Dopo sei mesi torna in libertà Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina. E “in tempi brevi” potrebbe anche riappropriarsi del suo ruolo in Campidoglio. L’ex esponente del Movimento 5 stelle, espulso da Luigi Di Maio dopo l’arresto – anche se formalmente i probiviri stanno ancora valutando la sua posizione – era stato accusato di corruzione lo scorso marzo nell’ambito di uno dei filoni dell’inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Il tribunale ha infatti accolto una istanza del difensore di De Vito, Angelo Di Lorenzo. Per il presidente dell’Assemblea capitolina il processo è stato fissato con rito immediato per il prossimo dicembre.
De Vito è stato arrestato il 20 marzo insieme al suo ex socio Camillo Mezzacapo nell’ambito dell’operazione “congiunzione astrale”. Dopo 3 mesi e mezzo di reclusione nel carcere di Regina Coeli, il 6 luglio gli sono stati assegnati i domiciliari. Il filone d’inchiesta è quello parallelo al principale, concernente l’iter autorizzativo dello stadio dell’As Roma, dove sono indagati, fra gli altri, il costruttore romano Luca Parnasi e l’ex consulente dell’amministrazione capitolina guidata da Virginia Raggi. In pratica, secondo i pm, De Vito avrebbe sfruttato la propria posizione ai vertici del Campidoglio per influenzare le decisioni dell’amministrazione sull’impianto progettato dal club di James Pallotta e avrebbe incassato delle consulenze, attraverso lo studio dell’ex socio, con la promessa di sbloccare alcune questioni urbanistiche, fra cui il trasferimento della sede di Acea Spa nel futuro business park dello stadio, un palazzetto polivalente nell’area dell’ex Fiera di Roma e la riqualificazione di un ex albergo nei pressi della stazione Trastevere.
“Finalmente il mio corpo può ricongiungersi con il mio spirito che è sempre rimasto libero nonostante la mia condizione”, ha fatto sapere De Vito attraverso i suoi legali. “Oggi – dichiara – posso affrontare il processo da uomo libero, con la serenità e la consapevolezza della liceità delle mie condotte e con piena fiducia nel processo e nella Magistratura”. In quanto al suo ruolo da presidente dell’Assemblea capitolina, non essendo mai stato revocato, “i tempi per un ritorno non dovrebbero essere lunghi”. Il provvedimento del tribunale infatti dovrà essere comunicato al prefetto di Roma che “come atto dovuto”, sostiene il legale, dovrebbe annullare la sospensione per la Legge Severino. Durante l’estate, quando si paventava un suo vicinissimo rientro in Campidoglio, De Vito, la sindaca Virginia Raggi e il capogruppo Giuliano Pacetti hanno avuto modo di “spiegarsi” a distanza affermando che l’eventuale presa in carico non avrebbe avuto ripercussioni politiche, da entrambe le parti. O almeno così è stato dichiarato.