La società Cipi Holding srl di Sannazzaro dè Burgondi, in provincia di Pavia, che opera nel settore meccanico, era finita nel 2017 al centro di un'inchiesta della guardia di finanza per il mancato pagamento di Iva e ritenute per 3,5 milioni di euro. Dopo due anni il Tribunale di Pavia ha ordinato l'immediata restituzione degli immobili e dei conti correnti sotto sequestro
Non pagava le tasse per salvare l’azienda dalla crisi e il posto di lavoro ai suoi 250 dipendenti. Una giustificazione convincente per i giudici del Tribunale di Pavia che hanno assolto un’imprenditrice pavese dall’accusa di evasione fiscale e disposto il dissequestro dei beni della Cipi Holding srl di Sannazzaro dè Burgondi, in provincia di Pavia, la società che opera nel settore meccanico finita nel 2017 al centro di un’indagine della Guardia di Finanza per il mancato pagamento di Iva e ritenute per 3,5 milioni di euro. Il giudice ha così accolto la tesi del difensore dell’impresa, l’avvocato Luigi Ferrajoli di Bergamo, che escludeva “la punibilità dell’imprenditore che ometta il versamento di imposte regolarmente dichiarate e liquidate al solo scopo di garantire la continuità aziendale e, in un momento di crisi economica quale quello attuale, nell’intento di preservare posti di lavoro, continuando a garantirne la retribuzione”.
L’imprenditrice, secondo il suo legale, si è trovata davanti a una scelta: pagare o dipendenti e fornitori o le tasse. “La sentenza del giudice – continua Ferrajoli – è in linea con i più recenti orientamenti della giurisprudenza della Corte di Cassazione: in caso in cui l’imprenditore favorisca la continuità lavorativa e la salvaguarda dei dipendenti, e adempia al proprio dovere, non è punibile per l’omissione delle imposte”. Al termine del processo l’azienda ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per una “ristrutturazione del suo debito”: verserà a rate all’erario l’Iva e le ritenute non pagate. Nel 2017 la guardia di finanza, a termine delle indagini, aveva sequestrato gli immobili e bloccato i conti. L’azienda però non aveva mai spesso di produrre. Ora la sentenza del Tribunale di Pavia ha ordinato “l’immediata restituzione degli immobili e dei conti correnti, aziendali e personali dell’amministratore, mantenuti per oltre due anni in sequestro, per un valore di alcuni milioni di euro”.