“Ho parlato con Di Maio e credo che abbia capito le mie ragioni. Poi non so cosa vogliano fare. Certamente sono una persona, un militare e so che, prima di condannare le persone, ci si parla e che un comandante difende i propri uomini. E’ chiaro comunque che io non sia stata trattata bene. E’ stato visto”. E’ la replica dell’ex ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, intervenuta a “24 Mattino”, su Radio24, al leader del M5s, Luigi Di Maio, sulla vicenda che l’ha coinvolta recentemente circa l’alloggio di servizio datole quando entrò nel dicastero del governo Conte Uno.
Trenta puntualizza: “Io nel M5s ci credo e non ho nessuna intenzione di abbandonarlo. Mi scrivono però in tanti che mi dicono che sono stata trattata male e che forse dovrei prendermi una pausa di riflessione. Chissà, magari me la prendo. Non ho ancora deciso nulla, ma mi è dispiaciuto che, prima di parlare e di giudicare, nessuno mi ha chiamata per chiedermi come stavano le cose. La mia faccia è pulita: lo è stata ieri, lo è oggi, lo sarà domani. E io devo pensare a me stessa. Quindi, non smetto di fare politica, né smetto di essere nel M5s, se il Movimento ritiene che io possa essere una persona valida. Ma anche se lo ritiene, uno vale uno. Io sono qui. Se mi prendo una pausa di riflessione, comunque, deciderò cosa fare”.
Trenta poi commenta la sua intervista rilasciata a Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, non risparmiando bordate alla giornalista e alla stampa in generale: “L’intervista di ieri è stata una grande strumentalizzazione. Io ho una sola colpa: sono una persona perbene. E invece si è lasciata passare l’idea che io, ex ministro, abbia mantenuto la casa di servizio. Questo è falso. Quell’alloggio è stato assegnato temporaneamente a mio marito e io ci dormo lì perché sono sua moglie. Quell’assegnazione a mio marito c’è stata perché lui risponde a determinate caratteristiche – continua – Non è stata violata nessuna legge, non è stata violata nessuna regola, è tutto perfettamente in ordine. Non era opportuno che io rimanessi? E’ un giudizio che può dare chiunque, ma io mi sono attenuta alle regole. E vorrei che fosse questo l’interrogativo dei giornalisti: mentre c’è Venezia che affoga nell’acqua, e sappiamo quale è il motivo per cui succede tutto questo, si parla per tre giorni dell’ex ministra Trenta. E si parla del nulla. Io vorrei che la stampa assolvesse al suo ruolo, che per me è il più importante che esista: e cioè essere la paladina della democrazia. E invece molto spesso si guarda al dito anziché alla luna. Ci si rende strumento di qualcuno e non si svolge il proprio ruolo”.
Non ci sta uno dei conduttori, Simone Spetia, che ricorda all’ex ministra che si è parlato tanto anche dell’emergenza a Venezia. Trenta poi spiega dettagliatamente i criteri di assegnazione dell’alloggio temporaneo, annuncia l’imminente trasloco da quell’appartamento e ribadisce: “Si sta facendo un caso Trenta, che non esiste. In quell’articolo del Corriere della Sera c’è il peggio del peggio. Forse ho dato fastidio a qualcuno quando facevo il ministro, si è speculato sulla mia privacy dicendo che avevo fatto una domanda fatto all’Aise (Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna, ndr) ma se queste cose sono state messe insieme ci sarà qualche motivo”.