A dare la notizia è il New York Times, secondo cui il centro di ricerca della Henderson State University era stato chiuso l'8 ottobre scorso dopo che nei corridoi si era diffuso uno strano odore chimico che aveva fatto scattare l'allarme. I due rischiano una condanna fino a 40 anni di carcere
Due professori di chimica si sono messi a produrre droghe nel laboratorio dell’università dove insegnavano. Sembra la trama del film “Smetto quando voglio“, in cui un gruppo di ricercatori universitari crea una smart drug e inizia a spacciarla per arricchirsi, invece è successo davvero in Arkansas, negli Stati Uniti: Terry David Bateman, di 45 anni, e Bradley Allen Rowland, di 40, sono stati arrestati con l’accusa di aver prodotto metanfetamine nel laboratorio della Henderson State University di Arkadelphia, dove insegnavano. I due sono stati infatti sospesi dall’università.
A dare la notizia è il New York Times, secondo cui il centro di ricerca dell’ateneo era stato chiuso l’8 ottobre scorso dopo che nei corridoi si era diffuso uno strano odore chimico che aveva fatto scattare l’allarme. Dai primi test era emersa un’elevata presenza di benzilcloruro, un composto che può essere utilizzato nella produzione di metanfetamina in laboratorio. Sull’episodio aveva iniziato ad indagare la polizia e così, dalle indagini condotte dall’ufficio dello sceriffo della contea di Clark, si è scoperto che i due professori utilizzavano i laboratori per produrre droghe sintetiche. Ora rischiano una condanna fino a 40 anni di carcere: tanto è sanzionato il reato secondo le leggi statunitensi. Bateman lavorava da oltre 10 anni alla Henderson State University, dove era professore associato e direttore della ricerca universitaria, Rowland invece insegnava lì dal 2014.