Il presidente della Lega Serie A, Gaetano Miccichè, si dimette prima dell’esito dell’indagine della Procura federale sulla regolarità della sua elezione. “Le indiscrezioni apparse oggi sui giornali relative alle chiusura dell’istruttoria sulla mia nomina avvenuta 20 mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione”, ha spiegato Miccichè annunciando le sue dimissioni. Il riferimento è all’articolo apparso questa mattina su Il Messaggero che spiega come a giorni, forse già mercoledì, la relazione conclusiva redatta dall’ufficio del procuratore Giuseppe Pecoraro verrà consegnata nelle mani del presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Miccichè, 69 anni, era stato eletto alla guida di Via Rosellini il 19 marzo 2018 ed era entrato in carica il 28 maggio dopo il completamento del rinnovo della governance. Proprio però sulle modalità della sua elezione si concentra l’istruttoria della Procura della Federcalcio per eventuali violazioni dello statuto. Tutto nasce dalla segnalazione del presidente del Genoa, Enrico Preziosi, ascoltato dalla procura. Secondo statuto, per eleggere Micciché sarebbe stata necessaria l’unanimità a scrutinio segreto. Invece, come ricostruisce il quotidiano romano, il dirigente fu eletto per acclamazione, dopo le dichiarazioni di voto tutte a suo favore, senza che le schede venissero scrutinate.
“Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell’assemblea che mi ha eletto. Io non ero presente”, ha commetato Micciché. “Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti come Gerardo Mastrandrea, Ruggero Stincardini, Ezio Simonelli, Paolo Nicoletti e il notaio Giuseppe Calafiori che, ognuno nel proprio ruolo, hanno vigilato sul corretto svolgimento dell’assemblea e nulla hanno avuto da eccepire”, ha aggiunto. Secondo Il Messaggero, l’allora commissario Giovanni Malagò chiese proprio al notaio Calafiori se la procedura per acclamazione fosse valida, ricevendo il suo ok. Una volta che il presidente Gravina avrà visionato il rapporto della Procura, sarà lui a decidere come procedere. Diverse le opzioni, dall’annullare l’assemblea alla nomina di un nuovo commissario.
“Sono stato chiamato in Lega con dichiarazioni unanimi di voto e le ho dedicato molto tempo ed energie. Ho trovato una Lega commissariata, completamente disorganizzata e che non aveva nemmeno la parvenza di una realtà efficiente. Tutti insieme, perché nessuno ha sollevato la benché minima obiezione in 20 mesi, e le delibere che abbiamo preso sono state prese tutte all’unanimità, abbiamo realizzato una serie numerosa di iniziative che andavano nella giusta direzione”, sono le parole con cui l’ormai ex presidente della Lega Serie A si è dimesso. “Ho lavorato in questi mesi alla trasformazione del calcio – ha proseguito Micciché – aggiungendo ai valori agonistici e sportivi, quelli di credibilità societaria, economica e prospettica. Ciò è indispensabile e propedeutico per l’arrivo di nuovi seri investitori, nuove grandi corporation in qualità di sponsor, nuova credibilità nei mercati finanziari”. “Una trasformazione che ha anche l’obiettivo fondamentale di avvicinare le famiglie e gli appassionati al mondo del calcio e dello sport in generale”, ha concluso.