“Ha mantenuto la casa di servizio chiesta quando era ministro facendola assegnare al marito, che per l’incarico e il grado ricoperto non avrebbe dovuto avere un appartamento simile”. Un’accusa pesante quella rivolta all’ex ministra Elisabetta Trenta in sé e ancor di più perché il Movimento Cinque Stelle, che l’aveva voluta alla guida della Difesa, si è sempre battuto contro gli sprechi. La notizia è stata rivelata dal Corriere della Sera e il leader pentastellato Luigi Di Maio ha chiesto chiarimenti. La replica di Trenta ha scritto una lettera all’autrice dell’articolo e un post Facebook per respingere ogni accusa: “Tutto in regola, così lo Stato ha risparmiato”.
Secondo la ricostruzione del Corriere, poco dopo la nomina, Trenta si è trasferita in un appartamento in uno dei “luoghi più suggestivi del centro di Roma” e “ha deciso di rimanerci anche adesso” che non ricopre più incarichi pubblici. “Ci è riuscita facendolo assegnare al marito”, il maggiore dell’Esercito Claudio Passarelli. Una concessione che “potrebbe essere avvenuta aggirando i regolamenti”, visto che Trenta e il marito hanno “una casa di proprietà nella capitale” e “dunque non sembra avere necessità di usufruire dell’alloggio”, scrive sempre il Corriere. “In ogni caso il ‘livello 1’ di dimora attribuito al momento di scegliere la casa per la ministra, è molto superiore a quello previsto per l’incarico e il grado del suo consorte”, specifica il quotidiano di via Solferino spiegando che sono iniziati accertamenti e la questione potrebbe interessare alla Corte dei Conti.
In mattinata è arrivata la replica di Trenta: “Da ministro ho chiesto l’alloggio di servizio perché più vicino alla sede lavorativa, nonché per opportune esigenze di sicurezza e riservatezza. L’alloggio è stato assegnato ad aprile 2019, seguendo l’opportuna e necessaria procedura amministrativa, esitata con un provvedimento formale di assegnazione da parte del competente ufficio. Quando ho lasciato l’incarico, avrei avuto, secondo regolamento, tre mesi di tempo per poter lasciare l’appartamento; termine ancora non scaduto (scadenza tre mesi dal giuramento del nuovo governo, vale a dire 5 dicembre 2019)”, attacca.
“Come è noto, mio marito è ufficiale dell’Esercito Italiano con il grado di maggiore e svolge attualmente un incarico di prima fascia, incarico per il quale è prevista l’assegnazione di un alloggio del medesimo livello di quello che era stato a me assegnato (infatti a me non era stato concesso un alloggio Asir – cosiddetto di rappresentanza – ma un alloggio Asi di prima fascia“, aggiunge. Quindi spiega ancora: “Avendo mio marito richiesto un alloggio di servizio, per evitare ulteriori aggravi economici sull’amministrazione (a cui competono le spese di trasloco, etc.), è stato riassegnato lo stesso precedentemente concesso a me, previa richiesta e secondo la medesima procedura”.
Le parole di Trenta non hanno convinto il Movimento Cinque Stelle. “Sicuramente il marito avrà il diritto all’alloggio, ma sarebbe opportuno che trenta lasci quell’alloggio e poi il marito farà la richiesta per ottenere l’appartamento come tutti gli ufficiali dell’esercito, seguendo la normale graduatoria”, ha detto Di Maio. Il vice-ministro dello Sviluppo Economico Stefano Buffagni scrive su Facebook: “Il Movimento 5 Stelle è un’altra cosa! Ho letto stamattina la notizia dell’ex Ministro Trenta sull’immobile di pregio assegnato al marito, in cui vive. Ho altresì letto la risposta dell’ex Ministro Trenta: formalmente pare anche ineccepibile, ma non è da 5 stelle”. Il Movimento è nato, scrive, “con un’altra missione, stare nei palazzi rischia sempre di contaminarci, di cambiarci ed è contro questa ‘droga’ che dobbiamo tenere alta l’attenzione”.
“Non sono mai stato estremista ed ho sempre tenuto un po’ di elasticità ed alta tolleranza nelle cose attirandomi anche tante cattiverie nel Movimento – aggiunge – Non sono mai stato un giustizialista e capisco che durante il mandato possano nascere esigenze funzionali. Ma se fosse stato uno del Pd o uno della Lega ad assegnare al marito una casa di quel genere da tenere anche dopo il mandato cosa avremmo detto?”.
Quindi continua: “Mi auguro che venga liberato il prima possibile l’appartamento e venga tolto dall’imbarazzo il Movimento 5 Stelle. Poi mi auguro si apra una riflessione su tutti questi immobili, sui loro utilizzi e sugli sprechi che si annidano lì in mezzo”. Il Paese, conclude, “vive un momento difficile ed ogni euro risparmiato è un euro per chi soffre, per le imprese e per chi lavora. Abbiamo bisogno di evolverci come M5S perché la sfida del governo impone una maturazione, ma senza rinnegare alcuni capi saldi della nostra identità. Siamo cittadini nelle istituzioni, non privilegiati”, conclude Buffagni.
In mattinata, tra gli altri, si erano pronunciati sulla vicenda il leader del M5s, Luigi Di Maio, e il capogruppo del Pd, Andrea Marcucci. “Ci tengo a dire che il M5s non ne sapeva niente. Spero che l’ex ministro Trenta possa chiarire il prima possibile nelle prossime ore”, aveva detto Di Maio. Marcucci invece aveva chiesto a Trenta di chiarire “velocemente” e aggiunto che “se le indiscrezioni risultassero vere, saremmo di fronte ad un comportamento molto grave, anche perché coinvolgerebbe una esponente di primissimo livello del M5S” e aveva quindi preannunciato un’interrogazione urgente del gruppo.