Il presidente della Repubblica parla alla platea dei sindaci riuniti ad Arezzo: "I Comuni non sono la periferia della Repubblica ma la base della Repubblica". L'accento sullo sviluppo sostenibile, "il grande impegno per il nostro Paese", e sulla prossima legge di bilancio
Venezia e Taranto. Nel suo discorso ai sindaci riuniti all’assemblea Anci, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si concentra inevitabilmente su due Comuni che, per motivi diversi, sono al centro delle attenzioni del Paese. “Solidarietà e vicinanza a Taranto, investita, in questi giorni, da una grave questione, la cui soluzione è di primaria importanza per l’economia e il lavoro italiani”, ha detto il capo dello Stato riferendosi alla situazione dell’ex Ilva. “Non dobbiamo lasciare soli i veneziani – ha aggiunto in un altro passaggio del suo intervento – anzitutto nel lavoro di recupero e di riorganizzazione della vita civile e poi nel completamento delle opere capaci di mettere in sicurezza una realtà tra le più belle e ammirate del mondo intero. Blocchi e ritardi non sono ulteriormente accettabili“. In questo caso, è chiaro il riferimento al Mose, fermato dalla corruzione e dai continui rinvii nei lavori.
Di fronte ai sindaci riuniti ad Arezzo per la 36esima assemblea dell’Associazione nazionale comuni italiani, Mattarella ha però ricordato in primis l’importanza di tutti i Comuni che “non sono la periferia della Repubblica ma la base della Repubblica“. Anche per questo, ha poi sottolineato, “ritengo molto importante che, nel programma dei lavori qui ad Arezzo, abbiate deciso di partire dai mutamenti dei nostri stili di vita che possono accompagnare scelte politiche lungimiranti e contribuire così all’obiettivo dello sviluppo sostenibile. Questo è il grande impegno per il nostro Paese e per l’intera Europa. Tutte le istituzioni – e a tutti i livelli – devono sentirsi partecipi e costruttrici di una nuova qualità della crescita civile, sociale, economica”. In un altro passaggio il presidente della Repubblica ha spiegato: “La qualità della vita nelle metropoli, come nei borghi, nelle aree interne e nei territori montani, può rendere i cittadini davvero partecipi di questa trasformazione e fare in modo che lo sviluppo sostenibile divenga un grande traguardo popolare“.
“La mia speranza è che i Comuni diventino battistrada di una nuova stagione di sviluppo del Paese”, ha aggiunto Mattarella, perché “costituiscono un tratto essenziale della nostra identità nazionale e, posti come sono alle radici dell’ordinamento, lo alimentano in virtù della rappresentatività e della maggiore vicinanza con le concrete comunità di vita. Per questo non può esistere un’efficace strategia pubblica che escluda i Comuni o che li tenga ai margini”. Questo vale per gli obiettivi ambientali tanto quanto per quelli economici e sociali: “I Comuni possono contribuire alla ripresa, dopo la lunga crisi e la stagione di bassa crescita. Se il rilancio degli investimenti è uno dei vettori più importanti, i Comuni dispongono di leve tra le più preziose. Queste leve vanno azionate”, è l’auspicio del presidente della Repubblica.
Quindi, in questi giorni “di confronto intenso sulla legge di bilancio“, Mattarella ha ribadito la necessità di “una convergenza sugli indirizzi di bilancio”. “Ai Comuni sono stati chiesti sacrifici rilevanti negli anni più duri del risanamento – ha proseguito il capo dello Stato – adesso, anche al fine dello sviluppo generale dell’Italia, devono essere posti nelle condizioni di rispondere alle domande delle rispettive comunità”. Come per esempio alcune questioni sociali cruciali delle città italiane: “Non potremmo neppure parlare di ‘smart city‘ se trascurassimo la necessaria riqualificazione e la sicurezza delle periferie. È quanto mai opportuno, come sostiene l’Anci, che gli interventi in favore delle periferie urbane abbiano un concreto rilancio sul piano nazionale e che riescano a integrarsi con adeguate misure sociali e di welfare“, ha spiegato Mattarella.
Il suo ultimo monito riguarda invece il dibattito sull’autonomia differenziata chiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna: “Il dialogo, il confronto tra livelli diversi di governo, non può essere improntato, da un lato dalla imposizione di una sorta di camicia di forza sul sistema delle autonomie – ferma restando visione unitaria e complessiva del sistema della finanza pubblica – e, dall’altro, da una visione di tipo rivendicativo-conflittuale“. Il presidente della Repubblica ha poi precisato che “sarebbe gravemente sbagliato rassegnarsi a un’Italia a più velocità. Ciascuno – in ordine alfabetico – da Abano Terme a Zungri, sarà più forte se ridurremo gli squilibri tra chi abita al Nord e chi al Sud, tra chi vive nelle metropoli e chi nei piccoli centri, tra chi è vicino al mare e chi continua a rendere più belle le colline e le montagne“.