L'ex ministro dello Sviluppo economico ed europarlamentare eletto nelle liste del Pd presenta il suo soggetto politico assieme a Matteo Richetti: "Italia Viva e Forza Italia sono riformisti rammolliti, il Pd ha tradito i suoi valori alleandosi con i populisti per non andare alle elezioni e perderle". Indica in scuola, sanità e sicurezza i tre "pilastri" del partito e annuncia il congresso a giugno 2020
Per i sondaggisti di Emg Acqua parte dall’1 per cento. Quindi l’obiettivo di Azione è assai ambizioso, vista sopratutto la premessa di Carlo Calenda. “Sarà un movimento negli obiettivi, ma farà congressi come i partiti, il primo a giugno 2020 – ha spiegato il fondatore del nuovo soggetto politico – Non serve un nuovo partitino e se sarà un partitino avrà fallito il suo obiettivo e si scioglierà senza partecipare alle elezioni”.
La sfida, quindi, è aperta. Sopratutto a Italia Viva e Forza Italia, definiti dall’ex ministro dello Sviluppo Economico dei “riformisti rammolliti”. Il partito di Silvio Berlusconi “si sottomette ai sovranisti”, è la sua accusa. Mentre Matteo Renzi e il Partito Democratico, nelle cui liste è stato eletto all’Europarlamento lo scorso maggio, fanno la stessa cosa con i “populisti” per “non andare alle elezioni” avendo “paura di perderle”. In questo modo, aggiunge, “tradiscono i loro valori”.
L’accusa è rivolta in particolar modo all’ex premier e segretario del Pd, un tempo assai vicino a Calenda. Al governo di Renzi, il fondatore di Azione – accanto al quale c’è un ex dem renziano come Matteo Richetti – riconosce di aver “espresso un pensiero e un’azione forte” ma ora, precisa, “chi ne era premier sta tradendo i suoi valori ed è un peccato”. Renzi, sottolinea, è “pienamente nell’alleanza con M5S, vota i provvedimenti e poi dice che si è sbagliato”. Un riferimento chiaro all’emendamento che ha eliminato dal decreto Salva Imprese l’immunità penale per i gestori di Ilva, introdotto nel 2015 per decreto proprio dall’esecutivo guidato dal senatore di Rignano.
E infatti poi, elencando le differenze dall’ex premier, esplicita: “Molte cose mi distinguono da Renzi, mai avrei votato per l’abolizione dello scudo penale su Ilva che Renzi aveva messo, creando ora un enorme disastro. Mai avrei dato fiducia a questo governo: si sono realizzate tutte le cose peggiori che avevamo previsto”, spiega. In particolare: “Fi è andata nella coalizione della Lega, il Pd è completamente afono su qualsiasi cosa, non riesce a tenere il punto su nulla, Renzi l’ha indebolito facendo la scissione; sullo Ius culturae il Pd ha detto ‘non insistiamo’, il che vuol dire non lo facciamo”.
In un’intervista a Il Messaggero che aveva anticipato la presentazione di Azione, Calenda ha indicato i 3 ‘pilastri’ del suo partito: “Sanità, scuola e sicurezza. Lo Stato deve investire soldi su questo e non per nazionalizzare Ilva e Alitalia. Magari lasciando a metà il Mose”. Il nome Azione, ha spiegato nel manifesto, richiama le “nostre radici culturali e politiche, quelle del liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo”.
L’obiettivo sarà quello di diventare “il pilastro di un grande Fronte Repubblicano e Democratico capace di ricacciare populisti e sovranisti ai margini del sistema politico – si legge nella parte finale del testo – Per questo consentiremo la doppia tessera. Non vogliamo escludere ma al contrario tenere le porte ben aperte. Il nostro obiettivo non è frammentare ulteriormente il sistema politico, ma lavorare per l’unità e il rinnovamento delle forze liberal democratiche”.