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Prescrizione, il vicesegretario del Pd: “Senza accordo rinviare la riforma”. Il berlusconiano Costa: “Votino con noi o perdono la faccia”

Andrea Orlando non smentisce quanto raccontato dal fattoquotidiano.it: all'ultimo vertice sulla giustizia i dem hanno evocato l'ipotesi di votare la proposta di Forza Italia se Alfonso Bonafede non dovesse cedere sulla riforma della giustizia penale. "È una valutazione che non abbiamo ancora fatto e che dovrà essere fatta dai gruppi. Io credo che non sarebbe opportuno. Ma anche questo dovrebbe spingere la maggioranza a trovare una linea comune.". Il berlusconiano Costa provoca: "Pd voti con noi o perde la faccia"

Se la maggioranza non troverà un accordo sulla riforma della giustizia penale, il Pd voterà la proposta di Forza Italia per cancellare la legge che blocca la prescrizione dopo il primo grado? Il vicesegretario Andrea Orlando non lo esclude. “È una valutazione che non abbiamo ancora fatto e che dovrà essere fatta dai gruppi. Io credo che non sarebbe opportuno. Ma anche questo dovrebbe spingere la maggioranza a trovare una linea comune. Perché non conviene arrivare a discutere la riforma senza una linea comune sulla prescrizione”, dice l’ex guardasigilli in un’intervista a Repubblica.it. Il titolare della legge ammazza riforma, cioè il berlusconiano Enrico Costa, coglie la palla al balzo e provoca i dem: “Se il Pd non la sostiene perde la faccia“.

“Senza accordo rinviare riforma” – Insomma il numero due dei dem non smentisce quanto raccontato dal fattoquotidiano.it: all’ultimo vertice sulla giustizia il Pd ha implicitamente evocato l’ipotesi di votare la proposta del berlusconiano Enrico Costa se Alfonso Bonafede non dovesse cedere sulla riforma della giustizia penale. “Senza un accordo su come accelerare il processo diventa inevitabile il rinvio della legge di Bonafede sulla prescrizione”, dice Orlando. “Il problema – dice ancora il vicesegretario Dem – non è se io sono garantista, e lui forcaiolo. A me interessa l’equilibrio del processo. Se la prescrizione viene bloccata dopo la sentenza di primo grado, lo Stato si deve assumere l’onere di garantire ai cittadini tempi certi del processo”.

“Non ci sarà crisi” – Ma se i dem dovessero davvero votare con Forza Italia sarebbero implicite le conseguenze sulla tenuta dell’esecutivo: è davvero ipotizzabile che i dem mettano in pericolo il governo sulla giustizia, come già fece la Lega? “Non vedo questo rischio per due ragioni – dice Orlando – Innanzitutto perché abbiamo di fronte un tema sul quale sapevamo sin dall’inizio che c’erano distanze, quindi non c’è neppure alcuna sorpresa. È apprezzabile lo sforzo del premier Conte e anche del ministro della Giustizia, al di là di qualche intemperanza, di trovare un’intesa. E poi sulla prescrizione non c’è un vincolo di maggioranza che si può rompere perché, ricordiamolo, fu votata dalla Lega, ma c’è lo sforzo di arrivare alla riforma del processo”.

“Questa legge è stata votata dalla Lega” – Proprio la Lega, però, cercò in tutti i modi di non arrivare all’entrata in vigore della riforma che blocca la prescrizione dopo il primo grado: Giulia Bongiorno definiva la legge di Bonafede come una “bomba atomica” sui processi. “Noi – dice il numero due di Nicola Zingareti – chiediamo che venga rispettata la condizione da lui proposta all’approvazione dello Spazzacorrotti: la nuova prescrizione entra in vigore con il nuovo processo. Invece è passato un anno e entrerà in vigore la nuova prescrizione ma non il nuovo processo. Dobbiamo rimettere insieme questi due elementi”. Per cercare di andare incontro alle richieste di Pd e Iv che chiedevano vi fosse una distinzione “tra assolto e condannato“, Bonafede ha proposto agli alleati la possibilità per gli assolti in primo grado di beneficiare di una corsia preferenziale in secondo grado: una “trattazione urgente” degli appelli per gli assolti, per andare incontro alla richiesta. Bonafede ha anche proposto anche un accesso agevolato agli indennizzi per l’irragionevole durata dei processi previsti dalla legge Pinto. Il Pd però ha rifiutato e Orlando spiega che “le cosiddette corsie preferenziali non funzionano. È stato sperimentato per rendere più rapidi processi che riguardano reati di particolare gravità. Quanto agli indennizzi, senza dimenticare i costi della legge Pinto, si rischia un pozzo senza fondo”. Per il vicesegretario del Pd “noi abbiamo fatto delle controproposte. Poi sono arrivate quelle di Bonafede che consideriamo non ancora sufficienti”.

La provocazione di Costa – L’alternativa è sul tavolo: votare con Costa. Che infatti raccoglie l’assist delle ultime ore e provoca i dem: “Il Pd abbaia ma non morde. Minaccia tuoni e fulmini sulla prescrizione, ma è destinato a calare le braghe accucciandosi ai piedi di Bonafede. Gli esponenti del Pd dicono che lo stop alla prescrizione non deve entrare in vigore, senza un’adeguata riforma che renda più rapidi i processi: ma, visto che il Guardasigilli terrà’ duro, si accontenteranno di qualche pannicello caldo per dimostrare di esistere, e non otterranno nessun rinvio. Noi abbiamo chiesto che venga dichiarata urgente la nostra proposta che cancella la prescrizione targata Bonafede: la Camera sarà chiamata a votare ai primi di dicembre. Se il Pd non la sostiene perde la faccia”.