Le “sardine” chiamano e Modena risponde col pienone. Nonostante una pioggia torrenziale, sono oltre seimila le persone che si sono incontrate in piazza Grande, nella città della Ghirlandina, per contestare il leader della Lega Matteo Salvini, a Modena per il suo tour elettorale. Migliaia di ombrelli colorati, corredati dalle immancabili sardine applicate sopra o tenute in mano dai manifestanti, hanno invaso la piazza fin da prima delle 19, affollando anche lo spazio intorno, le traverse adiacenti e i portici. Dopo il successo di giovedì 14 novembre in piazza Maggiore, a Bologna, in concomitanza con la presenza di Salvini in città per il lancio ufficiale al Paladozza della candidatura di Lucia Borgonzoni alle Regionali in Emilia Romagna, le “sardine”, nel giro di tre giorni hanno organizzato il bis a Modena, in occasione del ritorno del leader leghista, impegnato prima alla Twinset, azienda tessile di Carpi. L’annunciata presenza delle sardine ha tenuto impegnata non poco la macchina organizzativa del segretario del Carroccio che, originariamente, doveva parlare in centro, in via Gallucci, dove erano attese circa 3.000 persone, ma ha cambiato programma, preferendo un luogo al chiuso e con una capienza di poco più del 10 per cento rispetto al programma originario. Infatti, dopo una serrata ricerca di una location, alla fine Salvini ha trovato ospitalità in un ristorante fuori dal centro, il 212, che ha una capienza di circa 600 persone ma, stasera, ne accoglierà solo 400; sostenitori del leader del Carroccio che per partecipare pagheranno una quota di 25 euro.
Di segno opposto il cambiamento di location delle sardine che, dalla piccola piazza Mazzini, hanno spostato l’iniziativa in quella principale di Modena, dopo aver capito che, anche stasera, ci sarebbe stato il pienone. Il tam tam, come sempre, ha viaggiato sulle ali di Facebook per chiamare in piazza la società civile “senza bandiere di partito”, come hanno specificato gli organizzatori. La piazza anche stavolta mostra una faccia pacifica e gioiosa, con persone di tutte le età, ma soprattutto giovani, e molte famiglie che manifestano in modo composto contro quelle che definiscono “le politiche di odio e razzismo” di Salvini e per ribadire il loro “no” al governo della Lega in Emilia-Romagna e al “populismo di destra”. Gridano “Modena non si Lega” e cantano “Bella Ciao”, in un clima di entusiasmo contagioso, nonostante la pioggia battente. “Loro queste cose non le sanno fare. Ci stanno guardando tutta Italia e l’Europa – scandiscono i promotori del flash mob -. Una volta ci facevamo la guerra, Salvini ci ha uniti. Grazie a Dio qualcuno si è svegliato”.
Salvini, oggi, ha attaccato le sardine, pubblicando un post dello scorso maggio della studentessa di Ingegneria Samar Zaoui, una dei due organizzatori del flash-mob, insieme a Jamal Hussein, studente di Ingegneria meccanica. Nel post si vede un video di Salvini al contrario e la frase “Pregate voi, che Dio vi ascolta… Avremmo bisogno di un giustiziere sociale, di quelli che compaiono nella storia, che dopo aver ucciso vengono marcati come anarchici…”. Salvini oggi, durante il tour nel modenese, ha ripetuto che “una delle animatrici della piazza democratica di Modena” lo ha “minacciato di morte”. “Siamo partiti dal basso che più basso non si può. E per questo siamo vulnerabili. I nostri avversari lo sanno e hanno già attivato la macchina del fango” hanno risposto oggi al leghista gli organizzatori della protesta delle “Sardine”. Intanto Samar Zaoui ha fatto un passo indietro e il suo nome è sparito dalla pagina dell’evento e, al suo posto, risulta come organizzatore Federico Duzzi.
Il successo di Modena che molti non osavano sperare è solo la seconda tappa della marcia inarrestabile delle “sardine”: “Ci stanno già chiamando da tutte le città della Romagna per fare la stessa cosa” dice entusiasta Mattia Santori, uno degli ideatori dell’iniziativa bolognese. L’idea, infatti, è estendere la protesta a tutta la regione.