto legge 112/2008 consente alle Regioni in piano di rientro di usare una quota destinata all’edilizia sanitaria (art. 20, legge 67/1988) per realizzare, citiamo letteralmente, “interventi diretti a garantire la disponibilità di dati economici, gestionali e produttivi delle strutture sanitarie operanti a livello locale, per consentirne la produzione sistematica e l’interpretazione gestionale continuativa ai fini dello svolgimento delle attività di programmazione e di controllo regionale ed aziendale, in attuazione dei piani di rientro”.
Quattro regioni, tra il 2009 e il 2015, hanno sottoscritto degli specifici accordi di programma con lo Stato per sfruttare queste risorse. Mentre in Molise l’appalto è in mano alla Ernst & Young, un’altra delle quattro Big four della consulenza e revisione, in Abruzzo vincitrice è la stessa Kpmg, in raggruppamento con Pwc advisory e università Bocconi. Idem in Sicilia, dove si è alleata con Pwc advisory. Così come in Campania, in unione con Ernst & Young, Exprivia, Ernst & Young financial-business. Contratti che insieme valgono milioni di euro. Tutto limpido, tutto secondo la legge. Ma la logica del risparmio pubblico in questo caso lascia spazio a qualche spreco (forse evitabile) e conflitto.