Nuovo appello delle Brigate di solidarietà attiva che aiutano le popolazioni colpite dai disastri naturali: "Servono le autorizzazioni tecniche per applicare le centraline". Firenze risponde: "Via libera, ma bisogna rispettare gli iter amministrativi"
“Piove e i fiumi sono in piena. Da mesi stiamo cercando di donare delle stazioni di monitoraggio e controllo dei corsi d’acqua di Livorno ma la Regione Toscana non ci autorizza e non ci risponde”. L’accusa delle Brigate di solidarietà attiva toscane indirizzata alla giunta regionale e agli organi tecnici competenti arriva dopo giorni di pioggia battente sulla Toscana, in cui a destare maggiore preoccupazione sono stati proprio i corsi d’acqua. Ora la Regione ha risposto che l’installazione potrà essere definita con il Comune. L’accordo quadro infatti fu sottoscritto anche da Comune, Provincia e Comitato degli alluvionati.
Le Brigate di solidarietà attiva sono un ente nazionale di volontariato esterno alla Protezione civile. In caso di calamità naturali forniscono supporto alle popolazioni colpite non solo durante l’emergenza ma anche nelle fasi successive attraverso assemblee, comitati e, come in questo caso, donazioni. L’accordo per la donazione delle centraline era stato preso pubblicamente il 5 settembre a Livorno, pochi giorni prima l’anniversario dell’alluvione che colpì la città tra il 9 e il 10 settembre del 2017 causando 8 vittime e danni per milioni di euro. “Il Comune ha formalizzato questo accordo con una delibera di giunta in cui a livello politico l’amministrazione comunale di Livorno prende atto dell’impegno preso – spiega Andrea Apostolo, referente delle Bsa toscane – quello che noi abbiamo già chiesto e che chiediamo ora alla Regione è sia un impegno di formalizzazione politica, sia, soprattutto, le autorizzazione tecniche per poter installare le centraline. Perché prima di spendere i soldi offerti dalla gente pretendiamo che ci siano tutti gli atti formali, tecnici e autorizzativi delle istituzioni per quello che vogliamo donare”.
L’accordo firmato da Bsa e Regione a settembre prevede il collocamento delle due centraline rispettivamente lungo il Rio Ardenza e il Rio Maggiore, i corsi d’acqua livornesi lungo i quali morirono le 8 vittime di Livorno. Si tratta di stazioni di controllo e monitoraggio di idrometri e pluviometri in grado di trasmettere tramite app i dati raccolti, sia al Centro funzionale regionale sia ai cittadini. “Le centraline sono utili soprattutto in un’ottica di prevenzione e di studio – aggiunge Apostolo – Per i primi due anni ci sarà una fase di sperimentazione in cui però è già previsto lo scambio di dati con il centro funzionale. Ovviamente si tratta di una donazione simbolica, finalizzata a far sì che la Regione Toscana poi metta in atto un sistema più ampio di monitoraggio e controllo, anche perché questo tipo di strumentazione a Livorno non è mai stata installata”.
La Regione ha confermato alle Bsa di condividere l’installazione delle centraline sui due canali di Livorno che servirà “a integrare il quadro conoscitivo di supporto al Comune nell’ambito delle attività di Protezione civile”. L’assessore regionale Cristina Grieco, livornese, che a settembre aveva firmato l’accordo per la Regione, a ilfattoquotidiano.it spiega che “il posizionamento delle centraline potrà essere definito direttamente tra Comune e comitati – ha detto l’assessore Grieco – In questo senso abbiamo rassicurato le Brigate di solidarietà attiva che lunedì della scorsa settimana ci chiedevano quale fosse la strategia regionale”. Grieco ha ribadito la disponibilità dei settori tecnici della Regione a rilasciare altri permessi se necessari. Peraltro, precisa ancora l’assessore, “non si potrà prescindere dagli ordinari procedimenti amministrativi, come del resto è ben noto ai sottoscrittori”.