Qui studio a voi stadio, ma senza uno straccio di partita. Da giorni. Com’è triste Venezia, cantava Aznavour. Com’è triste lo studio senza stadio, canticchiano a TeleLombardia. È una domenica pomeriggio non proprio qualunque a QSVS. C’è la pausa del campionato e la nazionale deve ancora giocare. Un vuoto cosmico che nemmeno il buco dell’ozono. E allora che succede? Si abbozza una lunga estenuante impossibile polemica. Roba che al bar sotto casa il tempo di un bianchetto, due bestemmie (anti juventine) e via. Invece qui il tema occupa ore fitte e fritte.

Una settimana fa, dicesi una, ovvero sette giorni fa, Cristiano Ronaldo è stato sostituito ed ha abbandonato il campo infilandosi negli spogliatoi senza dire nulla a Sarri. Un argomento che lascia sgomenti ben oltre il confine di San Marino. Un dilemma che attanaglia il gabinetto Conte e il cancellierato Merkel più del prossimo fallimento della Deutsche Bank. Così, se si attende una nuova lettura dei labiali di CR7 da parte del divino Otelma, e una perizia psichiatrica di Sarri da parte del professor Crepet, a QSVS c’è fermento. Sguardi corrucciati. Visi tiratissimi. Bisogna tirarla lunga almeno un’ora. Il conduttore pomeridiano (non ci ricordiamo il nome – Maurizio Dall’O? – ci scusi, ma è bravissimo) è in grado di riattizzare i tizzoni ardenti della dialettica ad ogni sgonfiarsi d’interesse. Cioè ogni cinque secondi.

Il conduttore vuole dagli ospiti (non ci ricordiamo il nome di nessuno, non hanno sottopancia, a parte Orfeo Zanforlin, ma sono bravissimi) la risposta che fa saltare il banco. La cerca disperatamente. La desidera a tutti i costi. Ma nulla. Zanforlin e un’altra mezza dozzina di figuranti a vario modo esperti di psicologia sportiva, linguaggio dei sordomuti, conoscitori delle traiettorie verso gli spogliatoi non riescono ad improvvisare granché. Un mezzo tono più alto. Un ditino puntato a caso. La banalità delle ipotesi scontate. Nemmeno il fantasma di Guardiola, in rotta col City, e penzolante sulle teste dei convenuti, aiuta nell’intelligibile crisi bianconera. All’improvviso, e alla maniera di Amici Miei, ecco però spuntare il genio.

Si chiama Joe Denti. E chi ha poco più di quarant’anni ricorderà le risate mostruose che ci facevano fare lui e il Colonnello Kurtz sul finire degli anni Ottanta sempre su TeleLombardia. Kurtz era (e presumiamo sia ancora) un pupazzo vestito di giallo con le sembianze di un vecchietto calvo, dalla voce nasale e stritolata, un po’ porcello e maleducato. Denti però oggi è solo. Perché Kurtz va animato con un compare che gli sta dietro/sotto come ai tempi di Chi la fa l’aspetti e a QSVS non ce la si fa ad avere tutto. Però Denti è un commediante sincero. Uno di quelli che la buonanima del mio papà qualificava all’improvviso con un: “Ora fa l’asino”. E Denti fa davvero l’asino. Prova a lanciare qualche freddurina verbale. Ipotizza break di discussione su dilemmi milanisti per tornare alla normalità. Fa sciocchi giochi di parole.

Ed ogni volta il conduttore, che è bravissimo, probabilmente tal Dall’O, lo cazzia con cattiveria che nemmeno Teocoli con Boldi nello sketch di Abelardo Norchis. Denti è realmente odiato da tutti. Eppure è lì. E rompe realmente il giochino del Bar Sport senza niente da dire. E visto, appunto, che il genio “è fantasia, intuizione, colpo d’occhio, velocità d’esecuzione”, Denti celebra la gag di quello che cade rovinosamente dalla sedia. Un pezzo di comicità incredibile. Rifatto per la millesima volta. Ma tutti abboccano come sempre. Denti scompare sotto al bancone degli ospiti. Fatica a rialzarsi. E intanto incrina la solennità del nulla. Lo cazziano di nuovo. Si rimette in silenzio. Ma intanto il re del chiacchiericcio indistinto è stato denudato. E di CR7 non frega più niente a nessuno.

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