“Dove è presente la criminalità organizzata, è molto più facile assistere a episodi di corruzione e intimidazione dei politici. La perdita secca di benessere che questo comporta, in termini di Pil pro capite, è del 15-20%“. Lo ha spiegato il professore Paolo Pinotti, durante la Lectio Inauguralis della sua Associate professorship in economic analysis of crime. La cattedra in analisi economica del crimine, creata dall’Università Bocconi di Milano grazie a un donatore anonimo, ha tra gli altri l’obiettivo di quantificare il “peso” della criminalità organizzata sullo sviluppo economico. “Per quanto riguarda le regioni del nord, abbiamo attività irregolari legate a traffici di droga e riciclaggio di denaro, infiltrazioni nel tessuto economico, politico e sociale che non fanno ben sperare” ha aggiunto Pinotti. Alla Lectio hanno partecipato anche Alessandra Dolci, procuratore aggiunto Dda di Milano, che ha rinnovato l’appello ad entrare a far parte del capitale sociale dell’antimafia, fatto ai sindaci del territorio milanese due settimane fa, e Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro. “Le mafie – ha detto Gratteri – vengono al nord perché sono zone ricche e, se offri prestazioni d’opera a basso costo, operai sottopagati, smaltimento rifiuti illegale, gli imprenditori ti accolgono spesso a braccia aperte. Quando si presente un imprenditore del sud che offre prestazioni al ribasso del 40%, non si può non capire che sono associazioni criminali”